— Questa è… una gran bella idea — disse Miles.
Dove stai andando a parare, Bel?
— Ma se decido di prendere la cittadinanza e fare il giuramento, ed è un po’ che ci penso seriamente, voglio farlo onestamente. Non posso giurare il falso, o continuare a tenere il piede in due scarpe.
— Il fatto che tu fossi cittadino di Beta non ha mai interferito con la tua carriera nei mercenari dendarii — fece notare Miles.
— Tu non mi hai mai chiesto di operare sulla Colonia Beta.
— E se lo avessi fatto?
— Allora… mi avresti creato dei problemi. — Bel alzò una mano, come in una supplica. — Voglio ricominciare da capo, con il campo sgombro da legami segreti. Se ImpSec ora lavora per te, Miles… per favore, puoi licenziarmi di nuovo?
Miles si appoggiò allo schienale della seggiola, mordicchiandosi le nocche di una mano. — Liberarti da ImpSec, vuoi dire?
— Sì. Da qualunque vecchio obbligo.
Miles fece un lungo respiro. Ma ci sei tanto utile qui! — Io… non lo so.
— Non sai se ne hai il potere? O non sai se usarlo?
Miles cercò di guadagnare tempo. — Questa storia del potere, sai, è molto più strana di quanto mi aspettassi. Tu forse pensi che più potere comporti più libertà, ma ho scoperto che per me non è così. Ogni parola che mi esce dalle labbra ha un peso che prima non ha mai avuto, non quando ero Miles ’Il Matto’, il folle capo dei dendarii. Non mi era mai capitato di dover stare tanto attento alle mie parole. È… così scomodo, a volte.
— Credevo che ti piacesse.
— Anch’io lo pensavo.
Bel si tirò indietro sulla sedia, lasciando cadere l’argomento, decidendo che non lo avrebbe ripreso, almeno non molto presto.
Miles tambureggiò con le mani sulla superficie del tavolo. — Se, al di là degli animi eccitati e di giudizi animosi che sono già abbastanza gravi, c’è altro dietro questo pasticcio, non può che essere connesso con la sparizione di quell’addetto alla Sicurezza, Solian…
Il comunicatore da polso di Miles trillò. — Sì? — rispose.
— Milord — la voce di Roic aveva un tono di scusa. — Siamo di nuovo attraccati.
— D’accordo. Veniamo subito. — Si alzò, dicendo: — Voglio presentarti a Ekaterin come si deve, prima di dover tornare là fuori e far finta di non conoscerci. A proposito, sia lei che Roic hanno la più alta classificazione di sicurezza possibile su Barrayar… devono averla, per vivermi tanto a contatto di gomito. Entrambi devono sapere chi sei, e che si possono fidare di te.
Bel esitò. — Sei sicuro che devono sapere che qui lavoro per ImpSec?
— Potrebbe servirgli, in caso di emergenza.
— Vedi, vorrei proprio evitare che i quad sapessero che ho venduto informazioni ai terricoli per tutto questo tempo. Forse sarebbe meglio se io e te fingessimo di essere semplicemente dei conoscenti.
Miles lo fissò. — Ma Bel, lei sa perfettamente chi sei. O almeno, chi eri.
— Perché, hai raccontato a tua moglie quello che facevi quando eri un agente segreto? — Bel aggrottò la fronte. — Le regole si applicano sempre solo agli altri, vero?
— La sua classificazione di sicurezza, Ekaterin se l’è guadagnata, non l’ha avuta in dono — rispose Miles, un po’ stizzito. — Non ricordi che ti abbiamo anche mandato un invito per le nozze! Oppure non lo hai ricevuto? ImpSec mi ha detto che era stato recapitato.
— Oh — fece Bel, con aria un po’ confusa. — Quello. Sì. L’ho ricevuto.
— È arrivato troppo tardi? C’era anche un voucher per coprire le spese di viaggio. Se qualcuno se l’è messo in tasca, userò la sua pelle per…
— No, anche il voucher è arrivato. Circa un anno e mezzo fa, giusto? Avrei potuto farcela, se mi fossi sbrigato, ma è arrivato in un brutto momento. Avevo appena lasciato Beta per l’ultima volta, ed ero nel bel mezzo di un lavoretto per ImpSec. Sarebbe stato difficile trovare un sostituto. Insomma, avrei dovuto fare uno sforzo, e in quel momento ogni sforzo, per me… insomma, ti ho augurato ogni bene, e ho sperato che tu avessi avuto un colpo di fortuna. — Un sorriso obliquo. — Di nuovo.
