— Ah, sì, esatto — disse Miles. Fece un gesto che comprendeva anche Roic, che assunse un’aria attenta. — Bel mi conosceva sotto una diversa identità, un’identità di copertura che usavo un tempo. Per quanto ne sanno sulla Stazione Graf, ci siamo appena incontrati. Ma ci siamo subito trovati molto simpatici, e il grande talento di Bel nell’ingraziarsi i terricoli si è appena rivelato di nuovo molto prezioso per la Stazione.
Roic annuì. — Ho capito, Milord.
Miles li guidò nel vano del portello, dove il tecnico della Kestrel aspettava impaziente di trasferirli sulla Stazione Graf. Miles rifletté sul fatto che una delle ragioni per cui Ekaterin aveva una classificazione di sicurezza tanto alta, alla pari della sua, era che Miles aveva la tendenza a parlare nel sonno. Fino a che Bel non si tranquillizzava, riguardo alla sua situazione, decise che avrebbe fatto meglio a non parlare della cosa.
Due quad della Sicurezza della Stazione li aspettavano nella stiva. Siccome si trovavano nella sezione della Stazione Graf fornita di campi gravitazionali generati artificialmente, i due fluttuavano in aria nelle loro sedie flottanti con lo stemma della Sicurezza su entrambi i lati. I flottanti erano tozzi cilindri, dal diametro di poco superiore a quello delle loro spalle, e l’effetto era che le loro teste spuntassero da tinozze levitanti, o dal mortaio volante di Baba Yaga del folclore barrayarano.
Bel rivolse al sergente quad un cenno del capo e un mormorio di saluto, mentre entravano nella sala rimbombante della stiva di carico. Il sergente restituì il cenno, ovviamente rassicurato, e tornò a rivolgere tutta la sua attenzione ai pericolosi barrayarani che se ne stavano lì a bocca aperta e occhi granati. Miles sperò di cuore che il sergente, che era piuttosto robusto, smettesse di essere tanto nervoso.
— Questo portello pedonale — Bel indicò quello da cui erano appena entrati — è quello che è stato aperto da personale non autorizzato. La scia di sangue terminava sulla soglia, in una chiazza irregolare. Iniziava a qualche metro di distanza, non lontano dalla porta che immette nella stiva adiacente. È qui che abbiamo trovato la maggior parte di sangue.
Miles seguì Bel, osservando il pavimento. Erano passati diversi giorni dall’incidente, ma nonostante fosse stato pulito conservava tracce dell’accaduto.
— Ha scoperto la cosa personalmente, portomastro?
— Sì, circa un’ora dopo l’incidente. A quel punto era già arrivata molta gente, ma la Sicurezza era riuscita a mantenere l’area incontaminata.
Miles si fece scortare da Bel lungo tutta la stiva, mentre l’ermafrodita gli illustrava nel dettaglio ogni possibile uscita. Era un ambiente spoglio, pratico, efficiente; alcuni macchinari per la movimentazione del carico stavano parcheggiati dalla parte opposta del vano, accanto a una cabina di controllo stagna, dall’interno buio. Miles chiese a Bel di aprirla e diede un’occhiata all’interno. Ekaterin gli camminava accanto, chiaramente contenta di avere l’opportunità di sgranchirsi le gambe dopo essere stata costretta alla quasi immobilità a bordo della Kestrel per tanti giorni. La sua espressione, mentre osservava la grande stiva fredda e rimbombante, era pensierosa e quasi nostalgica.
Tornarono nel punto dove probabilmente era stata tagliata la gola al tenente Solian, e discussero sulla possibile dinamica suggerita dalla distribuzione delle macchie di sangue. Roic osservò intorno con vivo interesse professionale. Miles convinse una guardia quad a cedergli il suo flottante; questi acconsentì e uscito dal suo guscio, sedette sul pavimento accucciato sulle braccia inferiori, con l’aria di una grossa rana corrucciata.
Il movimento di un quad in un campo gravitazionale senza flottante era inquietante da osservare. Camminavano a quattro zampe, di poco più veloci di quanto avrebbe fatto un terricolo a gattoni, chinandosi in avanti e reggendosi sulle mani inferiori, con i gomiti in fuori. Davano un’idea di goffaggine e poca naturalezza, specialmente in confronto all’agilità e la grazia che possedevano in assenza di gravità.
