«Quando ha subito l'aborto?»
«Oggi è una settimana. Ha disdetto due appuntamenti con me, e non l'ho più vista. Ho chiamato e lasciato messaggi. Non mi ha richiamato.»
«Allora è stato un aborto spontaneo? È così che è cominciato?»
«No. Non c'è stato aborto spontaneo.»
«Ritiene che abbia tentato di abortire da sola?»
«No, naturalmente no. Niente del genere, ma il feto era in pericolo. Non dormiva né mangiava da giorni. Era sottoposta a un'enorme pressione.»
«Che tipo di pressione?»
«Non lo so. Quando quella notte l'ho vista all'ospedale, non ha voluto raccontarmi nulla. Il medico di servizio le aveva prospettato la possibilità di salvare il bambino. Lei aveva urlato, "No! Tagliatemelo via!" Quello non ha tenuto conto dello stato emotivo di Amanda, e ha fatto quello che lei gli chiedeva.»
«Che tipo di trauma avrebbe potuto causare le perdite di sangue e i crampi?»
«Qualunque cosa in grado di toglierle la pace e il sonno. Il riposo a letto era importante. Non è inconsueto che alcune donne con profili clinici particolari passino l'intera gravidanza a letto.»
«Mi dia delle ragioni per cui potesse desiderare di liberarsi del bambino. So che non era per motivi economici. Ho controllato il suo conto bancario.»
«Forse era emerso qualcosa di molto spiacevole sul conto del padre del bambino, qualcosa che le aveva reso intollerabile l'idea di portare dentro di sé suo figlio. Stava entrando nel secondo trimestre della gravidanza. Non ho idea di quando abbia detto all'uomo del bambino. Lui potrebbe averle rivelato un problema di natura genetica.»
«Ma lei avrebbe fatto delle analisi per accertarlo, giusto?»
«Non era un buon soggetto per un'amniocentesi. Era una gravidanza molto delicata. Avrei dovuto avere un ottimo motivo per infilarle un ago nella pancia ed estrarne il liquido necessario. Ma Amanda non mi aveva mai parlato di problemi genetici, o di qualunque altro tipo di problema. Era una donna molto felice, prima di perdere il bambino.»
«Riesce a pensare a qualche altra possibilità?»
«Le donne abortiscono in caso di stupro. Non è questo il caso, ma deve comunque essersi trattato di qualcosa di orrendo…»
Il volto del dottore esprimeva un dolore autentico.
«Ero molto affezionato ad Amanda.» I suoi occhi si posarono nuovamente sulle foto dell'autopsia. Si protese per allontanarle da sé, spingendole fin quasi al bordo della scrivania. «Il conto bancario di cui ha parlato… era la caparra per l'acquisto di una casa. Ne voleva una con cortile perché il bambino potesse giocarci.»
A fine giornata, nell'ufficio di Coffey, quello che continuava a essere chiamato l'ufficio di Markowitz, Riker stava dicendo: «E l'assassino si è guadagnato l'ammirazione di Mallory per la precisione con cui fa le pulizie».
Coffey si rivolse a lei. «Quelli della Scientifica hanno scoperto qualcosa?»
«La squadra di Heller ha trovato una pistola giocattolo nella spazzatura dell'edificio. Lui ritiene che abbia qualche legame con l'appartamento della Bosch.»
«Ha rilevato delle impronte?»
«No» disse Mallory. «È per questo che pensa che c'entri qualcosa. La pistola è stata ripulita. È la copia di una vecchia sei colpi.»
«Non sapevo che pistole del genere fossero ancora in produzione.»
«Le fanno solo poche ditte» disse Riker abbassando lo sguardo sul taccuino. «In ogni caso questa è stata fatta trent'anni fa. Potrebbe essere appartenuta all'assassino da bambino.»
«Pensi che abbia tentato di spaventarla con quella?»
«Possibile» rispose Riker. «Un adulto che conserva i suoi giocattoli dà sempre da pensare.»
Sulla scrivania che li divideva c'era una palla da baseball con l'autografo di Mickey Mantle. Coffey sorrise senza traccia di irritazione. Non aveva voglia di litigare. Riker si strinse nelle spalle.
«Come movente cosa abbiamo… c'è qualcosa?»
«La Bosch ha scoperto qualcosa sul conto dell'assassino e l'ha minacciato» disse Mallory. «Lui si è fatto prendere dal panico e l'ha uccisa.»
