Выбрать главу

Arrivarono in una stanza occupata da bianchi tavoli operatori. — Posso esservi utile? — chiese un sorridente cosmetochirurgo polinesiano vestito di un camice blu. — Perché non vi stendete qui?

— Io sto solo guardando — disse il dottor T’mwarba.

— È elencato nel vostro catalogo come numero 5463 — esclamò il doganiere. — E lo voglio qui. — Si colpì con una mano la spalla destra.

— Oh sì. È il mio preferito. Solo un istante. — Aprì un armadietto accanto al tavolo operatorio. Gli strumenti scintillarono.

Poi il chirurgo scomparve dietro la porta di cristallo del reparto refrigerante, e ne tornò con un vassoio colmo di diversi frammenti. L’unico facilmente riconoscibile era la metà anteriore di un minuscolo drago in miniatura con due gioielli al posto degli occhi, ricoperto di scaglie luccicanti e con un paio di ali opalescenti: il tutto non più lungo di cinque centimetri.

— Quando sarà collegato al vostro sistema nervoso, potrete farlo muovere, sibilare, ruggire, fargli agitare le ali e sputare scintille. Ma ci vorranno alcuni giorni perché venga assimilato dal corpo. Non vi sorprendete, dunque, se le prime volte il drago tossirà o sembrerà avere il mal di mare. Toglietevi la camicia, per favore.

Il doganiere obbedì.

— Ora escluderò ogni sensazione lungo tutta la spalla… ecco, così non sentirete alcun dolore. Questo? Oh, è un vasocostrittore locale per le vene e le arterie; vogliamo fare le cose pulite. Ora, dobbiamo tagliare lungo… be’, se vi dà fastidio, non guardate. Parlate con il vostro amico. Ci metteremo pochi minuti. Oh, devo avervi fatto il solletico nello stomaco! Non ci fate caso. Ancora una volta soltanto. Ecco fatto. Questa è l’articolazione della vostra spalla. Lo so, il braccio fa uno strano effetto, così penzoloni. Ora inseriamo qui dentro questa gabbietta di plastiplasma trasparente. Svolge le stesse identiche funzioni dell’articolazione della spalla e impedisce che i muscoli qui intorno siano d’impiccio. Vedete, ha perfino le scanalature per le vostre arterie. Spostate il mento, per favore. Se volete guardare, usate lo specchio. Ora arricciamo un po’ il plasma intorno ai bordi… Dovrete tenere questo vivonastro intorno ai bordi della gabbia per un paio di giorni, finché le pareti non avranno fatto presa del tutto. Non c’è pericolo che si stacchi, a meno che non tendiate il braccio di scatto, ma in ogni caso non correte alcun rischio. Adesso basta collegare questo signorino al nervo. Vi farò un po’ male…

— Gnnnnn! — Il doganiere fece per alzarsi.

— Giù! Giù! Bene, questo piolino… guardate nello specchio… serve per aprire la gabbia. Imparerete a farlo uscire e a fargli fare ogni genere di trucchetti, ma non siate impaziente. Ci vuole del tempo. Ora vi restituirò la sensibilità nel braccio.

Il chirurgo staccò gli elettrodi e il doganiere emise un fischio.

— Pruderà parecchio per un’ora. Se notate rossori o infiammazioni, non esitate a tornare subito qui. Tutto quello che esce da quella porta è perfettamente sterilizzato, ma ogni cinque o sei anni qualcuno si ritrova con un’infezione. Ora potete rimettervi la camicia.

Mentre uscivano in strada, il doganiere fletté la spalla. — Sapete, dicono che non si senta neppure la differenza. — Fece una smorfia. — Però mi sento le dita strane. Credete che mi abbia offeso un nervo?

— Ne dubito — disse T’mwarba — ma lo farete voi se continuate ad agitare il braccio a quel modo. Finirete con lo staccare il vivonastro. Andiamo a mangiare.

Il doganiere si tastò la spalla. — Dà una strana sensazione avere un buco di otto centimetri nella carne e poter muovere il braccio come se niente fosse.

— Così — disse T’mwarba al di sopra del suo boccale — è stata Rydra a portarvi la prima volta nella città dei Trasporti.

