Il globo scintillò brevemente di luce verde, e Calli picchiò un pugno sul banco. — Guardatelo, come si sistema quella puttana in lamé d’argento!
Uncinandosi le gambe a vicenda e dandosi colpi violenti, i due corpi si univano e si allontanavano. Altre due cadute, ma nulle. Poi, il Drago d’Argento diede una vigorosa testata nel torace a Ottone, e questi rinculò fino alla parete, mentre l’avversario toccava la parte opposta del globo con un piede solo. Sotto, la folla impazzì.
— È stato un fallo! — esclamò Calli, scuotendo il doganiere al suo fianco. — Dannazione è stato un fallo! — Ma il globo lampeggiò ancora verde. Ufficialmente, la seconda caduta era a favore del Drago.
Per alcuni secondi, con prudenza, i due nuotarono nella sfera. Per due volte il Drago tentò di attaccare, e Ottone fu costretto a usare gli artigli e a incassare i colpi nello stomaco.
— Ma perché non reagisce? — gridò Calli disperato. — Lei lo sta stuzzicando a morte. Afferrala e combatti!
Quasi a rispondergli. Ottone si lanciò di nuovo a colpire con la spalla l’avversario; il che sarebbe stato un’ottima mossa se il Drago non gli avesse afferrato il braccio e deviato lo slancio, mandandolo a sbattere contro la superficie di plastica.
— Ma questo non può farlo! — Stavolta era il doganiere. Afferrò Calli per una spalla. — Può farlo? Non credo che dovrebbero permettere… — Ma dovette mordersi la lingua perché Ottone, con un balzo inaspettato, aveva artigliato alle spalle la donna e le aveva dato un colpo formidabile, sbattendola come un fagotto contro la parete e rimbalzando nel contempo nella direzione opposta.
— Ce l’ha fatta! — gridò Calli. — Due su tre!
La luce verde scintillò nel globo, accolta da una marea di applausi.
— Ha vinto? — domandò il doganiere. — Ha vinto lui?
— Ascolta! Certo che ha vinto! Ehi, andiamo a vederlo. Venite, capitano!
Rydra si era già mossa per attraversare la folla. Con un salto, Ron le fu dietro, e Calli li seguì trascinando con sé il doganiere. Una scala ricoperta di piastrelle nere li condusse in una stanza dove un piccolo gruppo di uomini e donne circondava Condor, una grande creatura dorata e scarlatta, in attesa di combattere contro Ebano che passeggiava solo in un angolo. La porta dell’arena si spalancò e Ottone fece il suo ingresso, sudato e sbuffante.
— Ehi — lo chiamò Calli. — Sei stato grande, ragazzo. E questo capitano vuole parlarti.
Ottone si stirò, poi li squadrò tutti e quattro, mentre un brontolio sordo gli saliva dal petto. Scosse il capo indeciso, ma infine la riconobbe e i suoi occhi dorati si spalancarono. — Ca’itano Wong! — La bocca, allargata chirurgicamente per permettere l’inserimento delle zanne, era incapace di formulare le labiali esplosive che non fossero sonore. — Come vi sono sembrato, stasera?
— Abbastanza in gamba per volerti come pilota attraverso la via di Specelli. — Lei gli tolse un fiocco giallo da dietro un orecchio. — Una volta mi hai detto che ti sarebbe piaciuto mostrarmi quello che sapevi fare.
— Già — annuì Ottone. — Ma credo ancora che questo sia un sogno. — Si strappò i cenci metallici che gli scendevano sui lombi e si strofinò il collo e le braccia con un asciugamano, poi colse lo sguardo meravigliato del doganiere sui suoi denti a sciabola. — Soltanto chirurgocosmesi. — E continuò ad asciugarsi.
— Consegnagli il tuo psico-indice — gli disse Rydra. — e lui lo visterà subito.
— Questo vuol dire che ’artiremo domani, ca’itano?
— All’alba.
Da una tasca della sua cintura, Ottone estrasse una sottile lamina metallica. — Ecco qua, doganiere.