«Come sei giunta a queste conclusioni, Mallory?» fece Coffey, sorpreso.
«Trovare e controllare informazioni era il mestiere della vittima. Lui era il padre del bambino…»
«Questo non lo sai.» O lo sapeva?
«Se lui è il padre del bambino, è ragionevole ipotizzare che lei abbia fatto qualche ricerca sul suo conto» si corresse Mallory. «Deve aver scoperto qualcosa di grave.»
«Ma le tue sono solo supposizioni. A meno che non mi stiate nascondendo qualcosa. Non è così, vero?»
«Certo che no» disse Mallory dopo qualche istante.
Coffey decise che aveva impiegato troppo a rispondere.
«Hai identificato il cadavere. Ottimo lavoro, Mallory. Ma per il Coventry Arms non abbiamo niente di solido. Non posso interrogare gli inquilini sulla base di mere ipotesi. Non senza ricevere pesanti lamentele da parte di gente molto altolocata. Non abbiamo uno straccio di prova. Se il parco è il luogo del delitto, la mancanza di un alibi per i sei minuti necessari a compiere l'assassinio non reggerà in tribunale. Abbiamo un periodo di ventiquattr'ore durante il quale l'assassino può essere entrato nell'appartamento della Bosch. Non è neppure detto che l'abbia tirato a lucido in un'unica sessione. Poniamo di interrogare tutti i maschi adulti nell'edificio, che cosa otterremmo, in termini concreti? Non posso autorizzare un'iniziativa del genere a causa di una scheda mancante. Non possiamo escludere che sia stata la stessa Bosch a toglierla dallo schedario. Forse si era stufata di lavorare per Betty Hyde.»
«Non ha tolto lei la scheda. La copia cartacea dell'indirizzario comprende i nomi di clienti per i quali non lavora da tempo. La Bosch non ha eliminato proprio niente.»
Ad eccezione di un bambino mai nato.
«Non è abbastanza per interrogare qualcuno.»
«Non ti sto chiedendo di interrogare qualcuno. Potrei trasferirmi nell'edificio» disse Mallory. «Uno di quegli appartamenti dev'essere sfitto. Qualcuno fuori città, qualcuno che si è trasferito.»
«E tu pensi di poterti trasferire in un appartamento in subaffitto, o anche in uno libero senza destare sospetti? Continuiamo a ricevere telefonate da gente convinta che tu sia morta perché ha visto la tua faccia in televisione.»
«Io sono certa che il colpevole abbia qualche legame con quell'edificio. Bisogna costringerlo a uscire allo scoperto, o non lo prenderemo mai.»
«Non puoi prenderli tutti, Mallory.»
«L'assassino appartiene a un ambiente frequentato dalla Bosch e dalla Hyde. Nel computer ho trovato appunti che attestano l'esistenza di un rapporto personale tra le due donne. La Hyde potrebbe avere presentato l'assassino ad Amanda, magari si sono incontrati mentre lei era a casa della sua cliente… Tutto quello che so è che tra il Coventry Arms e il bastardo che cerchiamo deve esserci un nesso.»
«Qual è la posizione di Betty Hyde? Poteva avere qualche motivo di desiderare Amanda Bosch morta?»
«La Hyde era in Australia il giorno del delitto. Ha più di sessant'anni e non è abbastanza alta per essere l'assassino.»
«Potrebbe essersi servita di un sicario, anche se questo omicidio non sembra il lavoro di un professionista.»
«Non regge. Amanda aveva un rapporto personale con il suo assassino. Quella mattina è andata al parco per incontrarlo. L'omicidio non era premeditato. Il nostro uomo non ha portato armi con sé, ha usato una pietra e le mani.»
«Perché non invitiamo la signorina Hyde per qualche domanda? Potremmo far passare il colloquio come una richiesta di aiuto.»
«No. Qui ci vuole molta discrezione. Il resto della clientela della vittima abita a Midtown o nel Village. L'unico legame con la Upper West Side rimane quell'edificio. L'indirizzo che l'uomo voleva coprire.»
«Mallory, non hai niente di concreto. Non sei certa che lui viva al Coventry Arms.»
«Ti sbagli. Ha passato molto tempo con il cadavere, spappolandole le mani, riducendole in poltiglia. Se l'è presa comoda. Superato il panico iniziale, si sentiva a suo agio in quell'angolo del parco. Era vicino a casa.»