— E qual è, Macellaio?
— Perché io sono — disse lui lentamente — e tu sei.
5
— State terminando il vostro dizionario? — chiese Ottone.
— Finito ieri. È una poesia. — Chiuse il suo quaderno di appunti. — Presto dovremmo arrivare all’estremità della Lingua. Il Macellaio mi ha detto questa mattina che i Ciribiani ci tengono ormai compagnia da quattro giorni. Ottone, non hai nessuna idea di quello che…
Amplificata dall’altoparlante, giunse la voce di Jebeclass="underline" — Preparare Tarik all’immediata difesa. Ripeto, immediata difesa.
— Cosa diavolo sta succedendo? — esclamò Rydra. Nella mensa tutti si alzarono per correre ai loro posti. — Raduna l’equipaggio e portalo giù ai cancelli d’uscita.
— È il ’unto da cui ’artono i battelli-ragno?
— Esatto.
— Andiamo a buttarne giù qualcuno anche noi, ca’itano?
— Se sarà necessario — disse Rydra, e anche lei lasciò di corsa il tavolo.
Batté l’equipaggio di un paio di minuti e colse il Macellaio ai portelli di eiezione. L’equipaggio da combattimento di Tarik correva lungo il corridoio in un’ordinata confusione.
— Cosa succede? I Ciribiani hanno dato segni di ostilità?
Lui scosse il capo. — Invasori a dodici gradi.
— Così vicini al Quartier Generale dell’Alleanza?
— Già. E se Jebel Tarik non attacca per primo, avrà la peggio. Sono più grandi di noi, e Tarik ci sta andando a sbattere proprio contro.
— Jebel vuole attaccarli?
— Sì.
— Allora andiamo.
— Vieni con me?
— Sono un’esperta stratega, lo hai dimenticato?
— Tarik è in pericolo — disse il Macellaio. — Questa sarà la più grande battaglia che tu abbia mai visto.
— La migliore occasione per impiegare i miei talenti, mio caro. La tua nave è equipaggiata per portare un equipaggio completo?
— Sì. Ma usiamo i Navigatori e i controllori Sensoriali di Tarik con il controllo a distanza.
— Prendiamo a bordo il mio equipaggio in ogni modo; se dovessimo cambiare strategia all’improvviso ci tornerà utile. Jebel viene con te questa volta?
— No.
Dietro le sue spalle, Lumaca girò l’angolo seguito da Ottone, i Navigatori, le insostanziali figure del trio discorporato e l’intera squadra.
Il Macellaio fece passare lo sguardo da loro a Rydra. — Va bene. Andiamo.
Lei gli baciò una spalla perché non poteva raggiungergli una guancia; lui spalancò il portello di salita: — Dentro!
Allegra, mentre stava per salire la scaletta, afferrò Rydra per un braccio. — Questa volta combatteremo, capitano? — C’era un sorriso eccitato sul suo viso lentigginoso.
— È molto probabile. Spaventata?
— Sì! — disse Allegra continuando a sorridere, e scomparve nel tunnel nero. Rydra e il Macellaio furono gli ultimi.
— Non avranno problemi con queste apparecchiature se dovremo staccare il controllo automatico, vero?
— Questo battello è tre metri più corto della Rimbaud. Saranno un po’ stretti nel quartiere discorporato, ma gli strumenti sono gli stessi.
Rydra pensò: “Ce la siamo cavata a bordo di una corvetta lunga dodici metri e dotata di un solo generatore; questa è una sala da ballo, capitano…” In Basco, naturalmente.
— La cabina del capitano è diversa — aggiunse il Macellaio. — I controlli delle armi sono là. Credo che faremo qualche errore.
— La morale più tardi — disse lei. — Combatteremo come diavoli per Jebel Tarik. Ma ipotizzando che anche questo non serva a molto, voglio poter tirare fuori i miei ragazzi dai guai. A qualunque costo, devo tornare al Quartier Generale dell’Alleanza.
— Jebel voleva sapere se la nave Ciribiana combatterà al nostro fianco. Procedono ancora vicini alla nostra coda.