— Sì. A essere sincero… l’ho incontrata una sola volta. Stava radunando un equipaggio per una spedizione organizzata dal governo. Io dovevo approvare i loro psico-indici e sono andato con lei. Ma quella notte è successo qualcosa.

— Che cosa?

— Ho incontrato un branco delle più bizzarre e curiose persone che avessi mai visto in tutta la mia vita, e mi sono accorto che pensavano in modo diverso, si comportavano diversamente, facevano perfino l’amore in un modo che io non conoscevo. E mi hanno fatto sentire triste, mi hanno spinto a ridere e a essere felice, eccitato, e perfino a innamorarmi. — Lanciò un’occhiata alla sfera dell’arena sospesa nel locale. — E ora non mi sembrano più tanto strani.

— Il contatto con lei funzionava, quella sera?

— Penso di sì. È presuntuoso da parte mia chiamarla per nome, ma la sento ancora come… un’amica. Io sono un uomo solitario, in una città di uomini solitari. E quando uno di noi capita in un luogo in cui… trova dei contatti, ci ritorna per vedere se gli capita di nuovo.

— Ed è successo?

Danil D. Appleby abbassò gli occhi dal soffitto e cominciò a sbottonarsi la camicia. — Pensiamo alla cena — disse, e si tolse la camicia per ammirare il drago nella gabbietta dentro la spalla. — Si torna indietro comunque. — Piegò con cura la camicia e la posò sulla spalliera della sua sedia. — Dottor T’mwarba, non avete alcuna idea del perché vi vogliono al Quartier Generale dell’Alleanza?

— Presumo che riguardi Rydra e questo nastro.

— Però avete detto di essere stato il suo dottore. Spero che non si tratti di un motivo medico. Se le fosse successo qualcosa, sarebbe terribile. Per me, voglio dire. Era riuscita a dirmi tante cose, quella sera, e in modo così semplice. — Rise, e fece scorrere un dito lungo i bordi della gabbietta. La bestia all’interno emise un gorgoglio. — E mentre mi diceva quelle cose, per metà del tempo non guardava mai nella mia direzione

— Spero anch’io che stia bene — disse il dottor T’mwarba. — Sarà meglio per tutti.

2

Prima che il Midnight Falcon atterrasse, il dottor T’mwarba riuscì a indurre il capitano a lasciarlo parlare con la torre di controllo. — Voglio sapere quando è rientrata la Rimbaud.

— Un istante, signore. Non credo che sia rientrata. Certo non negli ultimi sei mesi. Ci vorrebbe un po’ di tempo per controllare più indietro, ma…

— No. Dovrebbe avere atterrato negli ultimi giorni. Siete certo che la Rimbaud non sia ritornata di recente con il capitano Rydra Wong?

— Wong? Credo che abbia atterrato ieri, ma non sulla Rimbaud. Era su un battello da combattimento privo di contrassegni. C’è stata una certa confusione poiché i numeri di serie erano stati cancellati dalle fiancate e si supponeva che si trattasse di una nave rubata.

— Ma il capitano Wong stava bene al momento dello sbarco?

— Sembrava che avesse lasciato il comando al suo… — La voce si arrestò.

— Ebbene?

— Scusate, signore. Queste notizie sono state classificate riservate. Non avevo visto il contrassegno, e devono essere state infilate per sbaglio negli archivi regolari. Non posso darvi altre informazioni. Sono riservate alle persone espressamente autorizzate.

— Sono il dottor Markus T’mwarba — disse allora lui, cercando di dare autorità alla voce ma senza sapere se sarebbe servito a qualcosa.

— Oh, c’è un appunto che vi riguarda, signore. Ma non siete nella lista delle persone autorizzate.

— E cosa diavolo dice, questo appunto?

— Solo che se desiderate informazioni, dovete rivolgervi direttamente al generale Forester.

Un’ora più tardi, il dottor T’mwarba entrò nell’ufficio del generale Forester. — Allora, cos’è successo a Rydra?

— Dov’è il nastro?

— Se Rydra ha voluto spedirlo a me, doveva avere le sue buone ragioni. Se avesse voluto farlo avere a voi, poteva consegnarvelo direttamente. Credetemi, voi non ci metterete le mani sopra a meno che io non lo voglia.