Nei bar del Camelot c’è la gravità terrestre. Lasciammo i divani da viaggio nel vestibolo ed entrammo camminando come veri uomini. I jinxiani entravano rimbalzando come mattoni di gomma, con grandi sorrisi di felicità sulle facce larghe. I jinxiani amano la bassa gravità. Molti di loro emigrano su altri mondi.
Adocchiammo subito Ausfaller: un terrapiattaio tondo, con la faccia da luna piena, i capelli scuri folti e ondulati e un paio di baffetti neri. Si alzò quando ci avvicinammo. — Beowulf Shaeffer! — esclamò raggiante. — Che piacere rivederla! Mi sembra che siano otto anni o giù di lì. Come se l’è passata?
— Ho vissuto — risposi io.
Carlos si fregò energicamente le mani. — Sigmund! Perché avevi messo una bomba sulla nave di Bey?
Ausfaller sbatté le palpebre con aria sorpresa. — Ti ha detto che la nave era sua? Non lo era. Stava pensando di rubarla. E io pensai che non avrebbe rubato una nave con una bomba a tempo nascosta a bordo.
— Ma tu non c’eri immischiato? — Carlos s’infilò nel separé accanto a lui. — Non sei della polizia. Lavori per l’Ufficio Relazioni con gli Alieni.
— La nave era di proprietà della Società Prodotti Generali, che appartiene ai burattinai di Pierson, non agli umani.
Carlos si girò verso di me. — Bey! Vergognati.
— Accidenti! Stavano cercando di ricattarmi per costringermi a una missione suicida! E Ausfaller lasciò che se la cavassero impunemente. Fu l’esibizione di tatto meno convincente che abbia mai visto in vita mia.
— Per fortuna che questi separé sono isolati acusticamente — disse Carlos. — Ordiniamo, adesso.
Alla faccia del campo isolante acustico: la gente ci sbirciava. Sedetti. Quando ci servirono, bevvi subito una sorsata molto lunga. Perché avevo parlato della bomba?
Ausfaller stava dicendo: — Allora, Carlos, hai cambiato idea? Verrai con me?
— Sì, se posso portare un amico.
Ausfaller aggrottò la fronte e mi guardò. — Anche lei vuol raggiungere la Terra?
Io avevo deciso. — Non credo. Anzi, vorrei convincerla a non prendere a bordo Carlos.
Carlos disse: — Ehi!
Non gli lasciai il tempo di continuare. — Ausfaller, lei sa chi è Carlos? Ha una licenza di paternità illimitata fin da quando aveva diciotto anni. Diciotto! Non mi dispiacerebbe affatto se lei rischiasse la propria pelle, anzi mi farebbe piacere. Ma quella di Carlos?
— Non è poi un rischio tanto grande! — esclamò Carlos.
— Ah no? Cos’è Ausfaller che non avessero le altre otto navi?
— Due cose — rispose Ausfaller in tono paziente. — Una, saremo in arrivo e non in partenza. Sei delle otto navi scomparse stavano lasciando il Sistema di Sol. Se ci sono pirati nei dintorni di Sol, devono aver concluso che è molto più facile localizzare una nave in partenza.
— Ne hanno prese due in arrivo. Due navi, cinquanta persone tra equipaggio e passeggeri, tutto andato. Puff!
— Non mi prenderebbero tanto facilmente — si vantò Ausfaller. — La Hobo Kelly trae in inganno. Sembra una nave mercantile-passeggeri, ma è una nave da guerra, armata e capace di un’accelerazione di trenta g. Nello spazio normale possiamo sfuggire a qualunque cosa non riuscissimo a combattere. Pensiamo che si tratti di pirati, no? E i pirati vorrebbero saccheggiare una nave, prima di distruggerla.
Ero incuriosito. — Perché? Perché una nave da guerra camuffata? Spera che l’attaccheranno?
— Se sono veramente pirati, sì, spero che mi attacchino. Ma non all’entrata del Sistema di Sol. Abbiamo in programma una sostituzione. Un mercantile normale scenderà sulla Terra, prenderà a bordo un carico d’un certo valore, e partirà per Wunderland in rotta lineare. La mia nave lo sostituirà prima che sia passato attraverso gli asteroidi. Quindi, come vede, non ci sarà rischio di perdere i geni preziosi di Mr. Wu.
Con le palme appoggiate sul piano del tavolo e le braccia diritte, Carlos si alzò, torreggiando su di noi. — Con una certa diffidenza, vi faccio notare che si tratta dei miei dannati geni e che posso farne quel cavolo che voglio! Bey, ho già avuto la mia parte di figli, inclusi i tuoi!
