Выбрать главу

— Dottore — mormorò Mollya — io ero morta. Lei mi ha riportato in vita. Cosa posso fare?

— Potete dirmi tutto quello che sapete — …T’mwarba si spinse verso il tavolo fissandoli a turno — …sul Macellaio.

— Il Macellaio? — chiese Ottone. Gli altri erano sorpresi. — E cosa ’ossiamo dire? Sa’’iamo solo che lui e il ca’itano erano molto amici.

— Siete stati con lui a bordo della stessa nave per tre settimane. Ditemi ogni cosa che gli avete visto fare.

Si guardarono l’un l’altro, interrogativamente.

— Non c’era nulla che potesse indicare da dove veniva?

— Titin — disse Calli. — Il marchio sul suo braccio.

— Prima di Titin, almeno cinque anni prima. Il problema è che del Macellaio non si sa nulla.

Ora gli sguardi erano ancora più perplessi. Poi Ottone disse: — La sua lingua. Il ca’itano diceva che ’arlava una lingua dove non c’era la ’arola io.

Il dottor T’mwarba aggrottò la fronte mentre il discorporafono scattava di nuovo nel suo orecchio. — Il capitano gli ha insegnato a dire tu e io. Una sera hanno gironzolato insieme nel cimitero di Tarik, e noi eravamo intorno a loro mentre si insegnavano a vicenda chi erano.

— L’io — disse T’mwarba — ecco qualcosa su cui lavorare. — Si appoggiò all’indietro. — È strano. Immagino di sapere tutto quello che c’è da sapere su Rydra, eppure…

Il discorporafono scattò una quarta volta. — Voi non sapete della gracula.

T’mwarba rimase sorpreso. — Sì che lo so. Ero presente.

L’equipaggio discorporato ridacchiò morbidamente. — Ma non vi hai mai detto perché era così spaventata.

— È stato un attacco isterico dovuto alle sue condizioni…

Di nuovo la risatina spettrale. — Il verme, dottor T’mwarba. Lei non si è spaventata per l’uccello. È rimasta terrorizzata dall’immagine telepatica di un enorme verme che strisciava verso di lei, il verme che l’uccello stava immaginando.

— Lei vi ha detto questo… — “e non lo ha mai detto a me” fu la fine di una frase iniziata con tono offeso e conclusa con una sensazione di stupore.

— Mondi — continuò lo spettro. — A volte i mondi esistono sotto i vostri stessi occhi e voi non li vedete mai. Questa sala potrebbe essere affollata di fantasmi, e non ve ne accorgereste mai. Anche il resto dell’equipaggio non può essere certo di quello che stiamo dicendo ora. Ma il capitano Wong non ha mai usato un discorporafono. Ha trovato il modo di parlare con noi senza fare ricorso a quello. Ha attraversato mondi, e ha saputo unirli, questo è l’importante, in modo che entrambi diventassero più grandi.

— Allora qualcuno deve scoprire da quale mondo, dal vostro, dal mio, o dal suo, è uscito il Macellaio. — Un ricordo cominciò a definirsi come una cadenza di chiusura, e lui rise. Gli altri lo fissarono meravigliati. — Un verme. “In qualche luogo dell’Eden, allora, un verme, un verme…” Una delle sue prime poesie. E non ci ho mai pensato.

4

— E dovrei esserne felice? — chiese il dottor T’mwarba.

— Dovreste essere almeno interessato — rispose il generale Forester.

— Avete consultato una mappa iperstatica e scoperto che tutti i sabotaggi dell’ultimo anno e mezzo si stendono nella galassia lungo una linea ordinata, e che tutti si trovano a distanza ravvicinata dalla Fessura di Specelli. Inoltre, avete scoperto che durante il periodo in cui il Macellaio si trovava su Titin, nessun “incidente” ha avuto luogo. In altre parole, avete scoperto che il Macellaio potrebbe essere responsabile di tutta la faccenda, e solo a causa della sua vicinanza fisica ai luoghi colpiti. No, non posso esserne felice.

— E perché no?

— Perché lui è una persona importante.

— Importante?

— Io so che è… importante per Rydra. L’equipaggio me lo ha detto.

— Lui? — Poi comprese. — Lui? Oh, no. Chiunque altro. Lui è la più bassa forma di… Non lui. Tradimento, sabotaggio, chissà quanti omicidi… Voglio dire che lui è…

— Voi non sapete cosa sia quell’uomo. E anche se fosse responsabile degli attacchi di Babel-17, è straordinario almeno quanto Rydra. — Il dottore si alzò dalla poltrona-bolla. — Ora volete darmi la possibilità di tentare la mia idea? Ho ascoltato per tutta la mattina la vostra. E la mia probabilmente funzionerà.

— Non capisco ancora cosa intendete fare.

Il dottor T’mwarba sospirò. “Per prima cosa voglio portare Rydra, il Macellaio, e noi stessi nel più scrupolosamente sorvegliato e impenetrabile carcere sotterraneo di cui disponga il Quartiere Generale dell’Alleanza…”

— Ma noi non abbiamo un…

— Non venite a raccontarmi balle, generale, — tagliò corto T’mwarba. — Siamo in guerra, ve lo siete dimenticato?

Il generale si accigliò. — E perché tutto questo bisogno di sicurezza?

— A causa dei danni che questo uomo ha provocato finora. Non credo che il mio piano incontrerà la sua approvazione. E credo che mi sentirei più tranquillo se avessi qualcosa, magari l’intera forza militare dell’Alleanza, al mio fianco. Allora sentirei di avere una possibilità.

Rydra sedeva su un lato della cella, il Macellaio sull’altro, entrambi legati ai sedili anatomici ricoperti di plastica che erano parti delle pareti.

Il dottor T’mwarba guardò l’equipaggiamento che veniva spinto fuori dalla stanza. — Niente carcere e niente sale di torture, eh, generale? — Lanciò un’occhiata a una macchia secca rosso-bruna sul pavimento accanto ai suoi piedi, e scrollò il capo. — Avrei preferito che il posto venisse ripulito con acido e disinfettato, ma immagino che con un preavviso così breve…

— Avete tutto l’equipaggiamento che vi serve, dottore? — si informò il generale senza badare alla stoccata di T’mwarba. — Se cambiate idea, posso avere qui una squadra completa di specialisti in quindici minuti.

— Questa cella non è grande abbastanza — disse T’mwarba. — E ho già qui nove specialisti. — Appoggiò la mano al computer di medie dimensioni che era stato disposto in un angolo. — Avrei anche preferito rimanere solo, ma visto che non volete andarvene, vi pregherei di osservare il silenzio.

— Avete detto — gli ricordò il generale — che volevate il massimo di sicurezza. Posso avere qui altrettanto facilmente un gruppo di maestri di aikido che pesano centoventi chili.

— Sono cintura nera di aikido, generale. Penso che noi due saremo sufficienti.

L’altro sollevò le sopracciglia. — Io conosco il karate. Ma l’aikido è una delle arti marziali che non ho mai realmente capito. E voi siete cintura nera?

Il dottor T’mwarba sistemò l’equipaggiamento e annuì. — Anche Rydra. Non so cosa riesca a fare il Macellaio, così preferisco che siano entrambi legati saldamente.

— Molto bene. — Il generale toccò qualcosa nell’angolo della cella e la spessa lastra metallica della porta si abbassò lentamente. L’orlo raggiunse il livello del pavimento e la giuntura scomparve.

— Ora siamo sigillati qui dentro. Ci troviamo al centro di dodici linee di difesa, tutte impenetrabili. Inoltre nessuno conosce l’ubicazione di questa cella, neppure io.