— Probabilmente se ne staranno a guardare senza neppure capire cosa sta succedendo. Interverranno solo se direttamente attaccati, e in tal caso saranno in grado di difendersi bene. Ma dubito che si uniscano a noi in un’offensiva.
— Peccato — borbottò il Macellaio. — Perché avremo bisogno di aiuto.
— Laboratorio Strategico. Laboratorio Strategico — chiamò la voce di Jebel dall’altoparlante. — Ripeto, Laboratorio Strategico.
Al posto delle tavole sinottiche appese nella? cabina di Rydra, ora spiccava un grande schermo visivo, perfetta replica della gigantesca proiezione nella galleria sopra la mensa di Tarik. Al posto della consolle del suo computer, era stata impiantata la stazione di comando delle bombe e delle armi a vibrazioni. — Rozze armi barbariche — commentò Rydra sedendosi. — Ma efficaci come il vento dell’inferno, immagino, se si sa come usarle.
— Cosa? — Il Macellaio si allacciò le cinghie al suo fianco.
— Stavo citando a modo mio il defunto Mastro Armaiolo di Armsedge.
Il Macellaio annuì. — Controlla il tuo equipaggio. Io penso al decollo.
Rydra premette un pulsante dell’intercom. — Ottone, sei collegato al tuo posto?
— Tutto okay, ca’itano.
— Occhio, Orecchio, Naso?
— È pieno di polvere qui sotto, capitano. Quando è stata l’ultima volta che hanno scopato questo cimitero?
— Non mi interessa la polvere. Funziona tutto bene?
— Oh, sì. Tutto perfetto… — La frase terminò con uno starnuto spettrale.
— Salute. Lumaca, come stanno da te?
— Tutti ai loro posti, capitano. — Poi mormorò: — Vuoi mettere via quelle biglie?
— Navigazione?
— Ogni cosa al suo posto. Mollya sta insegnando lo judo a Ron. Ma sono pronto a chiamarli non appena succederà qualcosa.
— State all’erta.
Il Macellaio si chinò vero di lei e le carezzò i capelli, ridendo.
— Anche a me questi ragazzi piacciono — gli confidò Rydra. — Spero solo che non dovremo usarli. Uno di loro è un traditore che ha già cercato di uccidermi due volte. Avrei preferito non offrirgli una terza opportunità, ma credo di farcela anche questa volta… almeno lo spero molto.
Dall’altoparlante venne la voce di Jebel. — I Carpentieri si presentino a trentadue gradi dal centro galattico. Scalpelli pronti al cancello K. Seghe e Trapani prepararsi al cancello R. Lame da Incisione al cancello T.
I tubi di lancio si spalancarono con uno scatto secco. La cabina si oscurò di colpo e lo schermo scintillò di stelle e di ammassi gassosi. I comandi luccicavano di luci rosse e gialle lungo il banco di controllo delle armi. Attraverso gli altoparlanti iniziò il chiacchierio confuso degli equipaggi con la Navigazione di Tarik.
«Hei, questa mi sembra un po’ scorbutica. Riesci a vederla, Jehosaphat?»
«L’ho proprio di fronte. Una grossa mamma.
«Spero soltanto che non ci abbia ancora visti. Tienici al fresco, Kippi.»
— Trapani, Seghe a Nastro e Torni: assicuratevi che le vostre macchine siano ben oliate e i denti ben affilati.
— È per noi — disse il Macellaio. Tese una mano nella semioscurità verso i comandi delle armi.
«Che cosa sono quelle tre palline da ping pong dentro la zanzariera?
«Jebel dice che è una nave Ciribiana.
«Finché rimane dalla nostra parte, a me sta bene.»
— Gli strumenti a punta inizino le operazioni. Gli attrezzi a mano attendano per finire il lavoro.
— Zero — sussurrò il Macellaio. Rydra sentì l’astronave balzare in avanti. Le stelle incominciarono a muoversi. Dieci secondi più tardi vide il muso rincagnato dell’astronave degli Invasori comparire sullo schermo.