«Io non ho nessuna intenzione di andare in TV» obiettò Lloyd.
«Poi abbiamo annunciato al mondo la fusione fredda» proseguì Gaston, ignorandolo. «Se lo ricorda? La fine della crisi energetica, la fine della povertà! Più energia di quanta ne sarebbe mai servita al genere umano. Solo che non era vero… Fleischmann e Pons erano stati un po’ troppo precipitosi.
«Quindi abbiamo cominciato a parlare di vita su Marte… il meteorite antartico con dei supposti microfossili, la prova che l’evoluzione era iniziata su un pianeta diverso dalla Terra. Invece gli scienziati avevano parlato troppo presto anche stavolta, e i fossili non erano affatto fossili, ma semplici formazioni rocciose.»
Gaston prese fiato. «Qui bisogna essere prudenti, Lloyd. Ha mai sentito parlare qualcuno dell’Istituto per la ricerca sulla creazione? Sparano delle fandonie incredibili sull’origine della via, ma alle loro conferenze si vede la gente che annuisce ed è d’accordo con loro… i creazionisti affermano che gli scienziati non sanno quello che dicono, e hanno ragione, la metà delle volte non lo sappiamo. Apriamo bocca troppo presto, tutti alla disperata ricerca del primato, del successo. Ma ogni volta ci sbagliamo… ogni volta che affermiamo di avere fatto un passo avanti decisivo nella cura contro il cancro o di avere risolto un mistero fondamentale dell’universo, e poi aspettiamo una settimana, un anno, un decennio e diciamo, scusate, ci siamo sbagliati, non abbiamo verificato i fatti, non sapevamo di che cosa stavamo parlando… ogni volta che avviene una cosa del genere diamo fiato agli astrologi e ai creazionisti e ai seguaci della New Age e a tutti quegli artisti e ciarlatani disonesti, e ai semplici svitati. Noi siamo scienziati, Lloyd… dovremmo essere l’ultimo bastione del pensiero razionale, della prova verificabile, riproducibile, irrefutabile, eppure siamo proprio noi i nostri peggiori nemici. Lei vuole uscire allo scoperto… vuole confessare che è stato il CERN a farlo, che siamo stati noi a spostare nel tempo la consapevolezza dell’uomo, che noi possiamo vedere il futuro, possiamo consegnare all’umanità il dono del domani. Ma io non ne sono convinto, Lloyd. Lei mi ritiene semplicemente un amministratore che sta cercando di coprirsi le chiappe, anzi, che sta cercando di coprire le chiappe di tutti noi, e dei nostri assicuratori. Ma non è così… o, per essere onesto, non è del tutto così; dannazione, Lloyd… a me dispiace, mi dispiace più di quanto lei possa lontanamente immaginare, di quello che è accaduto alla figlia di Michiko. MarieClaire ha partorito ieri; io non dovrei nemmeno essere qui — grazie a dio sua sorella è venuta a stare con noi — ma c’è così tanto da fare. Adesso ho un figlio, e anche se ce l’ho solo da poche ore, non potrei sopportare l’idea di perderlo. Ciò che ha dovuto affrontare Michiko, ciò che lei sta affrontando, per me è al di là di ogni capacità di immaginazione. Ma io per mio figlio voglio un mondo migliore. Voglio un mondo in cui la scienza sia rispettata, in cui gli scienziati parlino sulla base di dati certi e non su ardite speculazioni, in cui, quando qualcuno riferisce un fatto scientifico, la gente drizzi le orecchie e segua con attenzione perché le viene rivelato qualcosa di nuovo e fondamentale sul modo in cui funziona l’universo… invece di starsene lì con gli occhi sbarrati a dire, Gesù, chissà che ci verranno a raccontare questa settimana. Lei non può affermare come dato di fatto — come dato di fatto certo e inconfutabile — che il CERN abbia qualcosa a che fare con quanto è successo, e fino a che lei… fino a che io non lo saprò con certezza, nessuno convocherà conferenze stampa. È chiaro?»
