«Così se ne va la mia parte di bottino», mormorò prendendo posto a sedere.
«Aspetta che mio marito si svegli e veda che io non ci sono», disse la Veste Bianca al suo fianco. «Dovrò dare delle spiegazioni quando tornerò a casa.»
«Tu pensi di avere dei problemi», disse la Veste Nera, che sospirò al pensiero del caos che il demone gli stava creando nel laboratorio. Ammesso che lui ancora avesse un laboratorio.
Tutte le seccature personali furono però dimenticate quando i maghi ascoltarono sconvolti il racconto di Jenna. La maga cominciò da principio, narrando la storia di Rhys come lui gliel’aveva raccontata. Finì col malaugurato attacco al Prediletto.
«L’incantesimo che ho creato era "Sole girante"», disse loro. «Presumo che tutti voi lo conosciate bene.»
Le teste incappucciate annuirono.
«Come sapete, questo incantesimo è particolarmente efficace contro i morti viventi. Avrebbe dovuto carbonizzare quel cadavere ambulante. Invece non ha avuto su di lui alcun effetto. Il Prediletto ha riso di me.»
«Poiché sei stata tu, Jenna, a creare l’incantesimo, devo presumere che non vi sia possibilità che tu abbia commesso un errore. Che tu abbia pronunciato male una parola o abbia usato un componente magico impuro.»
Aveva parlato Dalamar lo Scuro, superiore dell’Ordine delle Vesti Nere. Pur essendo un elfo e relativamente giovane secondo i parametri degli elfi, Dalamar appariva più vecchio dell’essere umano più vecchio seduto al tavolo. I capelli neri erano striati di bianco. Gli occhi erano infossati nelle orbite. Il viso dalle ossa fini sembrava intagliato nell’avorio. Anche se appariva fragile, Dalamar era al culmine della sua potenza ed era assai rispettato da tutti gli Ordini.
Sarebbe dovuto diventare presidente del Conclave se non fosse stato per alcuni deplorevoli errori del passato che avevano indotto sia gli dèi sia i maghi a opporsi a lui e a promuovere al suo posto Jenna. I due erano stati amanti molti anni prima ed erano ancora amici quando non erano rivali.
«Poiché sono stata io a creare l’incantesimo», ribatté freddamente Jenna, «posso assicurarti che non vi è alcuna possibilità che io abbia commesso un errore».
Dalamar pareva scettico.
Jenna alzò la mano verso il cielo. «Poiché Lunitari mi è testimone», dichiarò, «che la dea ci mandi un segno se io ho eseguito male l’incantesimo».
«Jenna non ha commesso nessun errore», disse Lunitari con un’occhiata accigliata verso Nuitari.
«Dalamar non ha detto che ne abbia commessi», ribatté Nuitari. «In effetti ha detto di no.»
«Non era ciò che intendeva.»
«Smettetela, voi due», intervenne Solinari. «Questa è una faccenda seria, forse la più seria che ci troviamo di fronte da quando siamo ritornati. Placa la tua ira, cugina. Dalamar lo Scuro ha agito in maniera appropriata nel chiedere rassicurazione.»
«E la otterrà», disse Lunitari.
La biblioteca fu all’improvviso soffusa di calda luce rossa. Jenna sorrise di soddisfazione. Dalamar diede un’occhiata verso il cielo e inclinò la testa incappucciata in segno di deferenza verso la dea.
«Nessuno di noi dubita delle capacità di Sua Signoria Jenna, ma perfino lei deve ammettere che deve esserci qualche modo per annientare questi morti viventi», affermò una Veste Bianca. «Come ha detto il paladino di Kiri-Jolith, nemmeno Chemosh può rendere indistruttibile un mortale.»
«C’è sempre una prima volta per ogni cosa», ribatté caustico Dalamar. «Cento anni fa io non avrei detto che un dio potesse rubare il mondo. Eppure è successo.»
