Sullo schermo comparve il volto un po’ apprensivo di Koudelka. — Milady, Lord Vorkosigan le chiede di raggiungerci qui, nella Sala Riunioni Sette. C’è una cosa che desidera farle vedere.
Lei sentì una contrazione allo stomaco. — Sì. Vengo subito.
Nella Sala Riunioni Sette alcuni ufficiali dello staff stavano discutendo a bassa voce davanti a una console di schermi collegati ai satelliti. Oltre a Kanzian c’era anche il Primo Ministro Vortala. Vorkosigan le rivolse un breve sorriso e disse subito: — Mia cara, vorrei la tua opinione su qualcosa che è appena giunto.
— Ne sono lusingata. Ma qualcosa cosa?
— L’ultimo show televisivo di Vordarian contiene una novità. Kou, rimanda la registrazione, per favore.
La propaganda politica che Vordarian trasmetteva dalla capitale era sempre commentata con divertito sarcasmo dagli uomini di Vorkosigan. Stavolta le loro facce le parvero alquanto più serie.
L’inquadratura mostrava Vordarian in una delle sale di ricevimento ufficiali della Residenza Imperiale, l’austero Salone Azzurro, che Ezar Vorbarra aveva usato come sfondo per le sue rare apparizioni pubbliche. Vorkosigan era accigliato.
Elegante nella sua uniforme verde, Vordarian sedeva su un sofà rivestito in seta bianca, al fianco di Kareen. La Principessa indossava un abito nero molto accollato, di taglio sobrio. I suoi capelli corvini, fermati indietro da un paio di spille d’argento ingemmato, lasciavano scoperto l’ovale del volto. Vordarian pronunciò solo un paio di frasi per chiedere l’attenzione degli spettatori. Poi la regia mandò in onda l’interno della grande Sala del Consiglio dei Conti, al Castello di Vorhartung. L’inquadratura si restrinse intorno al Lord Guardiano del Circolo dei Parlatori, vestito dei suoi paramenti cerimoniali. Sullo schermo non si poteva vedere cosa, fuori campo, stesse innervosendo l’anziano dignitario, ma dalle occhiate che lanciava continuamente alla sua sinistra Cordelia sospettò che su di lui non fossero puntate soltanto delle innocue telecamere.
Il Lord Guardiano aprì un foglio di carta plasticata, si schiarì la voce e disse: — Leggo ora quanto segue. Io cito testualmente…
— Ah, sottile! — mormorò Vortala. Subito Koudelka fermò la registrazione per chiedere: — Come dice, scusi, signor Ministro?
— La premessa «Io cito». Ha preso legalmente le distanze dalle parole che la sua bocca sta per pronunciare. Non l’avevo notato, la prima volta. Bravo, Georgos, vecchio avvocato — si complimentò Vortala con la figura paralizzata. — Continui pure, tenente. Non volevo interrompere.
L’immagine olovisiva riprese vita. — … avuto dolorosa conferma del vile assassinio del nostro giovane Imperatore Gregor Vorbarra, ad opera dell’usurpatore Aral Vorkosigan, traditore e spergiuro, il Consiglio dei Conti dichiara il suddetto Aral Vorkosigan destituito dalla carica di Reggente, spogliato del suo titolo e delle sue proprietà, e sottoposto in contumacia a procedimento giudiziario per i crimini di omicidio e di alto tradimento. Questo Consiglio, in data di oggi, elegge e nomina il Commodoro Conte Vidal Vordarian alla carica di primo Ministro e di Lord Reggente in nome della Principessa Kareen Vorbarra. Ciò allo scopo di formare un governo di emergenza con pieni poteri, fino al giorno in cui un nuovo erede sarà riconosciuto e confermato dal Consiglio dei Conti e dal Consiglio dei Ministri in assemblea plenaria.
L’uomo continuò con altre formalità di rito mentre l’inquadratura si spostava lentamente sui seggi intorno alla camera. — Rallenti un poco, tenente Koudelka — chiese Vortala. Le sue labbra si mossero mentre contava gli intervenuti. — Ah! Neppure un terzo dei distretti è rappresentato. Non c’è il numero legale, anche se hanno dato un voto unanime. Chi pensa di poter prendere in giro?
