L’espressione delusa scomparve. — Oh, conosco io il posto adatto. So dove si servono gli ufficiali Vor e i Conti per rifornire il loro personale. Cioè… neppure lì sono mai entrata. La mia famiglia non è Vor, così non ci è permesso di tenere armi, salvo che durante il servizio. È il negozio più fornito della capitale.
Una delle guardie in livrea del Conte Vorkosigan fece loro da autista fino in centro. Cordelia si rilassò e lasciò vagare lo sguardo sugli edifici e sul traffico. Droushnakovi, in servizio, stava allerta e osservava sia i veicoli che i pedoni. Cordelia ebbe l’impressione che sapesse dove guardare e cosa cercare. Ogni tanto la ragazza si toccava distrattamente il bolero ricamato, sotto cui era nascosto uno storditore.
L’auto svoltò in una traversa stretta ma ben tenuta, chiusa fra antichi edifici di pietra. Sull’insegna del negozio d’armi c’era scritto solo Siegling, in discrete lettere dorate. Chiaramente, chi arrivava lì senza sapere dov’era non avrebbe dovuto essere lì. L’uomo in livrea attese fuori, e Cordelia e Droushnakovi entrarono. Il negozio, pavimentato in soffice moquette, aveva una tappezzeria in pannelli di legno scuro e nell’aria stagnava un odore che a Cordelia ricordò quello dell’armeria della sua nave della Sorveglianza Astronomica; un odore di casa, singolare in un posto straniero. Guardò i pannelli di legno e mentalmente calcolò il loro valore in dollari betani. Una bella cifra. Ma il legno sembrava comune come la plastica lì, e nessuno ci faceva caso. Le armi portatili il cui acquisto e uso era legale per i membri della classe superiore erano elegantemente in mostra in vetrinette a muro. Oltre agli storditori e alle armi da caccia c’era un’impressionante varietà di spade e coltelli. Evidentemente l’editto imperiale contro i duelli proibiva il loro uso, ma non il loro possesso.
Il commesso, un uomo anziano dagli occhi stretti e dai gesti morbidi, venne subito loro incontro. — Buongiorno, signore. In cosa possiamo servirle? — Non era affatto sorpreso. Cordelia si disse che le donne di classe Vor venivano lì spesso, a comprare regali per i loro amici o amanti. Ma con lo stesso tono l’uomo avrebbe potuto dire: Allora, bambini, avete visto in vetrina qualcosa che vi piace? Le stava mettendo al loro posto con una sorta di linguaggio non scritto? Be’, meglio non farci caso.
— Vorrei vedere un bastone-spada, adatto a un uomo sul metro e ottantacinque. Con l’impugnatura a… uh, circa questa altezza dal suolo — disse Cordelia, calcolando a occhio e croce la lunghezza del braccio di Koudelka. — Robusto, ma elegante. Da passeggio.
— Sì, signora. — Il commesso scomparve nel retro e ritornò quasi subito con un esempio, in legno leggero ed elaboratamente intarsiato a mano.
— Mi sembra un po’… non saprei. — Troppo sgargiante? - Come funziona?
Il commesso le mostrò il meccanismo dell’impugnatura. Il fodero di legno si sfilò sulla spinta di una molla interna, lasciando emergere una lama lunga e sottile. Cordelia allungò una mano e l’uomo, con una certa riluttanza, le consegnò l’arma.
Lei la soppesò, passò un dito sulla lama, poi la porse alla sua guardia del corpo. — Che ne pensi?
Droushnakovi la impugnò con un sorriso, ma subito corrugò le sopracciglia. — Non è molto ben bilanciata. — Rivolse al commesso un’occhiata interrogativa.
— Ricorda che lavori per me, non per lui — disse Cordelia, riconoscendo in quello scambio di sguardi la differenza di classe sociale in azione.
— Non è granché, come spada.
— Questa è un’eccellente opera artigianale importata da Darkoi, signora — replicò freddamente il commesso.
