Ricordava come fosse rimasto incredulo quando, verso la fine di gennaio, si era diffusa la notizia che l’astronauta salvato aveva asserito di far parte di una colonia umana stabilitasi su Mercurio in epoca preistorica. Il misterioso spaziale era morto per collasso cardiaco poco dopo l’arrivo sulla Terra, ma aveva fatto in tempo a convincere qualcuno che diceva la verità.
L’interesse di tutto il mondo era stato tale che i tre principali membri del club spaziale, USA compresi, stavano allestendo nuove spedizioni dirette verso il primo pianeta.
Jerome aprì la cartelletta e sfogliò i ritagli finché non ebbe trovato una fotografia dell’astronauta morto. Aveva studiato più volte quella faccia barbuta da Cristo, chiedendosi perché continuasse ad affascinarlo. Nel suo intimo era sicuro che si trattasse di un russo che, dopo aver passato indicibili peripezie su Mercurio aveva finito con l’impazzire, ma una parte nascosta di lui si rifiutava di crederlo.
«Tutto a posto. Ho parlato con Bernard» disse Anne rientrando nell’ufficio. «Possiamo far vacanza per il resto della giornata.»
Jerome la guardò e sorrise: «Ti comprerò una gazzosa per ricompensa.»
«Stai ancora guardando quella foto!» Anne gli si mise a fianco e guardò la fotografia. «Penso che tu cominci a credere che veniva veramente da Mercurio.»
«Non far la bambina, Anne!» sospirò lui. «Voglio dire, credi che sia probabile?»
«Ma perché continui a guardarla?» insisté lei. «Comincio a pensare di avere un rivale.»
«Non sia mai!» Jerome chiuse la cartelletta e la gettò nel cestino della cartaccia. «So apprezzare quello che ho.»