— Uomini disperati, misure disperate — mormorò Kanzian mentre la registrazione accelerava al tocco di Koudelka.
— Osserva Kareen — disse Vorkosigan a Cordelia.
La regia si collegò di nuovo con il Salone Azzurro e Vordarian cominciò a parlare. A Cordelia occorse qualche momento per capire che con la definizione «protettore della sua persona» l’uomo stava annunciando un prossimo legame matrimoniale. La sua mano destra si chiuse con affettuosa fermezza su quella sinistra di Kareen, e nel farlo non distolse lo sguardo dalla telecamera. La Principessa si lasciò sollevare la mano e protese l’anulare a ricevere un anello, senza che l’espressione calma del suo volto cambiasse minimamente. Poi la regia passò a un campo lungo per mostrare funzionari che s’inchinavano, mentre nel salone echeggiava una musica solenne, e la trasmissione terminò. Non c’erano stati interventi parlamentari per chiedere i particolari dell’omicidio, né commenti giornalistici in stile betano per spiegare agli spettatori cosa stava succedendo. All’uomo-della-strada barrayarano nessuno avrebbe detto molto, almeno finché il rumore delle rivolte popolari non avesse cominciato a far vibrare le vetrate dei palazzi.
— Tu come interpreti la reazione di Kareen? — chiese Vorkosigan.
Cordelia inarcò un sopracciglio. — Quale reazione? C’è ben poco da analizzare. Non ha neanche aperto bocca.
— Infatti. Ti è parsa drogata? O sotto costrinzione? Oppure è davvero capace di mostrarsi così assente? Pensi che sia stata persuasa da Vordarian, dalla sua propaganda, o cos’altro? — Con un sospiro frustrato Vorkosigan accennò allo schermo, spento. — È sempre stata riservata, ma non l’ho mai vista così completamente imperscrutabile.
— Rivediamo l’ultima parte, Kou — disse Cordelia. Poi lo fermò sull’inquadratura di Kareen più ravvicinata. Studiò quel viso immobile, non più animato di quando le immagini scorrevano. — Non è spaventata né sotto sedativi. E i suoi occhi non si spostano di lato come quelli del Lord Guardiano.
— Pensa che Vordarian abbia osato farle puntare un’arma alla testa mentre le metteva l’anello? — sorrise Vortala.
Cordelia scosse il capo. — Non so. Comunque credo che Kareen non degnerebbe di uno sguardo una pistola puntata su di lei.
— È indifferente, o sotto pressione? — insisté Vorkosigan.
— Forse nessuna delle due. Ha avuto a che fare con drammi di questo genere fin da quando è diventata adulta. Cosa ti aspetti da lei? Se è sopravvissuta a tre anni d’inferno con Serg, prima che Ezar la prendesse sotto la sua protezione, dev’essere un’esperta in ciò che le conviene o non le conviene dire.
— Ma rendere pubblica la sua sottomissione a Vordarian, quando sa che lui è responsabile della morte di Gregor…
— Sì, l’interrogativo è ciò che crede. Se crede che suo figlio sia morto, anche con la certezza che non l’abbia ucciso tu, allora non le resta che pensare alla sua sopravvivenza. Perché rischiare la vita in un’inutile ribellione, se questo non può ridarle Gregor? Cosa deve a te, a noi, dopotutto? Noi non siamo stati capaci di impedire questo disastro, per quanto ne sa lei.
Vorkosigan curvò le spalle.
Cordelia continuò: — Vordarian controlla sicuramente tutte le informazioni a cui Kareen può avere accesso. Può essersi perfino convinta che lui sta vincendo. Lei è un’esperta di sopravvivenza; ha sempre assorbito tutte le sue disgrazie. Forse pensa che anche Vordarian passerà, come Serg. Forse l’unica vendetta che desidera è di vivere abbastanza da poter sputare sulla tomba di chi l’ha usata e calpestata.
Uno degli ufficiali mormorò: — Ma è una Vor. Avrebbe dovuto sfidarlo.
Cordelia gli oppose un’espressione blanda. — Oh, ma quello che pensa una donna di Barrayar voi non potete capirlo dalle parole che dice di fronte agli uomini. La franchezza non è una delle doti che voi apprezzate nelle donne.