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Il respiro era tornato normale quando raggiunse i livelli superiori. Allora si trovò di fronte sei corridoi che, in sei diverse direzioni, scendevano con rampe mobili verso gli altri livelli. Si arrestò confusa, incerta sulla via da prendere, poi si girò a un suono improvviso.

Un gruppo di uomini di Tarik stava attraversando un corridoio. Il Macellaio era fra di loro e si fermò a guardarla. Sogghignò, vedendo la sua confusione, e le indicò il corridoio di destra. Rydra non se la sentiva di parlare, così gli sorrise e si sfiorò la fronte con due dita in segno di saluto.

Fu mentre imboccava la rampa che lui le aveva indicato, che il significato del suo sogghigno si fece strada nella sua mente e la sorprese. Aveva notato l’orgoglio per il loro successo congiunto (il che aveva permesso di restare in silenzio), questo sì; e anche il piacere diretto di offrirle il suo silenzioso aiuto. Ma era tutto.

Il divertimento che lei si era aspettata per qualcuno che aveva perso la strada mancava. Se pure vi fosse stato, lei non se ne sarebbe offesa. Ma la mancanza di quel particolare la affascinò. Anche perché ben si adattava alla spigolosa brutalità che lei aveva già notato prima in quell’uomo, come pure alla sua grande grazia animalesca.

Rydra stava ancora sorridendo quando raggiunse la mensa.

2

Rydra si sporse dalla ringhiera della passerella per osservare l’attività nella zona di scarico sottostante. — Lumaca, porta giù i ragazzi e vedi che diano una mano con quei verricelli. Jebel mi ha detto che un po’ di aiuto sarebbe gradito.

Lumaca guidò la squadra verso l’ascensore che portava nel pozzo di Tarik.

— …allora, quando arriveremo laggiù andrete dall’uomo che porta la camicia rossa e gli direte di mettervi al lavoro. Già, al lavoro. Non guardarmi così sorpreso, sciocco. Kile, vieni via di lì. Ci sono settantacinque metri per arrivare sul fondo, e credo che sarebbe troppo duro anche per la tua testa. Ehi, voi due, piantatela! Ho visto chi ha incominciato per primo. Ora cercate di essere un pochino costruttivi…

Rydra osservava il lavoro degli uomini intenti a smantellare le due navi, quella degli Invasori e quella dell’Alleanza, e come le casse di provviste tolte dalle viscere delle due astronavi ridotte ormai a rottami venissero accatastate con cura lungo l’area di scarico.

— Fra poco ci sbarazzeremo dei relitti. Sono spiacente che anche la Rimbaud debba seguire la loro sorte. C’è qualcosa che vorreste salvare prima che ce ne liberiamo? — Rydra si volse alla voce di Jebel.

— Ci sono alcuni documenti molto importanti e certe registrazioni che mi servono. Lascerò qui la mia squadra e salirò a bordo con i miei ufficiali.

— Molto bene. — Jebel si affiancò a lei lungo il parapetto. — Non appena avremo finito con quelle, vi manderò un gruppo di smantellamento nel caso che troviate qualcosa di troppo grosso per voi.

— Non sarà necessario… — cominciò lei, ma si interruppe. — Oh, capisco. Vi serve il carburante.

Jebel annuì. — E i componenti di stasi, anche pezzi separati per i nostri battelli-ragno. Ma non toccheremo la Rimbaud finché non avrete finito voi.

— Capisco. Penso che sia gentile da parte vostra.

— Sono rimasto colpito — proseguì Jebel cambiando soggetto — dalla vostra abilità nell’infrangere la rete difensiva degli Invasori. Quella formazione particolare ci ha sempre dato dei fastidi. Il Macellaio mi ha detto che l’avete fatta a pezzi in meno di cinque minuti, e noi abbiamo perso un solo ragno. È un record. Non sapevo che foste una illustre stratega, oltre che una poetessa. Avete molti talenti. Ed è stata anche una fortuna che sia stato il Macellaio a rispondere alla vostra chiamata: io non avrei avuto la sensibilità di seguire quei suggerimenti in un momento simile. I primi risultati non erano stati molto lusinghieri. Forse avrei seguito i vostri consigli quando la situazione fosse peggiorata, ma credo che allora mi sarebbero stati di ben poco profitto. — Lanciò un’occhiata sull’altro lato del pozzo.

