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Ekaterin lo guardò un po’ perplessa. — Benissimo. Le serre idroponiche quad sono straordinarie. — Aveva capito che Miles voleva sdrammatizzare la situazione. Si guardò intorno e chiese: — E a te com’è andata?

— Deliziosamente. Be’, certo sarebbe stato diverso se non avessimo abbassato la testa al momento giusto. Ma se non riesco ad approfittare di questa situazione per sbloccare le cose, restituisco la mia catena di Ispettore. — Inghiottì un sorriso scaltro, contemplando la schiena di Greenlaw che li precedeva.

— Guarda quante cose s’imparano in luna di miele — scherzò Ekaterin. — Adesso so come tirarti fuori dall’umore nero. Basta pagare qualcuno perché ti spari addosso.

— Sì, mi fa benissimo — confermò Miles allegramente. — Ho anche scoperto di essere pieno di adrenalina, e credo che dovrò trovare il modo di disintossicarmi.

— Infatti. — Ekaterin sospirò. Il leggero tremito della sua mano stava diminuendo, e il suo volto era tornato ingannevolmente sereno.

Greenlaw li accompagnò in una stanza piena di cose di ogni tipo. Il piccolo tavolo-video al centro era stato liberato da tazze sporche, bulbi-bibita flosci, e fogli di plastica, che erano stati ammucchiati a casaccio su una credenza contro una parete. Miles fece accomodare Ekaterin in un sedia-terminale e sedette accanto a lei. Greenlaw posizionò il suo flottante alla loro altezza sul lato opposto del tavolo.

Roic e una delle guardie quad si contendevano in una silenziosa battaglia di sguardi torvi il posto di guardia alla porta.

Miles assunse un’aria indignata. — Be’. — Disse con un tono di sarcasmo. — È stato uno spiacevole supplemento ai miei impegni del mattino.

Greenlaw cominciò: — Lord Ispettore, lei ha le mie scuse…

— Le sue scuse sono una gran bella cosa, signora Sigillatrice, ma le cambierei volentieri con la sua collaborazione. Partendo dall’assunto che non ci fosse lei dietro questo incidente — disse, e continuò senza scomporsi di fronte alla sua indignata protesta — e non vedo come ciò potrebbe essere, nonostante le circostanze siano piuttosto strane, la violenza di questa aggressione non mi sembra nello stile dei quad.

— Certo che no!

— Be’, tuttavia ci deve essere un senso, e io credo che il mistero centrale di tutto questo imbroglio sia la scomparsa tanto trascurata del tenente Solian.

— Non è stata affatto trascurata…

— Non sono d’accordo. Comunque, se trovare il quad che mi ha assalito è compito dell’Unione — e qui fece una pausa, sollevando le sopracciglia; Greenlaw annuì, cupamente — allora trovare Solian è compito mio. E sono certo che queste due indagini s’incontreranno a mezza strada.

Greenlaw sbatté le palpebre, un po’ stupita dalla piega presa dal discorso. — È possibile…

— Benissimo. Allora desidero avere l’accesso completo e totale a qualunque area o documento pertinente a questa ricerca, esteso sia a me che al mio assistente l’armiere Roic, e a chiunque altro io desideri incaricare. E per cominciare da subito, voglio poter avere l’accesso all’Idris!

— Non possiamo permettere ai terricoli di aggirarsi a volontà in tutte le aree protette della Stazione che…

— Signora Sigillatrice. Lei si trova qui per proteggere gli interessi dell’Unione, come io sono qui per quelli di Barrayar. Salvo che qualcosa in tutto questo pasticcio non sia stata orchestrata a vantaggio dello Spazio Quad. Lei ha qualche idea a proposito?

— No, ma…

— Allora sarà d’accordo con me che prima arriviamo al nocciolo della questione, meglio è.

Greenlaw unì le punte delle dita, guardandolo attraverso gli occhi socchiusi. Prima che potesse farsi venire in mente qualche obiezione, entrò Bel, che era riuscito a sfuggire sia a Venn, sia ai media. Nicol lo seguiva sul suo flottante.

Greenlaw lo accolse con un sorriso. — Portomastro Thorne, l’Unione le è debitrice per il suo coraggio.

