Ottone annuì. — Avete già fatto la richiesta?
— Volevo prima trovare il mio pilota, e sentire se aveva preferenze.
Sotto il lampione all’angolo della strada c’era un telefono pubblico. Rydra si infilò sotto la cupola di plastica che proteggeva l’apparecchio. Un paio di minuti più tardi stava già dicendo: — …una squadra pronta per la partenza all’alba di domani. Vistate le loro piastrine per la via di Specelli. So che il preavviso è breve, ma non mi serve un gruppo particolarmente esperto. Anche un solo viaggio può bastare. — Guardò verso di loro sporgendo il capo dalla cupola e strizzò un occhio. — Bene. Richiamerò più tardi per avere i loro psico-indici da approvare. Sì, ho un funzionario della Dogana con me. Grazie.
Uscì sorridendo da sotto la cupola. — La via più breve per il Settore Discorporato passa per di là.
Le strade si restrinsero intorno a loro, intrecciandosi le une nelle altre, deserte. Poi una distesa di cemento dove affusolate torrette di metallo si alzavano verso il cielo, si incrociavano fra di loro, si ingarbugliavano come tanti comignoli. Fili metallici formavano ovunque una scintillante ragnatela. Tralicci che spargevano una luce bluastra spiccavano fra le mezze ombre.
— È questo…? — iniziò appena il doganiere. Poi rimase silenzioso. Procedendo, il gruppo rallentò il passo. Contro l’oscurità del cielo, luci rosse scoppiettavano improvvise fra le torrette.
— Cosa…?
— È solo un transfer. Vanno tutta la notte — spiegò Calli. Un lampo verde schioccò alla loro sinistra.
— Transfer?
— È un veloce scambio di energie prodotto dalla risistemazione delle creature discorporate — aggiunse con tono noncurante il Navigatore Due.
Avevano incominciato a muoversi fra i tralicci, quando una luce vacillante prese a coagularsi di fronte a loro. Argento intessuto di rossi fuochi brillanti attraverso lo smog delle industrie circostanti. Tre figure presero forma: donne, scheletri traslucidi imbevuti di luce, si mossero verso di loro con gli occhi vuoti.
Gelidi artigli sfiorarono la schiena del doganiere, perché dietro i corpi di quelle apparizioni si poteva intravedere la solida struttura di un traliccio.
— I loro visi — mormorò. — Non appena si distoglie lo sguardo dai loro visi, non si riesce più a ricordarli. Quando li guardo, mi sembrano simili ai visi di altre persone, ma appena sposto gli occhi… — Trattenne il respiro, mentre una di quelle figure gli passava accanto. — Non riesco a ricordarli! — Rimase a fissarle mentre si allontanavano. — Morte? — scosse il capo. — Sono dieci anni che appongo visti sugli psico-indici di tutti i lavoratori dei Trasporti, corporei e non corporei. E non mi sono mai avvicinato abbastanza a una di quelle anime senza corpo per poterle parlare. Oh sì, ho visto delle fotografie e a volte ne ho intravista qualcuna delle meno fantastiche per la strada. Ma questo…
— Ci sono certi lavori… — la voce di Calli era appesantita dall’alcool quasi quanto le sue spalle dai muscoli — …certi lavori, su una nave da Trasporto, che degli esseri umani vivi non possono compiere.
— Lo so, lo so — esclamò il doganiere. — Così voi usate quelli morti.
— Esatto — annuì Calli. — Persone come l’Occhio, l’Orecchio e il Naso. Se un uomo vivo dovesse analizzare tutto quello che passa in quelle frequenze iperstatiche… be’, prima morirebbe, e poi diventerebbe pazzo.
— Conosco la teoria — replicò bruscamente il doganiere.
Di colpo Calli strinse fra le dita una guancia del doganiere e lo tirò più vicino al suo viso butterato. — Tu non conosci un accidente, doganiere. — Il tono era ritornato lo stesso del loro primo incontro al caffè. — Ricorda, tu ti nascondi nella tua gabbietta alla Dogana, e la tua gabbietta è al sicuro sulla crosta della Terra, la Terra è tenuta ben stretta dal Sole, e il Sole segue tranquillo la sua strada verso Vega, tutto secondo una bella e pacifica spirale… — Agitò un braccio verso la notte che li circondava, dove la Via Lattea si sarebbe stesa sopra una città meno illuminata. — E tu non sei mai libero! — Allontanò con uno scatto improvviso la piccola testa occhialuta. — Ehhh! Tu non hai nulla da dirmi!
