— Così abbiamo trascorso l’intera notte nella cantina — stava dicendo Illyan. — Le squadre di Vordarian sono tornate a perquisire l’edificio il mattino dopo, ma… oh, milady!
Il sorriso con cui la accolse parve incrinato da un attimo di senso di colpa quando si affrettò a distogliere lo sguardo dal suo addome. Cordelia avrebbe preferito che continuasse a raccontare con fosco piglio mascolino le disavventure di quei giorni, ma il suo arrivo (l’arrivo del fantasma di una sconfitta che ancora gli bruciava) lo aveva alquanto smontato.
— Simon. Ammiraglio. È una gioia vedervi qui. — Si scambiarono un cenno del capo. Kanzian fece per alzarsi doverosamente, ma ci fu un’unanime profusione di gesti per invitarlo a risparmiare le forze, cosa che lo fece sorridere divertito. Aral la chiamò a sedersi accanto a lui.
Illyan proseguì il suo rapporto. Le sue due settimane di fuga dalle squadre di Vordarian erano trascorse all’incirca come quelle di Cordelia, anche se nell’ambiente più turbinoso della capitale occupata. Dietro le parole dell’uomo lei sentì le stesse incertezze, le stesse preoccupazioni. Kanzian annuiva ogni tanto, per confermare gli eventi di cui era stato testimone anch’egli.
— Ben fatto, Simon — disse Vorkosigan quando Illyan ebbe concluso. Accennò verso Kanzian. — Davvero ben fatto. Non lo dimenticherò.
Illyan sorrise. — Pensavo che lo avrebbe apprezzato, signore.
Vorkosigan si rivolse a Kanzian. — Appena si sarà riposato vorrei metterla al corrente della situazione in sala tattica, signore.
— Grazie, mio Lord. Dopo la fuga dal Quartier Generale sono rimasto tagliato fuori dagli avvenimenti, a parte i notiziari di Vordarian. Anche se abbiamo potuto dedurre molto da ciò che vedevamo. Comunque mi congratulo con lei per la sua strategia di contenimento. Finora è stata efficace. Ma è quasi giunta al suo limite.
— È quello che penso anch’io, signore.
— Cosa sta facendo Jolly Nolly alla Stazione di Balzo Uno?
— Non ho risposto ai messaggi inviati dai suoi ufficiali su raggio canalizzato. La settimana scorsa giustificavano il suo silenzio con la scusa di un’indisposizione, ma poi hanno avuto almeno il buon gusto di tacere.
— Ah. Posso immaginarlo. La sua colite deve aver avuto una ricaduta formidabile. Scommetto che non tutti gli «indisposti» si stanno negando al telefono senza motivo. Credo che lei e io dovremmo fare due chiacchiere, in privato, con l’ammiraglio Knollys.
— Sì, lo apprezzerei, signore.
— Discuteremo delle sventure del nostro tempo. E dei difetti di un supposto capo delle forze armate che fonda la sua intera strategia su un assassinio politico, senza riuscire neppure a conseguirlo. — Kanzian si accigliò, disgustato. — Occorre un ottimismo assurdo per basare le sorti della guerra su un singolo evento eclatante. Vordarian ha sempre avuto la tendenza a strafare.
Cordelia richiamò con un gesto l’attenzione di Illyan. — Simon, mentre eravate a Vorbarr Sultana vi è giunta qualche notizia dall’Ospedale Militare Imperiale? Sapete qualcosa di Vaagen e di Henry? — E del mio bambino?
Lui scosse il capo, dispiaciuto. — No, milady. — Guardò Vorkosigan. — Mio Lord, è vero che il capitano Negri è morto? Abbiamo sentito solo delle voci, oltre alla propaganda televisiva di Vordarian. Dato che non hanno mostrato il suo corpo, ho pensato che fosse una menzogna.
— Purtroppo no. Negri è stato colpito durante uno scontro a fuoco alla Residenza Imperiale. Non è sopravvissuto alla ferita. — rispose Vorkosigan.
Illyan si alzò in piedi, allarmato. — E l’Imperatore?
— Gregor è sano e salvo.
Illyan tornò a sedersi. — Grazie a Dio. E dove…?
— In un posto sicuro — tagliò corto Vorkosigan.
— Oh. Giusto, signore. Chiedo scusa.
— Appena lei sarà passato in infermeria e sotto una doccia, Simon, dovrò affidarle degli urgenti lavori di pulizia in casa nostra — continuò Vorkosigan. — Dobbiamo sapere quali reparti della Sicurezza Imperiale hanno tenuto chiusi tutti e due gli occhi prima del colpo di stato di Vordarian. Non voglio parlar male dei morti… e Dio sa che Negri ha pagato col suo sacrificio ogni errore passato… ma il sistema con cui governava la Sicurezza Imperiale, suddivisa in compartimenti isolati alcuni dei quali noti solo a lui e a Ezar, dev’essere ristrutturato. Bisogna riconsiderare ogni sezione e ogni uomo. Questo sarà il suo primo incarico come nuovo Capo della Sicurezza Imperiale, capitano Illyan.
Il volto di Illyan, già pallido e stanco, si sbiancò ancor di più. — Signore, vuole che io indossi i panni di Negri?
— Prima ne scuota fuori le pulci — lo consigliò seccamente lui. — E al più presto, se non le spiace. Non posso portare allo scoperto l’Imperatore finché la Sicurezza non è in grado di prendersi cura di lui.
— Sì, signore — disse Illyan, come sopraffatto.
Kanzian si tirò in piedi, rifiutando con un cenno l’aiuto di uno dei presenti. Aral strinse una mano di Cordelia, sotto il tavolo, e si alzò per accompagnare fuori il nucleo del suo nuovo staff. Mentre gli altri ufficiali uscivano, Koudelka si girò a guardare Cordelia e mormorò: — Le cose cominciano a marciare meglio, eh?
Lei gli restituì il sorriso, incerta. Nella sua mente echeggiavano le parole del marito: «…quando la lealtà degli uomini raggiungerà il punto critico, e Vordarian sarà colto dai primi accenni di panico…»
Alla fine della seconda settimana il rivolo di fuggiaschi che apparivano alla Base Tanery era divenuto un torrente. L’arrivo più acclamato dopo quello dell’ammiraglio Kanzian fu la comparsa del Primo Ministro Vortala, di cui si sapeva solo che era stato messo agli arresti domiciliari. Il vecchio giunse con la scorta di diversi uomini nella livrea della sua casa, stanchi e feriti, portando notizia degli atti di violenza commessi ai danni dei membri del governo e dei loro familiari, di tradimenti, di cacce all’uomo e scontri a fuoco. Altri due ministri sopraggiunsero quella sera stessa. Il morale si alzava ad ogni nuova aggiunta di notabili, e l’atmosfera della Base si fece elettrica nell’attesa dell’azione. La domanda che si udiva fare nei corridoi dell’amministrazione non era più «È arrivato qualcuno?» ma «Chi è arrivato questa notte?» Cordelia fece del suo meglio per apparire di umore tranquillo, chiudendo dentro di sé le sue angosce private. Vorkosigan era soddisfatto e allo stesso tempo più teso.
Come il marito le aveva raccomandato, Cordelia restò al livello sotterraneo del loro appartamento; ma fin troppo presto, col ritorno di un’energia di cui non godeva da mesi, l’impazienza cominciò a farla fremere. Contravvenne alle prescrizioni del medico facendo un po’ di ginnastica da camera (solo piegamenti delle gambe e delle braccia, niente flessioni o altro) e stava contemplando l’idea di raggiungere Bothari in palestra quando il videotelefono suonò.