Bel diede una sfuggevole occhiata a Miles prima di rispondere, poi si esibì in un modesto mezzo inchino. — Il pericolo è il mio mestiere, signora.

Un tempo, quella sarebbe stata la pura verità, e Miles non riuscì a fare a meno di ricordarlo.

Greenlaw scosse la testa. — Mi auguro che in questo senso non avrà più occasione di esercitarsi sulla Stazione Graf, portomastro!

— Be’, io sono certamente grata al portomastro Thorne! — disse Ekaterin con calore.

Nicol, la cui mano si era infilata in quella di Bel, lanciò all’ermafrodita uno sguardo da sotto le sue nere ciglia, per il quale un soldato di qualunque genere avrebbe volentieri scambiato medaglie, nastri e premi, e tutte le pompose orazioni degli alti comandi. Bel sembrò accettare con una punta di imbarazzata rassegnazione quel suo momento di eroismo.

— In effetti — concordò Miles. — Dire che sono contento del servizio che mi ha reso il portomastro sarebbe come minimizzare la mia gratitudine. Se l’onorevole erm potesse continuare ad assistermi per la durata della mia permanenza qui, lo considererei un favore personale.

Greenlaw incontrò l’occhiata di assenso di Bel, poi annuì a Miles. — Ma certamente, Lord Ispettore. — Era sollevata di potergli concedere qualcosa che non le costava nulla. Un piccolo sorriso le increspò le labbra, raro evento. — Inoltre, concederò a lei, e agli assistenti che lei designerà, libero accesso ai documenti e alle aree riservate della Stazione Graf… naturalmente sotto la supervisione del portomastro.

Miles finse di considerare a lungo questo compromesso, accigliandosi teatralmente. — La cosa comporta un grande impegno di tempo ed energia per il portomastro Thorne.

Bel intervenne modestamente: — Sarò lieto di accettare questo incarico, signora Sigillatrice, sempre che il Capo Watts sia anch’esso d’accordo e che mi riconosca economicamente il tempo extra che dedicherò a questo incarico, inoltre dovrà nominare un altro supervisore che mi sostituisca nei miei compiti ordinari.

— Nessun problema, portomastro. Dirò a Watts di aggiungere i costi sostenuti dal suo dipartimento al conto della flotta komarrana. — Greenlaw pronunciò quest’ultima affermazione con un luccichio di cupa soddisfazione negli occhi.

Aggiungere il tempo extra allo stipendio che Bel riceveva da ImpSec, significava che sarebbe stato pagato tre volte, calcolò Miles. Miles avrebbe fatto in modo che l’Impero ottenesse una contropartita adeguata alla spesa.

— Benissimo — concesse, riuscendo ad apparire preoccupato. — Allora cominceremo subito a bordo dell’Idris.

Ekaterin non sorrise, ma una scintilla di apprezzamento le illuminò gli occhi. Se quel mattino avesse accettato di accompagnarlo, e si fosse trovata accanto a lui durante l’attentato… quel pensiero le fece venire i brividi.

— In quanto a Lady Vorkosigan — riprese Miles — lei rimarrà sulla Prince Xav fino a quando la Sicurezza della Stazione Graf non riuscirà ad arrestare l’attentatore, e tutto questo mistero non verrà risolto. — Aggiunse un mormorio di scuse nella direzione della moglie: — Scusami…

Ekaterin rispose con un cenno di comprensione.

— Va tutto bene. — Non era contenta di rimanere relegata a bordo della Prince Xav, ma possedeva troppo buon senso Vor per mettersi a discutere quando c’era di mezzo la sicurezza.

Miles continuò: — Le chiedo quindi che a una navetta barrayarana venga concesso un permesso per attraccare per portarla via di qui. — Si chiese se doveva domandare addirittura il permesso di farla salpare, ma non poteva privarsi dell’unico mezzo di trasporto indipendente che possedeva, e alla sua postazione di comunicazione privata.

— Mi perdoni, Lord Vorkosigan — obiettò Greenlaw — ma è proprio così che è arrivata sulla Stazione l’ultima squadra degli incursori barrayarani. Non ci piace riceverne un’altra ondata. — Guardò Ekaterin. — Tuttavia comprendo le sue preoccupazioni e sarò lieta di offrire a Lady Vorkosigan uno dei nostri scafi per il trasferimento.