Su una piattaforma sospesa nel centro, l’ex-forzato sorvegliava in silenzio lo svolgersi delle operazioni.

— È un uomo bizzarro — mormorò Rydra. — Per quale motivo è finito in prigione?

— Non gliel’ho mai domandato — confessò Jebel alzando il mento. — E lui non me lo ha mai detto. Ci sono molte persone bizzarre su Tarik, e la vita privata di ognuno è una cosa importante, in uno spazio così ristretto. Oh, sì. Nel giro di un mese imparerete anche voi quanto sia piccola la Montagna.

— Sono stata una sciocca — si scusò Rydra. — Non avrei dovuto chiederlo.

Un’intera sezione laterale dell’incrociatore Invasore fu trasportata via da un nastro trasportatore largo sei metri. Gli smantellatori proseguirono il loro lavoro con sottili raggi laser, poi una gru gigantesca agganciò il lato indebolito dello scafo e lentamente incominciò a torcerlo.

A un tratto, l’operaio addetto alla gru lanciò un grido. Un portello semidistaccato dalla fiancata cadde di colpo e una figura rivestita di una combinazione argentea si affacciò un istante. Poi si lasciò cadere per i sei metri che la separavano dal nastro sottostante. Rotolò per l’urto ma fu quasi subito in piedi e ripeté il salto, stavolta di solo tre metri, per scendere dal nastro. Poi prese a correre. Il cappuccio le scivolò dal capo e scoprì una lunga capigliatura castana. Rydra notò una strana difficoltà dell’Invasore nel correre e pensò dapprima che fosse da addebitare al grasso evidente sotto la tuta color argento. Ma all’improvviso si accorse che il “grasso” era in realtà una gravidanza di almeno sette mesi. In basso, un meccanico le lanciò contro una chiave inglese, ma la donna riuscì a schivarla.

Poi l’aria fu solcata da un sibilo vibrante. L’Invasore si arrestò di colpo, chinandosi su se stesso, e il sibilo si ripeté; ormai disteso a terra, l’Invasore scalciò debolmente.

Sulla sua torre, il Macellaio infilò il vibratore nella fondina.

— Questo non era necessario — mormorò Jebel con terrificante dolcezza. — Avremmo potuto… — e sembrò che non ci fosse nulla da suggerire. Sul suo viso erano dipinti il dolore e la curiosità. Il dolore, si accorse Rydra, non era causato dalla doppia morte sottostante, ma dalla contrarietà del suo animo di gentiluomo per un gesto osceno. La curiosità era invece volta alla reazione di Rydra, Lei lo guardò prepararsi a parlare: era sul punto di dire… e così fu lei a dirlo per lui… — Spesso mettono delle donne incinte a bordo delle loro navi. I loro riflessi sono più veloci. — Vide che lui si rilassava.

Il Macellaio era sceso in quel momento dall’ascensore e si stava dirigendo verso di loro, colpendosi la coscia muscolosa con un pugno in un gesto d’impazienza. — Dovrebbero irradiare tutto quanto, prima di portare dentro i relitti. Ma non ascoltano. È la seconda volta in due mesi, ormai. — Grugnì.

Sotto di loro, gli uomini di Tarik e la squadra di Rydra si erano assiepati intorno al corpo.

— Lo faranno la prossima volta. — La voce di Jebel era ancora dolce e fredda. — Macellaio sembra che tu abbia colpito l’interesse del capitano Wong. Si stava chiedendo che razza d’uomo fossi, e io non ho certo potuto risponderle. Forse tu potrai spiegarle perché hai dovuto…

— Jebel — disse Rydra. I suoi occhi, cercando quelli del comandante di Tarik, urtarono contro lo sguardo cupo del Macellaio. — Vorrei pensare ora alla mia nave, prima che incominciate a spogliarla.

Jebel esalò lentamente il resto del respiro che aveva trattenuto fin dal primo sibilo del vibratore. — Naturalmente.