«Questo fa di me il più sospettabile» esclamò Max.
«Ero infatti la sola altra persona desta.»
«Non essere ridicolo, Max» ribatté Nikolai. «Per quanto concerne l’audio la cosa sarebbe stata facile, ma non sarebbe stato possibile dar luogo a… all’apparizione senza qualche congegno molto complicato. Raggi laser, campi elettrostatici… non saprei. Forse un illusionista avrebbe potuto riuscirvi… ma gli sarebbe occorso un intero autocarro di oggetti di scena…»
«Un momento!» esclamò Zenia, con vivacità. «Se la cosa è realmente accaduta, senza dubbio Hal se ne ricorderà e potreste domandargli…»
La sua voce si spense mentre ella scorgeva le espressioni imbronciate tutto attorno. Floyd fu il primo ad aver compassione dell’imbarazzo di lei.
«Ci abbiamo già provato, Zenia; non serba assolutamente alcun ricordo del fenomeno. Ma, come ho già fatto rilevare agli altri, questo non prova nulla. Chandra ci ha dimostrato in qual modo possano essere selettivamente cancellate le memorie di Hal… e i moduli ausiliari per la sintesi della parola non hanno nulla a che vedere con la struttura principale. Potrebbero essere stati fatti funzionare senza che Hal ne sapesse nulla…» Si interruppe per riprendere fiato, poi lanciò l’attacco preventivo.
«Ammetto che la situazione non consente molte alternative. O io ho immaginato l’intera faccenda, o è realmente accaduta. So che non è stato un sogno, ma non posso sapere con certezza se non si sia trattato di una sorta di allucinazione. Tuttavia Katerina ha veduto i risultati dei controlli medici cui sono stato sottoposto… sa che non mi troverei qui se fossi affetto da qualche disturbo mentale. Ciò nonostante, un’allucinazione non può essere esclusa… e non me la prenderei con chiunque considerasse tale possibilità l’ipotesi numero uno. Probabilmente io mi regolerei nello stesso modo.
«Posso dimostrare che non è stato un sogno soltanto adducendo alcune prove a mio favore. Consentitemi pertanto di rammentarvi le altre strane cose accadute di recente. Sappiamo che Dave Bowman entrò nel Grande Fratello… in Zagadka. Qualcosa ne è uscito, dirigendosi verso la Terra. Vasili ha veduto il qualcosa… non io! Poi vi è stata l’esplosione misteriosa della vostra bomba atomica in orbita…»
«Della vostra?»
«Oh, scusate… del Vaticano. E sembra alquanto curioso il fatto che, quasi subito dopo, l’anziana signora Bowman sia morta molto serenamente, senza essere affetta da alcuna malattia manifesta. Non affermo che vi sia un rapporto, ma… be’, conoscete il detto: una volta è un incidente; due volte trattasi di una coincidenza; tre volte significano una congiura.»
«E c’è anche qualcos’altro» intervenne Max, improvvisamente agitato. «Ne ho sentito parlare durante uno dei telegiornali quotidiani… Una ex amichetta del comandante Bowman ha asserito di aver ricevuto un messaggio da lui.»
«Sì, ho sentito anch’io la stessa notizia» confermò Sascia.
«E non ne avete mai parlato?» domandò Floyd, incredulo.
Entrambi gli uomini parvero lievemente imbarazzati.
«Be’, abbiamo ritenuto che si trattasse di una fanfaluca» disse Max, timidamente. «Lo ha riferito il marito della donna. Poi lei ha smentito… se non sbaglio.»
«Secondo il commentatore si trattava di una trovata pubblicitaria come la raffica di avvistamenti di UFO all’incirca nello stesso periodo. Ve ne sono stati a decine, in quella prima settimana; poi la gente ha smesso di riferirli.»
«Forse alcuni di quegli avvistamenti erano reali. Se le registrazioni non sono state cancellate, non potreste ritrovarle negli archivi dell’astronave, oppure chiedere al Controllo Missione di ritrasmettercele?»
«Nemmeno cento rapporti riuscirebbero a persuadermi» disse Tanya, sarcastica. «Quel che ci occorre è una prova concreta.»
«Come, ad esempio?»
«Oh… qualcosa che Hal non potrebbe sapere, e che nessuno di noi potrebbe avergli detto. Qualche manife… ehm, manifestazione fisica.»
«Un bel miracolo all’antica?»