«Forse l’incantesimo di uno stregone può annientarlo», suggerì Coryn la Bianca, il più recente membro del Conclave. Ancorché giovane, aveva grande talento ed era considerata una grande favorita del dio Solinari.
I suoi colleghi maghi, perfino quelli delle Vesti Bianche, la guardarono con disapprovazione.
Gli stregoni erano coloro che usavano la magia primitiva proveniente dal mondo stesso, non la magia divina dei cieli. Gli stregoni avevano praticato la magia su Krynn durante l’assenza degli dèi. Gli stregoni non erano limitati dalle leggi dell’Alta Magia ma operavano in maniera indipendente. Nel periodo precedente al Secondo Cataclisma, questi esseri indipendenti erano stati considerati dei rinnegati e i membri di tutti e tre gli Ordini avevano dato loro la caccia. A molti membri di questo Conclave sarebbe piaciuto farlo anche adesso, ma non lo facevano per diversi motivi: la magia divina era ritornata soltanto da poco su Krynn, i maghi stavano appena ritornando alle antiche pratiche, erano poco numerosi e ancora non ben organizzati.
Sua Signoria Jenna, in quanto presidente del Conclave, era fautrice della politica del «vivi e lascia vivere», che per lo più veniva seguita. Ciò non significava però che i maghi nutrissero sentimenti amichevoli verso gli stregoni. Tutto il contrario.
Coryn la Bianca era stata una fattucchiera che solo di recente aveva rinunciato alla magia primitiva passando alla più disciplinata magia degli dèi. Sapeva che cosa pensavano gli altri maghi riguardo agli stregoni e provava una gioia piuttosto maliziosa nel provocarli. Questa volta però non li stava provocando, era assolutamente seria.
«Sua Signoria Coryn non ha tutti i torti», affermò di malavoglia Jenna. Tutti i maghi la guardarono con stupore. Alcune Vesti Nere si accigliarono e mormorarono.
«Io ho fra i miei clienti diversi stregoni», proseguì Jenna. «Mi metterò in contatto con loro e li inviterò a mettere alla prova le loro capacità contro queste creature. Tuttavia non nutro molte speranze nel fatto che la loro fortuna sia migliore della nostra.»
«Speranze!» ripeté rabbiosamente una Veste Rossa. «Speriamo che questi Prediletti facciano a pezzi gli stregoni! Vi rendete conto che significherebbe se uno stregone sapesse uccidere queste creature nefande e noi no? Saremmo lo zimbello di Ansalon! Io dico di tenere per noi ciò che sappiamo su questi Prediletti. Non diciamolo agli stregoni.»
«Troppo tardi», disse arcignamente una Veste Nera. «Adesso che i chierici lo sanno, celebreranno riti di preghiera, con i fedeli a rotolarsi per terra isterici e i sacerdoti a scagliare acqua santa su tutto ciò che si muove. Troveranno un modo per dare la colpa ai maghi. Aspettate e vedrete se non sarà così.»
«Ed è proprio questo il motivo per cui noi dobbiamo stabilire direttive su come affrontare i Prediletti e rendere nota al pubblico la nostra posizione», disse Jenna. «I maghi devono essere visti collaborare con tutti per trovare una soluzione a questo mistero, anche se ciò significa unire le forze con sacerdoti e stregoni e mistici.»
«Ammettendo così che noi non siamo in grado di risolverlo da soli», disse acidamente una Veste Bianca. «Che ne dite, Vostra Signoria Coryn?»
«Concordo con Sua Signoria Jenna. Dovremmo essere aperti e sinceri riguardo a questi Prediletti. I problemi che noi maghi abbiamo affrontato in passato si sono presentati in conseguenza del nostro volerci avvolgere nel mistero e nella segretezza.»
«Oh, concordo proprio», disse Dalamar. «Dico: spalanchiamo le porte della Torre e invitiamo la marmaglia a venire a passarvi la giornata. Possiamo eseguire dimostrazioni, spedire fuori sfere di fuoco e cose simili, servire sul prato punch al latte e biscotti.»