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Il ragazzo questo l’ha già capito, purtroppo.

Miles prese fiato. — Ah!

— Ero ancora intorpidito, mi ero appena svegliato. Quando hanno cominciato a spingermi verso la porta, Garnet Cinque ha pensato che mi stessero assalendo. Vorrei che non avesse tentato di difendermi. Non ho colpito Touchev fino a che non l’ha buttata fuori dal suo flottante. A quel punto… a quel punto le cose sono andate di male in peggio. — Corbeau si guardò torvo i piedi, imprigionati nei cerchi velcro.

Miles cercò una posa più comoda sulla branda. Questo ragazzo sta per andare a fondo. Gettagli un salvagente. Con molta dolcezza, disse: — Sai, non è ancora detto che la tua carriera sia finita. Tecnicamente non sei nemmeno un disertore, non più di quanto lo sia la pattuglia mandata da Brun, fintanto che le autorità della Stazione Graf ti trattengono qui contro la tua volontà. Per il momento sei solo coinvolto in un pasticcio legale. E se non ne usciamo, la cosa rappresenta una perdita molto onerosa per Komarr, visto quanto è stato speso per farti diventare un pilota e per la chirurgia per gli impianti. Se fai le mosse giuste, puoi ancora uscirne bene.

Il volto di Corbeau si contorse. — Io non… — Si fermò.

Miles emise un mormorio d’incoraggiamento.

Corbeau esplose: — Non me ne importa niente della mia carriera. Non voglio più avere niente a che fare con… — a corto di parole, fece un gesto disperato — con questa… idiozia.

Sopprimendo una parole di comprensione, Miles chiese: — Quaì è il tuo status? Quanto ti resta della ferma?

— Ho firmato per cinque anni, con l’opzione di rinnovare la ferma o andare nella riserva per i successivi cinque. Ho fatto tre anni, me ne mancano due.

A ventitré anni, ricordò Miles, due anni sembrano ancora un’eternità. Corbeau non poteva essere molto di più di un apprendista pilota, anche se il fatto che fosse stato assegnato alla Prince Xav faceva pensare che le sue note di valutazione fossero molto buone.

Corbeau scosse la testa. — Ora vedo le cose in modo completamente diverso. Atteggiamenti che davo per scontati, scherzi, battute, il modo in cui si fanno certe cose… adesso non li sopporto più. Non li sopporto più. Gente come il sergente Touchev, il capitano Brun… Dio. Ma siamo sempre stati così?

— No — disse Miles. — Eravamo molto peggio. Questo te lo posso garantire per esperienza personale.

Corbeau lo guardò con curiosità.

— Ma se allora tutti quelli che la pensavano diversamente si fossero chiamati fuori, nessuno dei cambiamenti cui ho assistito nel corso della mia vita sarebbero avvenuti. Siamo cambiati, e possiamo cambiare ancora. Non da un giorno all’altro, questo no. Ma se tutte le persone per bene se ne vanno e rimangono solo gli idioti a mandare avanti la baracca, non sarà certo un bene per il futuro di Barrayar. E al futuro di Barrayar io ci tengo. — Lo stupì rendersi conto di quanto ultimamente fosse diventata vera quell’affermazione. Pensò ai due replicatori nella loro stanza sorvegliata e protetta a Casa Vorkosigan. Ho sempre pensato che i miei genitori avrebbero finito per risolvere ogni problema. Invece adesso è venuto il mio turno.

— Non immaginavo nemmeno che un posto come questo esistesse — il gesticolare scattante di Corbeau indicava lo Spazio Quad. — Non potevo immaginare che esistesse una donna come Garnet Cinque. Io voglio restare qui.

Miles si rese conto che aveva di fronte un giovane disperato che stava per prendere decisioni affrettate che avrebbe pagato per il resto della sua vita. A una prima occhiata la Stazione Graf era attraente, certo, ma Corbeau era cresciuto in aperta campagna, era abituato alla gravità, all’aria aperta… si sarebbe adattato, o avrebbe finito per essere vittima di una tecnoclaustrofobia strisciante, di lì a qualche anno? E la giovane per la quale stava per gettare la sua vita alle ortiche, era degna di quel sacrificio, oppure considerava Corbeau il capriccio di un giorno, e magari, col tempo, un errore di cui pentirsi? Diavolo, si conoscevano da poche settimane… nessuno poteva prevedere come sarebbero andate le cose, tantomeno Corbeau e Garnet Cinque.