Con Bel che si prestava a fare il cadavere, avendo Miles giudicato che avesse più o meno le stesse dimensioni di un komarrano maschio, fecero degli esperimenti per verificare quanto fosse facile per una persona in un flottante trascinare una settantina di chili di materia inerte per i diversi metri che dividevano quel punto dal portello stagno. Bel non era di corporatura snella e atletica come un tempo, e quelle sue masse aggiunte rendevano più difficile per Miles considerare Bel un maschio, come lo riteneva un tempo. Il che forse non era un male. Miles, che aveva le gambe ripiegate goffamente in un vano che non era stato progettato per arti come i suoi, faticò molto a spostare il corpo di Bel, il cadavere, manovrando i controlli con una mano grosso modo all’altezza dell’anca mentre con l’altra lo afferrava per gli abiti.
Da parte sua Bel faceva pendere artisticamente ora un braccio, ora una gamba dal flottante, e poco ci mancò che Miles suggerisse di far colare dell’acqua dalla manica dell’ermafrodita per simulare la perdita di sangue. Ekaterin trovò il compito quasi altrettanto difficile e Roic, sorprendentemente, ancora di più. Era più forte ma anche più grosso, e le sue dimensioni gli rendevano scomodo infilarsi nel flottante: i suoi movimenti sembravano goffi. Il sergente quad rivolse a Miles un’occhiataccia.
Non era difficile, spiegò Bel, procurarsi un flottante, perché quei mezzi erano considerati proprietà comune, anche se i quad che passavano molto tempo nelle zone fornite di gravità, generalmente ne possedevano uno privato. Ce n’erano nelle rastrelliere accanto ai punti di passaggio fra le sezioni con e senza gravità, in modo che qualunque quad potesse prenderne uno e usarlo, per poi rimetterlo a posto una volta utilizzato. Avevano un numero di serie che serviva per la manutenzione, ma, oltre a questo, non era possibile identificarli. Chiunque, perfino i soldati barrayarani ubriachi in libera uscita, poteva procurarsene uno semplicemente andando a una rastrelliera e salendoci a bordo.
— Quando abbiamo attraccato per la prima volta, sull’altro lato della Stazione, ho notato diversi piccoli scafi personali che gironzolavano nello spazio: spingitori, baccelli, navicelle intersistema — disse Miles a Bel. — Qualcuno potrebbe aver raccolto il corpo di Solian poco dopo essere stato buttato fuori dal portello, e averlo rimosso senza lasciare praticamente nessuna traccia. A questo punto potrebbe trovarsi dovunque, magari dentro un baccello o ridotto in pezzi da un tritarifiuti, o magari lasciato a mummificarsi in qualche crepaccio di un asteroide. Sarebbe un’altra possibile spiegazione del perché non lo abbiamo trovato nemmeno là fuori. Ma è uno scenario che richiede la partecipazione di due persone, e premeditazione, oppure di un singolo individuo in grado di muoversi molto in fretta. Quanto tempo avrebbe avuto una sola persona, fra il momento in cui ha tagliato la gola a Solian e il suo recupero nello spazio?
Bel, che si stava risistemando l’uniforme e ravviando i capelli dopo essere stato trascinato per l’ultima volta lungo la stiva, suggerì: — Diciamo che sono passati fra i cinque e i dieci minuti, tra il momento in cui il portello ha compiuto il suo ciclo e il momento in cui la sicurezza è arrivata a controllare cosa stava succedendo. Venti minuti al massimo prima che si cominciasse a cercare il corpo là fuori nello spazio. In trenta minuti… sì, sarebbe stato possibile buttare fuori il corpo, correre a un’altra stiva, saltare in un piccolo scafo, arrivare di corsa là fuori e ripescarlo.
— Bene. Voglio un elenco di qualunque cosa sia uscita dalla Stazione in quel periodo di tempo. — Poi, pensando alle guardie quad in ascolto, Miles si ricordò di aggiungere. — Se non le dispiace, portomastro Thorne.
— Certamente, Lord Ispettore Vorkosigan.
— Sembra strano che qualcuno si sia preso tutto quel disturbo per rimuovere il corpo e abbia lasciato il suo sangue dappertutto. Che si sia trattato di un problema di tempo? Che abbia cercato di tornare a pulire, ma sia arrivato troppo tardi? Che ci fosse qualcosa di molto strano nel cadavere che andava assolutamente nascosto?