Выбрать главу

«Io ne vedo uno.» Si girò verso di lei e la baciò. Judy rimase immobile e lui si girò nuovamente; la sua mano rimaneva sul petto di lei.

«Perché non fa le sue gite con te?» gli chiese Judy.

«Non vuole essere di troppo.»

La ragazza strinse gli occhi contro il sole.

«Non gli sono simpatica.»

«È reciproco.»

Judy non rispose; la mano di lui le scese lungo la coscia.

«No, John.»

«Hai firmato un impegno con le girl-scouts?» All’improvviso sembrò seccato, stizzoso.

«Non per fare la pudibonda, soltanto…»

«Soltanto che cosa?»

«Non mi conosci.»

«Maledizione! Non me ne hai dato gran possibilità, ti pare?»

Bruscamente Judy si alzò, si guardò attorno. Nella parete di roccia alle loro spalle si apriva una fenditura.

«Andiamo a dare un’occhiata.»

«Se vuoi.»

«È una caverna?»

«Sì.»

«Esploriamola.»

«Il nostro abbigliamento non è il più adatto.»

«Non sei un po’ formale?» Gli sorrise e si infilò il pullover, poi gli lanciò il suo. «Tieni.»

«Arriva parecchio in basso. Avremmo bisogno di attrezzature da speleologo, di chiodi, ad esempio.»

«Non ci spingeremo molto avanti.»

«D’accordo.» Si levò in piedi e cercò di scacciare il cattivo umore. «Andiamo.»

All’interno la caverna si allargava, poi, man mano che si immergeva più profondamente nella roccia, si andava restringendo. Il terreno in principio era sabbioso, disseminato di sassi. Man mano che andavano avanti si trovarono a strisciare sopra dai massi. Faceva molto freddo, là dentro, e c’era un profondo silenzio. Fleming aveva preso dalla barca una pila e con essa illuminava le pareti rocciose di fronte a loro. Chiazze di umidità scintillavano alla sua luce. Dopo una cinquantina di metri giunsero ad una seconda grotta, che aveva una grande conca d’acqua all’estremità più lontana. Judy si inginocchiò specchiandosi nell’acqua.

«C’è un pezzo di corda, qui.»

«Che cosa?» Fleming si accovacciò accanto a lei, guardando sul fondo della conca. Il capo di un pezzo di corda bianca era legato e trattenuto all’orlo da un masso, mentre il resto affondava nell’acqua. Fleming provò a tirarla. Era molto tesa.

«È profondo?» chiese Judy, abbassando il raggio della pila, ma non riuscì a vedere altro che l’oscurità, sotto la superficie dell’acqua.

«Ti spiace tenere la torcia?»

Fleming afferrò la corda con entrambe le mani e la tirò a sé, lentamente. All’estremità era appesa una grossa gamella, a chiusura ermetica, appesantita con delle pietre. Judy ne illuminò il coperchio con la pila.

«È di Dennis!» esclamò Fleming.

«Di Dennis Bridger?»

«Sì. Gli serviva per i pic-nic. Lo vedi questo segno a zigzag?»

«Perché l’ha lasciata qui?» Judy parlava più a se stessa che a Fleming.

«Non so. Dovremmo chiederlo a lui.»

Judy aprì il coperchio esplorando con le dita all’interno.

«Per amor del cielo!»

«È piena di fogli.» Ne estrasse alcuni, tenendoli sotto la luce della pila. «Li riconosci?»

«È il nostro materiale.» Fleming li guardava incredulo. «Copiati. Faremmo bene a riportarglieli indietro.»

«No.» Judy rimise i fogli nel recipiente e lo richiuse.

«Che intendi fare?»

«Lasciarlo dove lo abbiamo trovato.»

«Ma è assurdo.»

«Per piacere, John, so quello che faccio.» Sollevò la gamella e la buttò di nuovo nell’acqua, mentre lui la guardava accigliato, tenendo la pila.

«Cosa stai facendo?» le chiese, ma lei non poteva dirglielo.

Quando ritornarono al campo trovarono Reinhart, che attaccò bottone con Fleming davanti agli uffici.

«Hai un minuto, John?»

«Ufficialmente io non sono qui.»

«Senti, John.» Il professore sembrava ferito. «Siamo nei pasticci.»

«Bene.»

«Madeleine è riuscita in una sintesi di DNA. Si sono davvero formate delle cellule.»