— Voglio andarmene — disse Corbeau. — Non ne posso più.

Miles tentò di nuovo: — Se ritiri la richiesta di asilo politico all’Unione prima che i quad la rifiutino, si può ancora farla sparire, senza pregiudicare la tua carriera, grazie al fatto che legalmente siamo in terra di nessuno. Ma se non la ritiri, l’accusa di diserzione finirà per caderti addosso e causarti un sacco di guai.

Corbeau alzò lo sguardo e chiese ansiosamente: — Questo fatto che la pattuglia di Brun e la Sicurezza dei quad si siano sparati addosso, non la rende diserzione sotto il fuoco nemico? Il medico di bordo della Prince Xav dice di sì.

La ’diserzione sotto il fuoco nemico’, secondo il codice militare barrayarano, era punibile con la pena di morte. Anche in tempo di pace, la diserzione poteva comportare lunghi periodi di detenzione in carceri militari estremamente dure. Considerato tutto, entrambe le cose sembravano a Miles, in quel momento, un terribile spreco. — Credo che ci vorrebbero notevoli contorsioni legali per considerare questo episodio una battaglia. E poi, chiamarla tale andrebbe direttamente contro l’esplicito desiderio dell’Imperatore di mantenere delle relazioni pacifiche con un porto commerciale molto importante. Però… se trovi una corte marziale rigida e hai un avvocato difensore incapace… Non credo che sia saggio rischiare la corte marziale in questo momento, se si può in qualche modo evitarlo. — Miles si passò un dito sulle labbra. — Eri ubriaco, per caso, quando il sergente Touchev è venuto a prenderti?

— No!

— Uhm. Peccato. L’ubriachezza è sempre una buona difesa. Suppongo che tu non sia disposto a sottoporti a…?

Corbeau comprese cosa intendesse Miles e strinse le labbra, indignato. Il suggerimento di mentire sulla composizione chimica del suo sangue al momento dell’arresto non lo avrebbe mai accettato, intuì Miles. Il che aumentò la sua stima sul giovane ufficiale. Ma non rese le cose più facili.

— Voglio andarmene — ripeté Corbeau, testardo.

— Temo che i barrayarani non siano molto simpatici ai quad, questa settimana. Fare affidamento sul fatto che ti concedano asilo per toglierti dal tuo dilemma mi sembra un grave errore. Ci devono essere almeno una dozzina di modi migliori per risolvere i tuoi problemi, se tu conservassi un minimo di apertura mentale e volessi considerare altre possibilità tattiche. In effetti, qualunque alternativa sarebbe migliore.

Corbeau scosse il capo, muto.

— Be’, pensaci su, guardiamarina. Ritengo che la situazione rimarrà confusa fino a che non scoprirò cosa è successo al tenente Solian. A quel punto spero di dipanare questa matassa il più in fretta possibile, e la tua possibilità di cambiare idea su decisioni molto poco sagge potrebbe svanire in un batter d’occhio.

Si alzò in piedi stancamente. Corbeau, dopo un attimo d’incertezza, si alzò e salutò. Miles rispose con un cenno del capo, poi fece un gesto a Roic, il quale mormorò qualcosa nell’interfonico, e lo fece uscire dalla cella.

Una volta fuori, Miles trovò il Capo Venn. — Voglio Solian, maledizione — brontolò al suo indirizzo. — Questa sparizione misteriosa non dimostra che i suoi servizi di sicurezza siano più efficienti dei nostri, sa?

Venn gli rivolse un’occhiataccia, ma non lo contraddisse.

Miles sospirò e azionò il comunicatore per chiamare Ekaterin, la quale insistette perché la raggiungesse alla Kestrel, e lui fu lietissimo di avere la scusa per togliersi dalla deprimente atmosfera del Posto di Sicurezza Tre. Non poteva chiamarla ambiguità morale, purtroppo. Peggio ancora, non poteva chiamarla nemmeno ambiguità legale. Era chiarissimo da che parte stesse la ragione: solo che non era dalla sua, dannazione.

Trovò Ekaterin nella loro minuscola cabina, intenta ad appendere l’uniforme marrone e argento. Si voltò e lo abbracciò con inusitato trasporto.