Rhys scrollò il capo.
“Mina!” disse Nightshade, sgomento. “Stavo per arrabbiarmi con lei, perché mi aveva ucciso, sai, ma lei è venuta da me, mi ha abbracciato e si è messa a piangere su di me. E poi mi ha preso per mano ed è uscita con me dalla Sala del Giudizio e mi ha mostrato la strada fatta di polvere di stelle che mi porterà avanti oltre il tramonto quando sarò pronto per andarmene. Io sono stato contento per lei, perché sembra avere trovato la sua strada, e perché non è più pazza, ma ero anche triste, perché sembrava anche lei tanto triste.”
“Credo che lo sarà sempre”, disse Rhys.
Nightshade emise un sospiro profondo. “Lo credo anch’io. Sai, nei miei viaggi ho visto i piccoli santuari che la gente comincia a costruire per onorarla e speravo che questi la rallegrassero, ma i suoi fedeli hanno sempre un’aria così triste che non penso le serva molto.”
“Mina vuole che la gente venga da lei”, disse Rhys. “È la Dea delle Lacrime e accoglie tutti coloro che sono infelici o afflitti, specialmente quelli consumati dal senso di colpa o dal rimorso, o coloro che lottano contro passioni tenebrose. Chiunque ritenga che nessun altro possa capire il suo dolore può venire da lei. Mina capisce, poiché il suo dolore è costante.”
“Oooh, ragazzi”, disse lo spirito.
Nightshade non rimaneva però mai abbattuto a lungo. Dopo avere raccolto alcuni borsellini spettrali, balzò in piedi.
“Bè, me ne vado”, disse, soggiungendo allegramente: “Come ha detto Zeboim, è ora che io vada a infastidire le povere persone sfortunate di qualche nuovo mondo”.
Nightshade abbassò la mano per accarezzare Atta. Il suo tocco spettrale fece destare di scatto la cagna, che si guardò attorno, perplessa. Nightshade tese la mano a Rhys, che percepì un tocco lieve e sommesso, come la caduta di una piuma sulla pelle.
“Buon proseguimento nel tuo viaggio, amico mio”, disse Rhys.
“Fintanto che ci saranno pollo e gnocchi, sarò contento!” rispose Nightshade, poi salutò con la mano, attraversò di corsa la quercia (solo per far vedere che sapeva farlo) e scomparve.
Una campana che risuonava nel monastero chiamò i monaci alla meditazione serale. Rhys si alzò e si lisciò le pieghe della veste arancione. Così facendo, sentì cadere a terra qualcosa. Ai suoi piedi vi era una cavalletta d’oro. Rhys raccolse la cavalletta, se la appuntò sulla veste e inviò una muta preghiera di augurio lungo la strada di polvere di stelle, verso il suo amico. Poi fischiò ad Atta, che si alzò e corse giù per la collina, radunando le pecore.
I suoi cuccioli la rincorsero, abbaiando freneticamente e compiendo rapide corsette verso le pecore imitando la madre. E sebbene Atta li allontanasse perché la ostacolavano, i suoi occhi brillavano di orgoglio.
Rhys raccolse uno dei cuccioli, il più piccolo della figliata, che faceva fatica a tenere il passo degli altri. Si infilò il cucciolo sottobraccio e proseguì giù per la collina, riportando il gregge al sicuro nel recinto.
Appendice
Mina
Dea delle Lacrime
Divinità minore
Simbolo: una lacrima d’ambra
Simbolo celeste: nessuno
Piano di dimora: piano etereo/ Krynn
Allineamento: Neutrale buono o Neutrale malvagio
Portfolio: dolore, perdita, mortalità
Adoratori: i disperati e gli abbandonati; quanti sono distrutti dal dolore; quanti si sentono in trappola e hanno tendenze suicide; quanti hanno perduto ogni speranza
Colori: nero, porpora, giallo
Incarnazione del dolore degli dei di fronte alle tante tragedie del mondo, Mina è un ente divino misterioso che non risiede fra agli altri dei di Krynn. Un tempo potenza divina dell’innocenza, Mina venne corrotta dalle trame di Takhisis e degli altri Dei del Male durante l’Era dei Mortali, ma poi ne venne liberata. Le sue peripezie l’hanno trasformata in maniera irrevocabile. Adesso è la patrona di chi è senza fede, di chi è senza speranza e di coloro che per propria colpa o malgrado i loro sforzi migliori hanno perso ciò che avevano di più caro. Mina apporta conforto davanti all’afflizione, eppure rammenta continuamente ai vivi che il dolore è una parte reale e necessaria dell’esistenza di un mortale.
Mina è figlia di Mishakal, Dea della Guarigione, e di Paladine, il Drago di Platino. Nacque dalla loro gioia pura per la creazione del mondo. Sorella di Kiri-Jolith e di Solinari, Mina non fu annoverata fra quegli dei che fecero nascere il mondo durante l’Era della Nascita delle Stelle. In effetti la sua esistenza era nota soltanto ai suoi genitori divini e al loro saggio consigliere, Majere, il quale sapeva che, se Mina si fosse unita a loro nel pantheon del Bene, la sua esistenza avrebbe sconvolto l’equilibrio divino fra il Bene, la Neutralità e il Male. Un tale disequilibrio avrebbe offerto alla Regina delle Tenebre un pretesto per manipolare gli eventi a proprio vantaggio, e pertanto Paladine e Mishakal ordinarono a Majere di nascondere Mina, tenendola al sicuro in un sonno eterno, nel profondo degli oceani primordiali di Krynn. La sua essenza divina rimase pertanto racchiusa all’interno di Krynn, invisibile e ignota, fino a quando il mondo venne trafugato da Takhisis dopo la Guerra del Chaos. Takhisis, credendo di essere sola, percepì la potenza sacra di Mina e si mise alla sua ricerca. Risvegliò la dea bambina e la ingannò facendole credere di essere mortale. Così ebbe inizio la sequenza di eventi che condusse alla Guerra delle Anime e all’ascesa dei Prediletti.
Come divinità, Mina si distingue dagli altri dei. Chemosh le si oppone, però il rapporto di Mina con gli altri Dei del Male è meno chiaro; i più se potessero vorrebbero reclutarla nel loro pantheon. Fra gli Dei del Bene, Mina è rispettata e appoggiata da Mishakal, da Majere e dai loro agenti mortali, però Mina non dimentica il ruolo da loro svolto nel suo sonno durato eoni e non può unirsi a loro nella Luce dopo il dolore e l’afflizione da lei sopportati nella sua veste mortale. E nemmeno è allineata con gli Dei della Neutralità, anche se Gilean e i suoi colleghi dei neutrali accettano la sua presenza nell’universo, e Gilean l’ha aggiunta al novero delle potenze divine di Krynn.