«Tienici sulla rotta, Kippi, e non tremare.»
«Certo. Falco, devi mandarmi i rapporti senza perdere tempo!»
«Sollevami un po’. La mia unità di salto fa i capricci.»
«Chi ti ha detto di partire senza una revisione?»
«Forza, dolcezze, per una volta siate gentili con noi.»
«Ehi, Piede di Porco, vuoi essere lanciato alto o basso?»
«Basso e alla svelta. Non tenermi in ballo troppo tempo.»
«Continuate a mandare i vostri rapporti, fiorellini.»
Sopra le voci intervenne Jebeclass="underline" — Il Cacciatore e la Selvaggina hanno ingaggiato… — La luce rossa e quella blu presero a occhieggiare sullo schermo. Calli, Ron e Mollya arrivarono in quel momento dalla scalinata.
— Cosa sta…? — cominciò Calli, ma si zittì a un gesto di Rydra.
— Quella luce rossa è una nave degli Invasori. Fra poco l’attaccheremo. Le luci gialle in basso sono le nostre. — Non si dilungò oltre nelle spiegazioni.
— Buona fortuna a noi — mormorò asciutta Mollya.
In cinque minuti rimase soltanto la luce rossa. E allora anche Ottone li aveva raggiunti davanti allo schermo. Jebel annunciò: — Il Cacciatore è diventato Selvaggina. Lasciate andare gli schizoidi criminali. — Il gruppo giallo sulla sinistra balzò in avanti, aprendosi a ventaglio.
«Quell’Invasore sembra piuttosto grosso, Falco.»
«Non pensarci. Non riuscirà neppure a vederci.»
«Diavolo. Non mi piacciono i lavori duri. Hai ricevuto i miei rapporti?»
«Certo. Piede di Porco, piantala di bloccare la frequenza di Ladybird!»
«O.K. O.K. O.K. Qualcuno ha controllato la trattrice nove e dieci?»
«Tu pensi sempre la cosa giusta al momento giusto, vero?»
«Semplice curiosità. La spirale non è graziosa, vista da qui?»
— I nevrotici procedano con le illusioni di grandezza. Napoleone Buonaparte prenda il comando e Gesù Cristo copra la retroguardia. — Le navi sulla destra si mossero in avanti secondo una formazione a diamante. — Simulate una depressione profonda, mancanza di comunicativa, e aggiungete ostilità repressa.
Rydra udì alle proprie spalle delle voci giovanili. La Lumaca stava guidando fin lì l’intera squadra. Arrivati dinanzi allo schermo, i ragazzi si acquietarono subito.
— Cominciate il primo episodio psicopatico. — Luci gialle corsero incontro all’oscurità.
L’Invasore doveva averle scorte, poiché cominciò a muoversi per allontanarsi. Il grosso scafo non poteva battere in velocità i ragni se non balzando nelle correnti statiche, ma per quello mancava la deriva per calcolare il tempo di salto. I tre gruppi di luci gialle si fecero più vicini. Dopo tre minuti, la nave degli Invasori smise di fuggire. Sullo schermo ci fu uno scintillio improvviso di luci rosse. Anche gli Invasori avevano sganciato i loro battelli da combattimento che ora si dividevano nei tre gruppi standard d’attacco.
— Lo scopo della vita si è disperso — annunciò Jebel. — Non scoraggiatevi.
— Avanti, lasciamo che i bambini ci provino!
«Ricordati, Kippi, basso, rapido e duro!»
«Se riusciamo ad attirarli all’offensiva è fatta!»
«Prepararsi per penetrare i meccanismi di difesa. Tutto bene. Somministrate la medicina!»
La formazione degli Invasori, comunque, non era all’attacco. Un terzo delle navi si era schierato orizzontalmente contro le stelle, il secondo gruppo incrociava la loro rotta con un angolo di sessanta gradi, e il terzo si muoveva ruotando intorno a un angolo uguale in modo da formare una triplice linea difensiva dinanzi alla nave madre.
«Fate attenzione. Il nemico ha serrato i suoi meccanismi difensivi.»
«E questa nuova formazione cosa vorrebbe fare?»
«Ci passeremo attraverso. Ti preoccupi?»
Una scarica escluse una voce.
«Figli di puttana, hanno preso Piede di Porco!»
«Tirami indietro, Kippi. Così va bene. Piede di Porco?»
«Non hai visto come lo hanno beccato? Ehi, andiamo.»
