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Davanti a lui si profilò il pozzo di estrazione, il punto in cui erano emersi i più splendidi fossili di tutta la storia dell'umanità. Il gigantesco traliccio di metallo era stato smontato e riposto e il pozzo era deserto, circondato da coni, come una buca da evitare su un grande parcheggio ghiacciato. Ming si avvicinò e, a distanza di sicurezza, osservò quell'acqua gelida profonda settanta metri. Ben presto si sarebbe di nuovo ghiacciata, cancellando ogni traccia dell'intervento umano.

Era uno spettacolo, anche al buio.

"Soprattutto al buio."

Un momento di esitazione, poi un pensiero si affacciò improvviso alla sua mente.

"C'è qualcosa di strano."

Mentre osservava con maggiore attenzione l'acqua, sentì la soddisfazione cedere a una sorta di vertigine. Batté le palpebre, guardò di nuovo, poi volse gli occhi verso la parte opposta della cupola, a trenta metri di distanza, dove tutti si affollavano allegri nell'area stampa.

"Dovrei parlarne a qualcuno, non c'è dubbio."

Tornò a fissare l'acqua, chiedendosi che cosa dire. Si trattava di un'illusione ottica? Qualche strano riflesso?

Incerto, oltrepassò i coni e si accovacciò vicino al bordo del pozzo. L'acqua arrivava a poco più di un metro sotto il livello del ghiaccio. Si sporse per vedere meglio. Sì, c'era davvero qualcosa di strano. Impossibile non notarlo, eppure era risultato visibile solo a luci spente.

Si alzò. Doveva assolutamente parlarne a qualcuno. Mosse qualche passo veloce verso l'area stampa, ma poi si arrestò di colpo. "Accidenti!" Tornò verso il pozzo, gli occhi dilatati dalla meraviglia. Aveva compreso.

«Impossibile!» esclamò ad alta voce.

Eppure era l'unica interpretazione plausibile. "Rifletti con calma" si disse. "Deve esserci un'altra spiegazione logica." Ma più rimuginava, più si convinceva. "Non c'è altra spiegazione!" Stentava a credere che la NASA e Corky Marlinson si fossero lasciati sfuggire un fatto tanto incredibile, ma non gli dispiaceva.

"A questo punto, diventa la scoperta di Wailee Ming!"

Fremente di emozione, corse a una vicina postazione di lavoro e prese un bicchiere. Gli sarebbe bastato un piccolo campione d'acqua. Avrebbe sbalordito tutti quanti!

34

«Come referente per l'intelligence alla Casa Bianca, rientra nei miei compiti recarmi nelle aree calde di tutto il mondo, analizzare situazioni potenzialmente pericolose e riferire al presidente e allo staff della Casa Bianca.» Rachel Sexton si sforzò di mantenere un tono di voce fermo mentre si rivolgeva alla folla attraverso lo schermo.

Deterse una stilla di sudore sotto la frangetta e maledisse il presidente che le aveva scaricato addosso quel compito senza alcun preavviso.

«Peraltro, i miei viaggi non mi hanno mai portato in un luogo estremo come questo.» Indicò impacciata lo spazio ingombro di macchinari. «Che lo crediate o no, in questo momento vi parlo da una landa di ghiaccio spesso oltre cento metri che si trova al di sopra del Circolo artico.»

Lesse stupore e attesa sui visi che la fissavano dal monitor. Era chiaro a tutti che erano stati riuniti nello Studio Ovale per una buona ragione, ma sicuramente nessuno aveva previsto che avesse qualcosa a che vedere con quanto accadeva oltre il Circolo polare.

Si sentì di nuovo imperlare la fronte di sudore. "Calmati, Rachel. È il tuo mestiere." «Essere qui davanti a voi, oggi, è per me un grande onore, oltre che motivo di orgoglio e di gioia.»

Sguardi assenti.

"Cazzo" si disse, asciugandosi con rabbia il sudore. "Non ho firmato un contratto per un lavoro del genere." Rachel sapeva che cosa le avrebbe detto la madre se fosse stata presente in quel momento: "Nell'incertezza, parla con franchezza!". Quel vecchio adagio yankee rappresentava una delle convinzioni di fondo della mamma di Racheclass="underline" nei momenti difficili la cosa più importante è la sincerità, senza badare alla forma.