— Calma, Carlos. Non intendevo calpestare qualcuno dei tuoi diritti inalienabili. — Mi rivolsi ad Ausfaller. — Ancora non capisco perché le navi che spariscono debbano interessare l’Ufficio Relazioni con gli Alieni.
— C’erano passeggeri alieni a bordo di alcune di quelle navi.
— Oh.
— E ci siamo chiesti se anche i pirati possono essere alieni. Certamente usano una tecnica ignota all’umanità. Delle sei navi in uscita, cinque sono sparite dopo aver comunicato che stavano per entrare in hyperdrive.
Zufolai. — Sono capaci di tirar fuori una nave dall’hyperdrive? È impossibile. No? Carlos?
Carlos storse la bocca. — No, visto che lo fanno. Ma non capisco il principio. Se le navi sparissero e basta, sarebbe diverso. Qualunque nave sparisce se si addentra troppo in un pozzo di gravità quando è in hyperdrive.
— Allora… allora forse non si tratta di pirati. Carlos, potrebbero esistere nell’iperspazio esseri viventi che divorano le navi?
— Per me, potrebbero anche esistere. Io non sono onnisciente, Bey, contrariamente all’opinione popolare. — Ma dopo un minuto Carlos scrollò la testa. — Non la bevo. Potrei accettare una massa sconosciuta ai margini del Sistema di Sol. Le navi che si avvicinassero troppo in hyperdrive scomparirebbero.
— No — disse Ausfaller. — Nessuna massa singola potrebbe aver causato tutte quelle sparizioni. Conosciuto o sconosciuto, un pianeta è legato dalla gravità e dall’inerzia. Abbiamo effettuato le simulazioni con il computer. Sarebbero state necessarie tre grosse masse, tutte sconosciute, tutte sulle rotte del traffico simultaneamente.
— Grosse quanto? Come Marte o di più?
— Allora hai pensato anche tu a questa faccenda.
Carlos sorrise. — Già. Può sembrare impossibile, ma non lo è. È soltanto improbabile. C’è un’enorme quantità di ciarpame nello spazio transnettuniano. Quattro pianeti conosciuti e innumerevoli frammenti di ghiaccio, di pietra e di nichel-ferro.
— Comunque, è molto improbabile.
Carlos annuì. Ci fu un silenzio.
Io stavo ancora pensando ai mostri nell’iperspazio. La cosa più bella di questa ipotesi era che non si poteva neppure calcolare una probabilità. Ne sapevamo troppo poco.
L’umanità usa l’hypedrive ormai da quattrocento anni. In tutto questo tempo sono sparite pochissime navi, se non durante le guerre. E adesso, otto navi in dieci mesi, e tutte intorno al Sistema di Sol.
Supponiamo che una bestia dell’iperspazio avesse scoperto le navi nella sua zona, magari durante una delle guerre tra umani e kzin. Sarebbe andata a chiamare i suoi amici. E adesso stavano facendo prede intorno al Sistema di Sol. L’afflusso delle navi intorno a Sol è maggiore che intorno a tre stelle coloniali prese a caso. Ma, se fossero arrivati altri mostri, sicuramente avrebbero dovuto spostarsi verso le altre colonie.
Non riuscivo a immaginare una difesa contro una possibilità del genere. Forse saremmo stati costretti a rinunciare ai viaggi interstellari.
Ausfaller disse: — Sarei lieto se cambiasse idea e venisse con noi, Mr. Shaeffer.
— Uhm? È sicuro di volermi a bordo della sua nave?
— Oh, assolutamente! Altrimenti, come potrei essere sicuro che non ci ha nascosto una bomba? — Ausfaller rise. — E del resto, un pilota qualificato ci farebbe comodo. Infine, mi piacerebbe avere la possibilità di spulciare la sua mente, Beowulf Shaeffer. Lei ha la strana dote di fare il mio lavoro al posto mio.
— Cosa vorrebbe dire, con questo?
— La Prodotti Generali si servì del ricatto per convincerla ad effettuare un’orbita ravvicinata intorno a una stella di neutroni. Lei venne a sapere qualcosa sul loro mondo (ancora non sappiamo che cosa) e li ricattò a sua volta. Sappiamo che i contratti conclusi per ricatto costituiscono una parte normale dell’attività affaristica dei burattinai. Lei si guadagnò il loro rispetto. Da quella volta ha sempre trattato con loro. Ha trattato anche con altri alieni, e senza attriti. Ma mi ha colpito soprattutto il modo in cui ha risolto il rapimento di Lloobee.