— Non l’ho visto quando sono venuto a prendervi. Dov’era?
Ausfaller s’irritò quando Carlos rise, e s’irritò ancora di più quando risi anch’io. Mi faceva male la gola. Comunque, ci ha salvato la vita — dissi. — Deve aver aumentato al massimo la pressione dell’aria, prima di saltare. Chissà perché?
— Voleva essere ricordato — disse Carlos. — Nessun altro sapeva ciò che aveva fatto. Ahh…
Guardai mentre una parte dell’asteroide collassava su se stessa, lasciando un cratere profondo.
— Si muove più lentamente all’apogeo. Raccoglie più materia — disse Carlos.
— Di cosa stai parlando?
— Più tardi, Sigmund. Quando la mia gola tornerà a funzionare.
— Forward aveva un buco nella tasca — suggerii. — E…
L’altra parte dell’asteroide collassò. Per un momento sembrò che balenasse una folgore.
Poi l’intera palla di neve sporca incominciò a rimpicciolire.
Pensai a qualcosa che probabilmente era sfuggito a Carlos. — Sigmund, la sua nave ha gli schermi solari automatici?
— Naturalmente li abbiamo…
Vi fu un lampo di luce che divorò l’universo, prima che lo schermo diventasse nero. Quando si schiarì, non c’era più niente da vedere tranne le stelle.