«Sì, questo mi basterebbe. Nel frattempo, non riferirò nulla al Controllo Missione. E vorrei che lei si regolasse nello stesso modo, Heywood.»
Floyd si rese conto che quello era un vero e proprio ordine e, a bocca storta, annuì.
«Mi atterrò con piacere al suo desiderio. Ma vorrei darle un suggerimento.»
«Dica.»
«Dovremmo cominciare a predisporre piani di emergenza. Supponiamo che questo avvertimento sia valido… e per quanto mi concerne io lo considero senz’altro tale.»
«Che cosa possiamo fare al riguardo? Assolutamente nulla. Certo, possiamo allontanarci dallo spazio di Giove in qualsiasi momento vogliamo… ma non ci è possibile inserirci in un’orbita di ritorno alla Terra finché non si aprirà la finestra di lancio.»
«Vale a dire undici giorni dopo il limite non valicabile!»
«Già. Sarei lieta di andarmene prima, ma non disponiamo del propellente per un’orbita al massimo di energia…» La voce di Tanya divenne strascicata, un indizio di inconsueta indecisione. «Intendevo renderlo noto in seguito, ma poiché abbiamo affrontato l’argomento…»
Calò il silenzio mentre tutti trattenevano il respiro.
«Vorrei rinviare di cinque giorni la partenza, per approssimare il più possibile la nostra orbita a quella ideale di Hohmann, la qual cosa ci consentirà di disporre di una maggior riserva di propellente.»
L’annuncio non era inaspettato, ma venne accolto da un coro generale di gemiti.
«Di quanto influirà, questo, sul tempo previsto dell’arrivo?» domandò Katerina, con un tono di voce lievemente minaccioso. Le due formidabili donne si fissarono per un momento, come avversari degni uno dell’altro, che si rispettano a vicenda pur senza essere disposti a cedere terreno.
«Di dieci giorni» rispose Tanya, infine.
«Meglio tardi che mai» disse Max, allegramente, cercando di diminuire la tensione, ma senza molto successo.
Floyd quasi non si rese conto di tutto ciò; era assorto nei propri pensieri. La durata del viaggio non faceva alcuna differenza per lui e per i suoi due colleghi, nel loro sonno senza sogni. Ma la cosa non rivestiva adesso la benché minima importanza.
Egli era certo — e la consapevolezza lo colmava di una disperazione impotente — che, se non fossero partiti prima del misterioso limite ultimo, la partenza non avrebbe avuto luogo affatto.
Questa è una situazione incredibile, Dimitri, e davvero spaventosa. Tu sei la sola persona sulla Terra che ne sia informata… ma prestissimo Tanya ed io dovremo arrivare al ‘dunque’ con il Controllo Missione.
«Persino alcuni dei tuoi materialistici compatrioti sono disposti a credere — per lo meno come ipotesi di lavoro — che una qualche entità abbia… be’, sì, invaso Hal. Sascia ha trovato un modo efficace di esprimere la cosa: «II fantasma nella macchina».
«Le teorie abbondano: Vasili ne escogita una nuova ogni giorno. Quasi tutte sono varianti di quel vecchio cliché della fantascienza, il campo di energia organizzato. Ma quale tipo di energia? Non può essere elettrica, altrimenti la nostra strumentazione l’avrebbe rilevata facilmente. Altrettanto dicasi per la radiazione… per lo meno di tutti i tipi a noi noti. Vasili si sta spingendo davvero molto lontano, e parla di onde stazionarie di neutrini e di intersezioni con uno spazio a più dimensioni. Tanya dice che tutte queste cose sono assurdità mistiche — una frase che ella predilige — e i due hanno rasentato un litigio più di quanto sia mai accaduto. Li abbiamo infatti uditi, ieri sera, alzare la voce l’una con l’altro. Il che non giova al morale.
«Temo che siamo tutti tesi e iperaffaticati. Questo avvertimento, e il rinvio della data della partenza, hanno accresciuto il senso di delusione causato dal nostro totale insuccesso nell’ottenere un qualsiasi risultato con il Grande Fratello. Forse avrebbe giovato — in qualche modo — se fossi riuscito a comunicare con la ‘cosa’ Bowman. Mi domando dove sia finita. Forse non era, semplicemente, più interessata a noi dopo quell’unico incontro. Cosa avrebbe potuto dirci, se avesse voluto! Al diavolo e chyort vozmi! Maledizione… mi sto esprimendo di nuovo con l’odioso russo pasticciato di Sascia. Cambiamo discorso.