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«I proiettili» corresse il ragazzo.

«Scusa?»

«I proiettili. Ce n’erano tre.» Guardò sua madre. «E questo che ha detto l’uomo con il camice bianco.»

Tre proiettili, pensò Theo. Qualcuno mi voleva veramente morto.

«E le ferite di entrata?» chiese Theo. «Hanno detto da dove sono entrate le pallottole?»

«Nel petto.»

Perciò dovrei vedere l’assassino, pensò Theo. «C’è qualcos’altro che puoi dirmi?»

«Io ho detto qualcosa» rispose il ragazzo.

«Che cosa?»

«Cioè, mi è sembrato di dire qualcosa. Ma non era la mia voce. Era molto profonda, capisce.»

Era cresciuto. Certo che era profonda. «Che cosa hai detto?»

«Che lei era stato ucciso a bruciapelo.»

«Come facevi a saperlo?»

«Non lo so… non so perché l’ho detto. E come se le parole mi fossero venute fuori da sole.»

«E il medico legale… l’uomo con il camice, ha replicato qualcosa quando tu hai detto così?»

Adesso il ragazzo si era messo a sedere sul letto, e li guardava. «No. Ha annuito, o qualcosa del genere. Come se fosse d’accordo con me.»

«Be’, allora è stato lui a dire qualcosa che ti ha fatto affermare che mi avevano sparato a bruciapelo?»

«Non capisco» rispose il ragazzo. «Mamma, devo farlo?»

«Ti prego» disse frau Drescher. «Ti darò un gelato come dessert. Per favore, aiuta questo gentile signore per qualche altro minuto.»

Il ragazzo aggrottò la fronte, come se stesse assaporando il gusto del gelato. Poi disse: «Ha detto che lei era stato ucciso durante un incontro di pugilato.»

Theo ne fu sbalordito. Poteva essere arrogante, poteva essere invadente, ma nella sua vita di adulto non aveva mai colpito un altro essere umano. Al contrario, si considerava piuttosto un pacifista, e dopo essersi laureato aveva rifiutato parecchie offerte piuttosto lucrose da parte di società che lavoravano per la difesa. In tutta la sua vita non aveva mai assistito a un incontro di pugilato; lo riteneva non tanto uno sport, quando un’esibizione di violenza animalesca.

«Sei sicuro che abbia detto così?» gli domandò Theo. Tornò a fissare il poster di Rocky sulla porta, poi la parete sopra il letto di Moot, dove campeggiava un altro poster del campione dei pesi massimi Evander Holyfield. Magari il ragazzo stava confondendo i suoi sogni con la sua visione?

«Ah-ah» disse Moot.

«Ma perché mi avrebbero sparato durante un incontro di pugilato?»

Il ragazzo alzò le spalle.

«Ti ricordi qualcos’altro?»

«Ha detto che qualcosa era molto piccolo.»

«Qualcosa era piccolo?»

«Già. Appena nove millimetri.»

Theo fissò la madre. «Sono le dimensioni della canna di un’arma da fuoco. Credo che si riferiscano al calibro.»

«Io detesto le armi da fuoco» disse frau Drescher.

«Anch’io» aggiunse Theo. Tornò a guardare il ragazzo. «Che altro hanno detto?»

«Glock. Quell’uomo continuava a ripetere Glock.»

«È un tipo di pistola. Hanno detto qualcos’altro?»

«Qualcosa sulla labbistica…»

«Lab… Vuoi dire la balistica?»

«Credo di sì. Dovevano mandare i proiettili alla labbistica. È una città?»

Theo scosse la testa. «Hanno detto qualcos’altro a proposito dei proiettili?»

«Erano americani. L’uomo ha detto che sulla scatola c’era scritto ‘Remington’, e io ho detto qualcosa come… lo sapevo quello che dicevo quando parlavo di proiettili americani, e l’altro ha annuito…»

«Hanno detto qualcos’altro? Qualsiasi cosa, mentre mi guardavano dentro il petto?»

