Аннотация
"I beati anni del castigo" segna l'inizio della maturità artistica di Fleur Jaeggy, che per la prima volta riesce a intrappolare il proprio stile, lucido e lapidario, in una storia vera e credibile. La trama dei romanzi precedenti, ormai esauriti e non più pubblicati dall'editore per volontà della stessa autrice, era un pretesto per la sua scrittura meditativa, forse soltanto un esercizio per questa nuova prova letteraria che lascia un segno indelebile nel lettore. I ricordi della protagonista si mescolano alle esperienze della stessa Jaeggy, che trascorse la sua adolescenza in diversi collegi in Svizzera, tanto da far pensare a un romanzo autobiografico. Le giornate passate come una imposizione, i legami morbosi e spietati tra le ragazze, il distacco e la freddezza degli educatori sono un modo per spingere il lettore ad affinare lo sguardo sul reale. Tutto è opprimente, i personaggi si muovono come in una serra. Non manca il colpo di scena finale che dà senso a tutta la storia. La Jaeggy è imperdonabile, si conferma l'indiscutibile e unica erede di Cristina Campo.
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