— Trovare la giusta Lady Vorkosigan… è stato un colpo di fortuna molto più grosso di tutti gli altri che abbia mai avuto. — Miles sospirò. — Neanche Elli Quinn è venuta. Però ha mandato un regalo, e una lettera. — Nessuno dei due particolarmente pudico.
— Hm — fece Bel, con un piccolo sorriso. E aggiunse, un po’ perfidamente: — E il sergente Taura?
— Lei è venuta. — Senza volerlo Miles si trovò a sorridere. — È stata spettacolare. Ho avuto un colpo di genio incaricando mia zia Alys di trovarle degli abiti civili adatti alla cerimonia. Così le ho tenute entrambe occupate e felici. Tu sei mancato molto a tutti i dendarii. C’erano Elena e Baz con la loro bambina, t’immagini? E anche Arde Mayhew. E quindi l’inizio della nostra storia era ben rappresentato. È stato un bene che fosse una cerimonia modesta. Solo centoventi persone, è poco, no? Era il secondo matrimonio per Ekaterin, vedi… era vedova, e profondamente provata dalla vedovanza.
Lo stato di tensione e terrore in cui Miles l’aveva vista la notte prima delle nozze gli aveva ricordato la situazione in cui si riducono certi soldati non la prima, ma la seconda volta che devono scendere in battaglia. La notte dopo le nozze, però… quella era andata molto meglio, grazie a Dio.
Durante quel racconto tra vecchi amici, il volto di Bel si era tinto di nostalgia e rimpianto. Ma poi l’espressione dell’ermafrodita si fece più attenta. — Baz Jesek è venuto a Barrayar? — chiese. — Qualcuno deve avere risolto il suo piccolo problema con le gerarchie militari barrayarane, eh?
E se quel qualcuno poteva sistemare le pendenze di Baz con ImpSec, forse lo stesso qualcuno poteva fare lo stesso per quelle di Bel? Non aveva nemmeno bisogno di dirlo esplicitamente.
— Fintanto che era un agente segreto — disse Miles, — la vecchia accusa di diserzione forniva una copertura troppo utile per lasciarla cadere, ma ormai quella motivazione era venuta meno. Baz ed Elena sono entrambi fuori dai dendarii, adesso. Non lo avevi sentito? Stiamo diventando tutti quanti storia antica. — Quelli che sono sopravvissuti, almeno.
— Sì — sospirò Bel. — Ci si guadagna in salute a lasciare che il passato ci scorra sulle spalle, e ad andare avanti. — L’ermafrodita alzò gli occhi. — Ammesso che il passato sia disposto a scorrere via, naturalmente. E quindi cerchiamo di non complicare le cose più del necessario con la tua gente, d’accordo?
— Va bene — acconsentì Miles, riluttante. — Per il momento parleremo del tuo passato, ma non del tuo presente. Non ti preoccupare, loro due saranno… discreti. — Disattivò il cono di sicurezza sopra il piccolo tavolo e sbloccò la porta. Alzando il comunicatore alle labbra mormorò: — Ekaterin, Roic, entrate pure.
Quando entrò, Ekaterin aveva sul volto un sorriso di attesa, Miles disse: — Ci è capitata una fortuna inaspettata. Anche se il portomastro Thorne ora lavora per i quad, è un mio vecchio amico, e faceva parte di un’organizzazione con cui ho lavorato quando operavo per l’ImpSec. Potete fidarvi di lui e di tutto ciò che dice.
Ekaterin tese una mano. — Sono felice di poterla incontrare, capitano Thorne. Mio marito e i suoi vecchi amici mi hanno sempre parlato di lei. So che gli è molto mancato.
Con aria decisamente perplessa, ma decidendo ovviamente di dimostrarsi all’altezza, Bel le strinse la mano.
— Grazie, Lady Vorkosigan. Ma non uso il mio vecchio grado qui. Può chiamarmi portomastro Thorne, o semplicemente Bel, e darmi del tu.
Ekaterin annuì. — Allora tu devi chiamarmi Ekaterin. Oh… almeno quando siamo in privato. — E guardò verso Miles per avere la sua approvazione.