Il volto del ragazzo era pallido. «C’era tanto sangue. E tutte le budella. Io…»

Frau Drescher strinse a sé il figlio. «Mi dispiace, herr Procopides, ma credo che sia abbastanza.»

«Ma…»

«No. Bisogna che adesso se ne vada.»

Theo espirò a fondo. Infilò la mano in tasca, ne tirò fuori uno dei suoi biglietti da visita e lo allungò verso il letto. «Moot, questo è il modo per metterti in contatto con me. Ti prego, tieni questo biglietto. In qualsiasi momento — voglio dire, anche fra qualche anno — se ti viene in mente qualcosa che pensi dovrei sapere, ti prego di telefonarmi. Per me è molto importante.»

Il ragazzo fissò il rettangolino di cartone; probabilmente non ne aveva mai tenuto in mano uno in vita sua.

«Prendilo. Prendi questo biglietto. Puoi tenerlo.»

Moot allungò la mano esitante verso di lui.

Theo diede un altro biglietto alla madre, li ringraziò entrambi e se ne andò.

9

NOTIZIARIO

Darren Sunday, stel a del a serie televisiva NBC Dale Rice, è morto oggi per le ferite riportate in una caduta durante il fenomeno. La produzione del a serie, che era proseguita durante l’assenza di Sunday, è stata sospesa.

La Commissione autostrade di New York riferisce che le settantadue automobili ammucchiate nei pressi dell’uscita 34 (Canandaigua) non sono ancora state rimosse; la carreggiata in direzione ovest è ancora bloccata in quel punto. Gli automobilisti sono invitati a scegliere itinerari alternativi.

Un gruppo di diecimila musulmani di Londra, Inghilterra, le cui preghiere private erano state interrotte dal Cronolampo, si sono radunati oggi a Piccadil y Circus per rivolgersi verso La Mecca e pregare en masse.

Papa Benedetto XVI ha annunciato un intenso programma di visite internazionali. Invita i cattolici e i non cattolici a partecipare al e sue messe, che hanno lo scopo di portare conforto a coloro che hanno perso i propri cari nel corso del Cronolampo. Alla richiesta se il Cronolampo abbia costituito un miracolo, il pontefce si è riservato di esprimere un giudizio.

Il Fondo per l’infanzia del e Nazioni Unite è intervenuto per aiutare le agenzie nazionali di adozione, incapaci di far fronte da sole alla ricerca di al oggi per i bambini rimasti orfani durante il Cronolampo.

Anche se il CERN era in piena attività — ogni ricercatore aveva una sua teoria preferita su ciò che era accaduto — Lloyd e Michiko andarono a casa presto; nessuno poteva biasimarli dopo quanto era successo alla figlia di Michiko. Per ‘casa’, anche questa volta senza discussioni — non ce n’era bisogno — si intese l’appartamento di Lloyd a St. Genis.

Michiko piangeva ancora, di tanto in tanto, e Lloyd aveva finalmente trovato il tempo di chiudere la porta dell’ufficio, appoggiare la testa sulla scrivania e piangere anche lui senza freni. A volte piangere aiuta a lenire il dolore; non in questo caso.

Mangiarono presto; Lloyd cucinò delle piccole bistecche che aveva in frigo. Michiko, chiaramente desiderosa di fare qualcosa — qualsiasi cosa — per tenere la mente occupata, si dedicò alle pulizie di casa.

Poi, quando ebbero finito di cenare, mentre Michiko beveva il suo tè e Lloyd il suo caffè, la questione che lui aveva sempre temuto venne finalmente a galla.

«Che cosa hai visto?» gli chiese Michiko.

Lloyd aprì la bocca per rispondere, poi la richiuse.

«Oh, andiamo» disse Michiko, leggendogli chiaramente in faccia. «Non può essere stata così brutta.»

«Lo è stata» disse Lloyd.

«Che cosa hai visto?»

«Io…» Chiuse gli occhi. «Io stavo insieme a un’altra donna.»

Michiko sbatté gli occhi più volte. Alla fine, con voce gelida, disse: «Mi stavi tradendo?»