Colmo di disgusto, il navigatore pizzicò un cavo di fissaggio che da un traliccio scendeva sul marciapiede di cemento. Si udì un twang morbido e profondo. La nota bassa risvegliò qualcosa di indefinito nella gola del doganiere, qualcosa che salì fino alla bocca con il sapore metallico di un oltraggio meritato.
Avrebbe voluto ribattere per difendersi, ma ora gli occhi di rame di Rydra erano puntati sul suo volto, quasi vicini come lo era stato il volto butterato dello spaziale. Lei mormorò:
— Faceva parte di un terzetto molto raro nel nostro genere. Un’unione intima, chiusa e molto precaria, una specie di relazione emotiva e sessuale con due altre persone che erano divenute parte della sua anima. E una di loro è appena morta. — Le sue parole erano dolci e calme, gli occhi intenti a non perdere il contatto con i suoi. L’ira che gli ribolliva dentro ne fu attenuata, ma non riuscì a evitare un sibilo: — Pervertiti!
Ron inclinò leggermente il capo e i suoi muscoli si tesero. — Ci sono certi lavori — mormorò echeggiando la sintassi di Calli — certi lavori, su una nave da Trasporto, che non si possono affidare a due persone sole. Sono troppo complicati. — La sua voce mostrava stupore e freddezza.
— Lo so. — Poi pensò: “Ho ferito il ragazzo.” Calli si appoggiò a un palo. Qualcosa d’altro si stava agitando nella gola del doganiere.
— Ora voi avete qualcosa da dire — lo aiutò Rydra.
Lei sapeva, e la sorpresa fece leva sulle sue labbra. I suoi occhi scivolarono da Ron a Calli. — Mi dispiace per la vostra perdita.
Le sopracciglia di Calli si sollevarono per un istante, poi la sua espressione ritornò indecifrabile. — Anche a me dispiace… per te.
Ottone intervenne. — Stanotte dovrebbe esserci una riunione transfer nel centro del Settore, a meno di mezzo chilometro da qui. Ci saranno senz’altro tutti i ti’i di Occhio, Orecchio e Naso che ci tornerebbero utili ’er la rotta di S’ecelli. — Sogghignò tra le zanne al doganiere. — Quella è una delle sezioni illegali. Le allucinazioni, là dentro, non sono molto ’iacevoli. Con l’ego si ritrovano, molti cor’orei non riescono a resistere, ma le ’ersone sane di mente non hanno di questi ’roblemi.
— Se è una cosa illegale, preferirei aspettare qui il vostro ritorno — disse il doganiere. — Dovrete soltanto passare a riprendermi e io visterò i loro indici.
Rydra annuì. Calli gettò un braccio intorno al petto del pilota e l’altro sulle spalle di Ron. — Andiamo, capitano, se volete racimolare la vostra ciurma entro domani mattina.
— Se non troveremo entro un’ora quello che cerchiamo, saremo comunque di ritorno — disse Rydra.
Il funzionario della Dogana li guardò scomparire fra le torri sottili.
4
…richiamare dalle mura crepate il colore della terra spezzato nell’acqua di sorgente dei suoi occhi. La figura sbatte le ciglia e mormora qualcosa.
Lui disse: — Un funzionario, signora. Un funzionario della Dogana.
Sorpresa alla sua repentina risposta, dapprima timore, poi una vaga ombra di divertimento. — Da quasi dieci anni — rispose lui. — E voi da quanto siete discorporata?
La figura si avvicinò, e i suoi capelli gli portarono un profumo presente nella memoria. Gli stessi lineamenti trasparenti lo riportarono indietro nel tempo. Lei mosse le labbra, parole nuove, che lo fecero ridere.
— Sì, questa è una cosa del tutto nuova per me. Ma questa incertezza che regola tutto ciò che sembra succedere, non colpisce anche voi?