Il doganiere esaminò attentamente i caratteri runici incisi sulla piastrina. Poi tolse dalla tasca posteriore la sua tavoletta da ricalco e annotò il cambiamento dell’indice di stabilità, ma decise di attendere più tardi per integrare la somma esatta. La pratica gli diceva che già così quell’indice era al disopra del limite accettabile. — Signorina Wong, voglio dire capitano Wong,… e per quel che riguarda i loro documenti? — Si girò verso Calli e Ron.
Ron s’infilò una mano dietro la schiena e si grattò coscienziosamente una scapola. — Finché non avremo trovato un Navigatore Uno, non ci sarà bisogno di preoccuparsi per noi. — Il suo duro viso di adolescente ostentava una espressione bellicosa.
— Li controlleremo più tardi — disse Rydra. — Ora abbiamo altra gente da trovare.
— State cercando una ciurma al com’leto? — chiese Ottone.
Rydra annuì. — Cosa mi dici dell’Occhio che è ritornato con voi?
Ottone scosse tristemente il capo. — Ha ’erso il suo Orecchio e Naso. Formavano un terzetto molto unito, davvero, ca’itano. Ha resistito soltanto sei ore, e se ne è tornato alla Morgue.
— Capisco. Puoi consigliarmi qualcuno?
— Nessuno in ’articolare. Solo di fare una visita al Settore Discor’orato e di vedere quello che succede.
— E se volete un equipaggio per domani mattina, faremo meglio ad andarci subito — disse Calli.
— Andiamo — acconsentì Rydra.
Mentre si avvicinavano ai piedi della rampa, il funzionario della Dogana chiese: — Il Settore Discorporato?
— Perché? Cosa c’è che non va? — Rydra era con lui nell’ultima fila del gruppo.
— È così… non so. Non mi piace l’idea.
Rydra scoppiò a ridere. — A causa dei morti? Quelli non vi faranno del male.
— So anche che è illegale, per persone vive, entrare nel Settore Discorporato.
— Soltanto in alcune parti — lo corresse Rydra, e anche gli altri scoppiarono in una risata. — Noi non entreremo nelle sezioni illegali… se ci sarà possibile.
— Rivolete indietro i vostri abiti? — domandò loro la ragazza del guardaroba.
Parecchie persone avevano fermato Ottone per congratularsi con lui, dandogli dei colpi nei fianchi e schioccando entusiasticamente le dita. Ora lui prese la sua cappa biologica e l’infilò dalla testa; il tessuto si distese sulle sue spalle, gli avvolse il collo, si drappeggiò morbido intorno alle braccia e alle cosce robuste. Poi Ottone salutò la folla e imboccò la rampa che portava all’esterno.
— Ma si può davvero giudicare l’abilità di un pilota guardandolo lottare? — si informò il doganiere dopo essersi accostato a Rydra.
Lei annuì col capo. — Su una astronave, il sistema nervoso del pilota è collegato direttamente ai controlli. L’intero passaggio in iperstasi consiste in una lotta continua fra il pilota e i mutamenti di stasi. Si può quindi giudicare dai suoi riflessi la sua abilità di controllare un corpo artificiale. Un Trasportatore con un po’ di esperienza potrebbe dirvi con esattezza come si comporterà il suo sistema nervoso alle prese con le correnti iperstatiche.
— Ne avevo già sentito parlare, naturalmente, ma questa è stata la prima volta che vedevo qualcosa di simile. È stato… eccitante.
— Sì — mormorò Rydra.
Mentre raggiungevano la piazzola in cima alla scala, i riflettori illuminarono di nuovo il globo. Condor ed Ebano entrarono fluttuando nella sfera dei combattimenti.
Sul marciapiede, Ottone si mise a quattro zampe e rimase al fianco di Rydra. — Cosa contate di fare ’er la squadra e la Lumaca?
— Se possibile, vorrei trovare una squadra che avesse fatto un viaggio solo.
— E ’erché così inesperta?
— Voglio addestrarla a modo mio. I gruppi più vecchi tendono a essere troppo rigidi.
— Ma una squadra con un solo viaggio alle s’alle ’uò diventare un bel ’roblema ’er la disci’lina. E in ’iù, ne sanno meno di una ’isciata, almeno così ho sentito dire. Non sono mai stato con gente di quel ti’o.
— Finché non mi daranno fastidi, non mi preoccupo. E comunque, se volessi una squadra subito, mi basterebbe chiederlo alla Marina.