«Deve essere fiero di lei.»

«Cellule singole. Ma non vivono, o vivono solo pochi minuti.»

«Allora lei è proprio fortunato. Se vivessero sarebbero sotto il controllo della macchina.»

«Come?»

«Non so. Ma non potrebbero esserci amiche.»

«Una sola cellula non può far molto danno.» Judy non aveva mai sentito prima Reinhart supplicare apertamente per qualche cosa. «Vieni lo stesso.»

Fleming, ostinato, strinse le labbra.

«Via, John.» Judy si volse a guardarlo. «O hai paura che ti mordano?»

Fleming alzò le spalle e seguì il professore.

Judy andò dritta nell’ufficio di Quadring a fare il suo rapporto.

«Ah,» disse Quadring. «I conti tornano. Dov’è ora?»

Telefonarono alla sala del calcolatore, ma Bridger se ne era appena andato.

«Dica ai ragazzi del Servizio di Sicurezza di trovarlo e di pedinarlo,» disse Quadring al suo assistente. «Ma lui non deve vederli.»

«Benissimo, maggiore.» L’attendente fece ruotare la seggiola verso il quadrante di commutazione.

«A chi è affidato il servizio di sorveglianza della scogliera?»

«Alla sezione B, maggiore.»

«Dica loro di sorvegliare il sentiero che porta al molo.»

«Devono fermarlo?»

«No, devono lasciarlo andare, se vuole, e riferircelo.» Quadring si rivolse a Judy. «Il suo amico gli ha telefonato proprio oggi. È chiaro che vogliono qualcosa con estrema urgenza per correre un rischio simile.»

«Perché dovrebbero?»

«Forse hanno qualche trattativa in corso. Abbiamo ascoltato naturalmente. In linea di massima sono stati piuttosto prudenti, ma hanno detto qualcosa a proposito della strada nuova.»

Judy si strinse nelle spalle. La cosa andava al di là della sua comprensione. Quadring attese finché l’attendente ebbe telefonato al corpo di sicurezza della base, e fu uscito per consegnare il messaggio al comandante della sezione B. Poi condusse Judy verso una carta geografica murale.

«La vecchia strada passava per l’isola. Bridger poteva portarvi del materiale, e nasconderlo senza doversi sottomettere al controllo d’uscita dalla base. Quando era necessario questo materiale poteva essere raccolto dal panfilo. Probabilmente uno dei colleghi di Kaufmann ha un’imbarcazione da mare aperto che può ancorarsi molto lontano e mandare una scialuppa agli appuntamenti con Bridger.»

«La scialuppa bianca?»

«Quella che lei ha vista.»

«Allora è per questo che…?» Era passato parecchio tempo da quando le avevano sparato, nella brughiera, ma il ricordo le ritornava evidente nel guardare la carta.

«Kaufmann doveva avere qualcuno che avvisasse tempestivamente Bridger e lo mantenesse in contatto con il panfilo. Usava il suo autista, che arrivava con l’auto.»

«Ed è lui che mi ha sparato?»

«Probabilmente sì. È stata una stupidaggine, ma secondo me pensava di poter gettare il suo cadavere in mare.»

Judy, nel suo pesante maglione, si sentì percorrere da un brivido gelido.

«E la strada nuova?»

«È che tra il tempo e la nostra sorveglianza non possono più usare il panfilo; e così non possono raggiungere l’isola. Bridger se ne serve ancora come nascondiglio, come lei ha scoperto, ma dovrà riportare indietro il materiale, e portarlo di contrabbando fuori dai cancelli principali; cosa più rischiosa.»

Judy guardava fuori nella fredda oscurità che scendeva sul calore della giornata. I bassi tetti quadrati dei laboratori sporgevano neri tra i prati del promontorio che si andava oscurando. Solo le finestre di alcune baracche erano illuminate e sopra di loro l’enorme arco del cielo cominciava ad offuscarsi, scomparendo. Da qualche parte la Dawnay lavorava in una stanza sotterranea, nella luce artificiale, ignara delle conseguenze di quanto stava facendo. Da qualche parte Fleming discuteva con Reinhart sul futuro. E in qualche angolo, solo e triste, forse tremante di paura nascosta, Bridger si stava vestendo di indumenti impermeabili, con maglie da pescatore e stivali da guado, per uscire nella notte.