— Continuate la terapia attiva sulla destra. Cercate di essere più direttivi che potete. Lasciate che il centro si goda il principio del piacere. E l’ala sinistra resti sospesa.
Rydra guardava, affascinata, mentre le luci gialle ingaggiavano le rosse, ancora fisse in modo quasi ipnotico nella loro limpida, matematica ragnatela.
Ragnatela! La scena scivolò dalla sua mente e un’altra prese il suo posto, per una brevissima frazione di secondo. Lo schema difensivo degli Invasori era identico alla trama della ragnatela elastica che lei aveva spezzato qualche ora prima per uscire dalla sua cuccetta nell’infermeria. Le corde erano le rotte delle navi e ogni cosa funzionava nello stesso modo. Vi era in più il fattore tempo, ma quello… Raccolse subito un microfono dal tavolo. — Jebel! — Poi si rivolse ai Navigatori accanto a lei. — Calli, Mollya, Ron, coordinate l’area della battaglia per me.
— Huh? — fece Calli. — Va bene. — Cominciò a manovrare il quadrante dello stellarimetro inserito nel suo palmo. Sullo schermo ogni cosa si muoveva lentamente. “Al rallentatore” pensò lei. “Si muovono tutti al rallentatore.” Ora sapeva quello che doveva fare.
— Rydra Wong, Jebel è occupato — giunse la voce raschiante del Macellaio.
Calli le mormorò da sopra la spalla: — Coordinate 3-B, 41-F, e 9-K. Veloce, eh?
Le sembrava di avere chiesto quei dati almeno un’ora prima. — Macellaio, avete sentito queste coordinate? Ora ascoltate… fra ventisette secondi una nave degli Invasori passerà in… — gli comunicò una località di tre cifre. — Colpitela con i nevrotici più vicini. — E mentre aspettava una risposta, vide dove avrebbe dovuto essere diretto il prossimo colpo. — A quaranta secondi a partire da… otto, nove, dieci, ora, un’altra nave passerà in… — un’altra località. — …Colpitela con quello che vi pare. La prima nave è già stata tolta di mezzo?
— Sì, capitano Wong.
Lo stupore e il sollievo non le tolsero il respiro. Ora il Macellaio la stava ascoltando: gli diede le coordinate di altre tre navi nella “ragnatela”. — Ora colpiteli a fondo e li vedrete andare a pezzi!
Mentre deponeva il microfono, la voce di Jebel annunciò: — Avanzate per la terapia di gruppo!
I gialli battelli-ragno si immersero di nuovo nell’oscurità. Dove avrebbero dovuto esserci le navi degli Invasori, ora c’erano solo dei buchi vuoti; dove avrebbero dovuto esserci rinforzi, esisteva solamente una confusione senza pari.
Ratt cominciò a saltellare, aggrappandosi alle spalle di Carlos e di Flop. — Ehi, abbiamo vinto! — gridò il minuscolo addetto alla Riconversione. — Abbiamo vinto! — Anche gli altri ragazzi della squadra presero a mormorare.
Rydra si sentiva curiosamente lontana. Intorno a lei tutti parlavano così lentamente, usando tanto tempo per dire quello che si sarebbe potuto dire con poche, semplici…
— Tutto bene, ca’itano? — Ottone le appoggiò il braccio intorno alle spalle. Rydra tentò di parlare, ma tutto quel che uscì fu un grugnito. Barcollò.
La Lumaca si era girata verso di lei. — Vi sentite bene? — le chiese.
— Ssssss — e si accorse che non sapeva ancora come dirlo in Babel-17. La sua bocca dovette tornare alle ombre e alle forme dell’inglese. — Sto male — mormorò. — Cristo, mi sento male.
E mentre lo diceva, la vertigine scomparve.
— Forse è meglio che vi stendiate — suggerì la Lumaca.
Lei scosse il capo. La rigidità nelle spalle e la nausea stavano scivolando via. — No. Sto bene, ora. Credo di essermi soltanto eccitata un po’ troppo.
— Sedetevi un momento — insistette Ottone.
— Sul serio, ora sto bene. — Respirò profondamente. — Vedete? — Si allontanò dal braccio di Ottone. — Voglio fare una passeggiata. — Ancora incerta, fece qualche passo per andarsene. Sentiva alle spalle la loro inquietudine, e di colpo desiderò non essere più lì. Proseguì lungo la galleria.