Lloyd aprì la bocca per protestare, la richiuse, poi la riaprì. «E se riuscissi a dimostrare che il CERN ha qualche cosa a che vedere con quello che è successo?»
«Lei non riattiverà l’LHC… non ai livelli 1150-TeV. Io sto rivedendo la coda di attesa per gli esperimenti. Chiunque voglia usare l’acceleratore per collisioni protone-protone potrà farlo, una volta che avremo concluso tutte le indagini diagnostiche, ma nessuno lo attiverà per collisioni nucleari finché non lo dirò io.»
«Ma…»
«Niente ma, Lloyd» lo interruppe Béranger. «Ora, la prego, ho una montagna di lavoro da svolgere. Se non c’è altro…»
Lloyd scosse la testa e lasciò l’ufficio, uscì dal palazzo e se ne tornò indietro.
Altre persone fermarono Lloyd durante il ritorno; sembrava che venisse fuori una nuova teoria ogni pochi minuti, e che altrettanto rapidamente si buttassero via quelle vecchie. Finalmente riuscì a tornare nel suo ufficio. Ad attenderlo sulla scrivania c’era il rapporto iniziale della squadra di ingegneri che aveva ispezionato tutti i ventisette chilometri della galleria dell’acceleratore, in cerca di anomalie nell’apparecchiatura che potessero essere state responsabili dello sfasamento temporale. Ma fino a quel momento non era venuto fuori niente di insolito. Anche ALICE e CMS avevano ricevuto un certificato di buona salute, superando tutti i possibili esami diagnostici ai quali erano stati sottoposti fino a quel momento.
C’era inoltre in attesa per lui una copia della prima pagina della Tribune de Genève; qualcuno l’aveva lasciata lì, segnando con un circolo un articolo in particolare:
MORTO UN UOMO CHE HA AVUTO LE VISIONI
Il futuro non è fisso, afferma una studiosa
Mobile, Alabama (AP): James Punter, 47 anni, è morto in un incidente d’auto avvenuto oggi sulla I-65. Punter aveva in precedenza raccontato a suo fratello Dennis, 44 anni, di avere avuto una visione precognitiva.
‘Jim mi aveva detto tutto’ ha affermato Dennis. ‘Era a casa — la stessa casa in cui viveva oggi — nel futuro. Si stava facendo la barba ed è morto di spavento quando ha visto se stesso nel o specchio, invecchiato e rugoso’.
La morte di Punter ha implicazioni piuttosto vaste, afferma Jasmine Rose, professoressa di flosofa presso l’Università statale di New York a Brockport.
’Fin da quando si sono verifcate le visioni, noi ci siamo domandati se esse riproducessero il futuro reale o soltanto un possibile futuro, o se ancora si trattasse di semplici al ucinazioni’ ha affermato la professoressa. ‘La morte di Punter indica chiaramente che il futuro non è fsso; lui aveva avuto una visione eppure non è più fra noi per vederla avverarsi’.
Lloyd era ancora infuriato per il suo incontro con Béranger, e si trovò a fare a pezzi la pagina del giornale e a gettarla dall’altra parte della stanza.
Una professoressa di filosofia!
La morte di Punter non provava un bel niente, naturalmente. Il suo racconto era del tutto aneddotico. Non c’era nessuna prova a sostegno: nessuna visione di TV o giornali che potesse essere messa a confronto con relazioni analoghe di altre persone, e poi, a quanto sembrava, nessun altro lo aveva visto nelle sue visioni. Un uomo di quarantasette anni poteva benissimo essere morto, fra ventuno anni. Poteva essersi inventato la visione — per di più una visione alquanto priva di fantasia — piuttosto che rivelare di non averne avuta una. Come aveva affermato Michiko, nel momento in cui aveva raccontato di non avere avuto una visione Theo si era probabilmente giocato le sue possibilità di ottenere un’assicurazione sulla vita. Magari Punter aveva deciso che era meglio far finta di avere avuto una visione piuttosto che ammettere che non sarebbe sopravvissuto.