Respirò profondamente, sedette eretta e guardò dritto nella telecamera. «Forse vi chiederete come faccio a sudare come un maiale al di sopra del Circolo artico, ma il fatto è che… sono alquanto nervosa.»

I visi davanti a lei sembrarono rilassarsi per un attimo. Qualche risata imbarazzata.

«Inoltre, il vostro capo mi ha avvisato con un anticipo di circa dieci secondi che avrei dovuto affrontare il suo intero staff. Questo battesimo del fuoco non è esattamente ciò che avevo in mente per la mia prima visita allo Studio Ovale.»

Risate più convinte, a questo punto.

«E poi» disse, guardando in fondo allo schermo «non immaginavo certo di sedere al tavolo del presidente… anzi, addirittura sopra!»

Uno scoppio di ilarità e qualche ampio sorriso. Rachel sentì i muscoli rilassarsi. "Di' semplicemente come stanno le cose."

«Questa è la situazione.» Di nuovo il suo tono di voce normale, chiaro e pacato. «Il presidente Herney non è comparso sui media, in quest'ultima settimana, non per disinteresse verso la propria campagna elettorale, ma perché impegnato su un'altra questione, che riteneva prioritaria.»

Fece una pausa, stabilendo un contatto visivo con il pubblico.

«Nell'Artico settentrionale, in una località chiamata banchisa di Milne, è stata fatta una scoperta di straordinario valore scientifico. Il presidente ne informerà il mondo intero questa sera alle venti, nel corso di una conferenza stampa. Questo importante passo in avanti è stato compiuto da un gruppo di operosi americani che negli ultimi tempi hanno subito una serie di batoste e meritano un po' di respiro. Sto parlando della NASA. Sarete orgogliosi di sapere che il vostro presidente, che con evidente chiaroveggenza si è fatto un punto d'onore di schierarsi con la NASA anche in tempi difficili, ha finalmente visto premiata la sua lealtà.»

Soltanto in quell'istante Rachel si rese davvero conto che quello era un momento storico. Avvertì un nodo in gola, ma si sforzò di proseguire.

«Come referente per l'intelligence, specializzata nell'analisi e nella verifica delle informazioni, sono stata incaricata insieme ad altri dal presidente di esaminare i dati della NASA. Li ho studiati personalmente e ne ho discusso con parecchi specialisti — sia governativi, sia civili — uomini e donne con credenziali inattaccabili, scienziati estranei a qualsiasi influenza politica. La mia opinione professionale è che i dati che sto per presentarvi sono stati raccolti in modo corretto ed esposti con obiettività. Inoltre, è mia opinione personale che il presidente, per rispetto verso la sua carica e verso il popolo americano, ha dimostrato un'ammirevole prudenza e uno straordinario autocontrollo quando ha deciso di ritardare l'annuncio che certamente avrebbe preferito fare la settimana scorsa.»

Rachel vide le persone sullo schermo scambiarsi sguardi perplessi, prima di tornare ad appuntare gli occhi su di lei. Capì di avere tutta la loro attenzione.

«Signore e signori, state per ascoltare quella che, ne sono sicura, è la più straordinaria notizia mai rivelata in questo ufficio.»

35

La panoramica aerea trasmessa alla Delta Force dal microbot che volteggiava dentro l'habisfera avrebbe potuto vincere un concorso cinematografico d'avanguardia: le luci attenuate, lo scintillio del pozzo di estrazione e l'elegante asiatico sdraiato sul ghiaccio, il giaccone di cammello allargato intorno a lui come un'enorme ala. Stava chiaramente cercando di estrarre un campione d'acqua.

«Dobbiamo fermarlo» disse Delta-Tre.

Delta-Uno concordò con lui. La banchisa di Milne conservava segreti che la sua squadra era autorizzata a proteggere con qualsiasi mezzo.

«Come lo fermiamo?» chiese Delta-Due, la mano stretta sul joystick. «Questi microbot non sono attrezzati.»

Delta-Uno aggrottò la fronte. Il congegno che in quel momento si librava dentro l'habisfera era un modello da ricognizione, adatto al volo prolungato e innocuo come una mosca.