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Theo sentì che lo stomaco gli si stava agitando. Non ci aveva pensato. «Così tu pensi che qualcuno dovrebbe coordinare tutto questo?» le chiese.

«Be’, non qualcosa di corporativo… non vorrei che mi sentissero i miei capi della Sumitomo, ma a me non interessa quali compagnie diventeranno ricche. Però gli impiegati, le persone… quelli che cercano di sapere come sarà il loro futuro, di dare un senso alle loro visioni… io credo che bisognerebbe aiutarli.»

«Tu e io?»

«Be’, non solo noi. Tutto il CERN.»

«Béranger non sarebbe mai d’accordo» disse Theo scuotendo la testa. «Non vuole che ammettiamo il minimo coinvolgimento.»

«Non sarà necessario. Possiamo offrirci volontari per coordinare un database. I computer non ci mancano e, in fin dei conti, il CERN può vantare una lunga storia di altruismo informatico. E poi il World Wide Web è stato creato qui.»

«E allora che proponi?» chiese Theo.

Michiko alzò appena le spalle. «Un archivio centralizzato. Un sito Web con un modello da compilare: descrivi la tua visione, qualcosa del genere, più o meno duecento parole. Potremmo indicizzare tutte le descrizioni in modo che la gente possa effettuarvi delle ricerche attraverso parole chiave e operatori booleiani. Sai, tutte le visioni che riguardano Aberdeen, ma non gli eventi sportivi. Roba del genere. Naturalmente il programma di indicizzazione dovrebbe creare dei riferimenti incrociati automatici da hockey, baseboru e via dicendo a termini generici come ‘eventi sportivi’. Aiuterebbe non solo te, ma un bel po’ di altre persone.»

Theo si scoprì ad annuire. «La cosa ha senso. Ma perché limitare la dimensione degli interventi? Voglio dire, lo spazio in rete non costa molto. Io incoraggerei la gente a essere il più particolareggiata possibile nei suoi resoconti. Dopotutto quello che può sembrare irrilevante alla persona che ha avuto la visione potrebbe essere di vitale importanza per qualcun altro.»

«Giusta osservazione» disse Michiko. «Finché rimane in vigore il divieto di Béranger di usare l’LHC io non ho poi molto da fare, perciò lavorerò su questa idea. Però mi servirà un po’ d’aiuto. Lloyd non è abile quando si tratta di programmare; pensavo che forse tu potresti darmi una mano.» La collaborazione di Theo e di Lloyd era iniziata perché a Lloyd serviva qualcuno con maggiore esperienza in materia di programmazione rispetto a lui, per codificare le sue idee in fatto di fisica e trasformarle in esperimenti da mettere in pratica tramite ALICE.

Theo stava già pensando a come impostare il progetto. Potevano annunciarlo in una conferenza stampa… quella donna delle pubbliche relazioni che si era fatta male sbattendo la testa durante la sua visione poteva spedire il comunicato nei luoghi giusti. Ma nella conferenza stampa potevano usare come esempio il caso di Theo… sarebbe stato il modo perfetto per accertarsi che il suo problema ricevesse attenzione a livello mondiale. «Certo» disse Theo. «Ci puoi contare.»

* * *

Dopo che Michiko se ne fu andata, Theo tornò al suo computer e controllò la posta elettronica. C’erano le solite cose, compresa la pubblicità non richiesta di qualche industria della Mauritania. Il governo della Mauritania aveva messo a segno un bel colpo: essendo uno dei pochi paesi che non aveva messo al bando lo spamming delle ditte nazionali, aveva attratto verso i propri lidi migliaia di insediamenti industriali.

Theo controllò gli altri messaggi. Un appunto da un amico di Sorrento, Una richiesta di fotocopia di un documento del quale Theo era coautore; almeno qualche ricercatore del MIT era tornato tranquillamente al lavoro. E…

Sì! Altre notizie sul suo omicidio.

Venivano da una donna di Montreal. Era di lingua francese, ma nata in Francia, non in Canada, e così seguiva con interesse ciò che avveniva in patria. Naturalmente il CERN era a cavallo del confine franco-svizzero, e anche se Ginevra era la città più vicina, un omicidio avvenuto nell’impianto riguardava tranquillamente sia l’una che l’altra nazione.

La sua visione aveva incluso la lettura dell’articolo di Le Monde sull’omicidio di Theo. I fatti collimavano tutti con quanto gli aveva comunicato Kathleen DeVries… la prima conferma per Theo che la donna sudafricana non gli aveva fatto uno scherzo. Ma le parole dell’articolo, così come gliele aveva riferite lei, erano completamente diverse. Non era una semplice trascrizione di ciò che aveva letto la DeVries; al contrario, era un articolo del tutto differente. E conteneva un fatto saliente che invece mancava nella relazione da Johannesburg. Secondo la donna francese, il nome dell’investigatore che avrebbe indagato sull’assassinio di Theo era Helmut Drescher; della polizia di Ginevra.

La donna concludeva la sua email con ‘bonne chance!’.

Bonne chance. Buona fortuna. Sì, gliene sarebbe servita un bel po’.

Theo conosceva a memoria il numero per le chiamate d’emergenza alla polizia di Ginevra, 1-1-7; per la verità era scritto su una targhetta adesiva fissata a tutti i telefoni del CERN. Però non aveva idea di quale fosse il numero del servizio informazioni. Controllò la rubrica elettronica in memoria nel telefono, trovò il numero e lo compose.

«Allo» disse Theo. «Detective Helmut Drescher, s’il vous pláit.»

«Non abbiamo nessun investigatore che si chiami così» rispose il poliziotto all’altro capo del filo.

«Potrebbe ricoprire un altro incarico. Una posizione minore.»

«Qui non c’è nessuno con quel nome» disse la voce.

Theo rifletté. «Avete un elenco degli altri dipartimenti di polizia in Svizzera? C’è qualche modo per controllare?»

«Non ho niente del genere con me; dovremo fare qualche ricerca.»

«Potete farlo?»

«Qual è lo scopo della sua richiesta?»

Theo decise che la franchezza — o, quanto meno, una buona parte di franchezza — era la politica migliore. «Sta investigando su un omicidio, e io ho delle informazioni per lui.»

«D’accordo; lo cercherò. Come posso mettermi in contatto con lei?»

Theo gli lasciò nome e numero di telefono, ringraziò il funzionario, poi riappese. Decise di tentare un approccio più diretto, digitando il nome di Drescher nella rubrica.

Gli andò bene. A Ginevra c’era un solo Helmut Drescher, abitante in Rue Jean-Dassier.

Compose il numero.

8

NOTIZIARIO

I dipendenti ospedalieri in sciopero del a Polonia hanno deciso all’unanimità di tornare al lavoro oggi. «La nostra causa è giusta, e riprenderemo la lotta, ma per il momento il nostro dovere verso l’umanità ha maggiore importanza» ha affermato il responsabile sindacale, Stefan Wyszynski.

La Cineplex/Odeon, una grande catena di cinematograf, ha annunciato che offrirà dei biglietti di ingresso gratuito a tutti coloro che si trovavano nel e sale durante il Cronolampo. Anche se, a quanto sembra, la proiezione è proseguita regolarmente durante l’evento, gli spettatori sono rimasti in stato d’incoscienza, perdendo circa due minuti del flm. Ci si aspetta che altre catene concorrenti seguano l’iniziativa.

Dopo avere ricevuto, nelle ultime 24 ore, un numero record di richieste, l’Uffcio brevetti degli Stati Uniti ha chiuso il servizio fno a nuovo avviso; in attesa di una decisione del Congresso sulla paternità dei brevetti di cui si possa avere avuto notizia nel e visioni.

II Comitato per l’investigazione scientifca sui fenomeni paranormali ha indetto una conferenza stampa, sottolineando che, anche se non è stata ancora trovata una spiegazione per il Cronolampo, non c’è motivo di invocare cause soprannaturali.