Sorridendo Cordelia si fece restituire l’arma. — Mettiamo alla prova la sua affermazione, allora.
Sollevò l’arma nel saluto dei duellanti, poi estese il braccio e la puntò contro la parete. La punta penetrò nel pannello di legno, e Cordelia vi si appoggiò con tutto il suo peso. La lama si spezzò in due. Con espressione blanda lei restituì i pezzi al commesso. — Come potete restare in affari se i vostri clienti non sopravvivono per acquistare altri articoli? Sicuramente la reputazione di Siegling non è nata dalla vendita di questi giocattoli. Mi faccia vedere qualcosa di adatto a un vero soldato, non a un damerino di città.
— Signora — disse rigidamente il commesso, — devo farle notare che la mercanzia danneggiata va comunque pagata.
Cordelia sbuffò sdegnosamente. — Naturale. Mandi il conto a mio marito. Ammiraglio Aral Vorkosigan. Casa Vorkosigan. E aggiunga una nota di spiegazione sul perché lei ha ritenuto di potermi vendere un acciaio scadente. — Quest’ultima era una rivalsa insolente, ma se quella gente ci teneva alle differenze sociali, che se sentisse il peso.
Il commesso s’inchinò profondamente. — Le domando perdono, milady. Credo di avere qualcosa di più adatto, se milady vuole compiacersi di aspettare un momento.
L’uomo scomparve di nuovo, e Cordelia sospirò. — Acquistare dai distributori automatici è molto più semplice. Ma l’accenno al Rapporto all’Autorità Competente funziona nello stesso modo su tutti i pianeti della galassia.
L’articolo successivo era di legno liscio, senza fronzoli ma ben rifinito. Il commesso glielo porse senza sfilare il fodero, con un leggero inchino. — Basta premere il pulsante, milady.
Era molto più pesante dell’altro bastone-spada. Il fodero schizzò via come un proiettile, andando a sbattere contro il muro con un tonfo soddisfacente, già quasi un’arma di per sé. Cordelia soppesò anche quella lama. La superficie dell’acciaio aveva una strana filigrana, che si scorgeva solo quando la luce la colpiva da una certa angolazione. Lei la sollevò ancora nel saluto rituale, e gettò un’occhiata al commesso. — Non c’è pericolo che il costo sia tolto dal suo salario?
— Faccia pure, milady. — L’uomo esibì un breve sogghigno. — Questa lei non la spezza.
Cordelia sottopose la lama allo stesso esame dell’altra. La punta si conficcò nel legno molto più a fondo, e benché lei vi si appoggiasse e facesse forza riuscì appena a piegarla di poco. Tuttavia erano ben altri i test che una spada avrebbe dovuto sopportare. La diede a Droushnakovi, che accarezzò l’acciaio con una luce di adorazione nello sguardo.
— Questa ha classe, milady. Questa è una spada.
— Sono certa che sarà usata come bastone e nient’altro. Tuttavia… è bene che possa svolgere le sue funzioni. Prenderò questa.
Mentre il commesso incartava il bastone-spada, Cordelia si fermò davanti a una vetrina in cui c’erano numerosi storditori, di metallo intarsiato e con l’impugnatura sagomata.
— Pensa di comprarne uno per sé, milady? — chiese Droushnakovi.
— Io… non credo. Barrayar ha abbastanza soldati per non doverne importare una da Colonia Beta. E io non sono qui per dedicarmi all’esercizio delle armi. Vedi qualcosa che ti piace?
Nello sguardo di Droushnakovi ci fu un lampo di desiderio, ma le sue dita sfiorarono il bolero e scosse il capo. — L’equipaggiamento del capitano Negri è il migliore. Neppure Siegling ha qualcosa di più efficiente; solo di più elegante.
Quella sera cenarono insieme tutti e tre, Vorkosigan, Cordelia e il tenente Koudelka. Il nuovo segretario privato dell’ammiraglio appariva un po’ stanco.
— Cos’avete fatto voi due in tutto il giorno? — domandò lei.
— Pascolato uomini, per lo più — rispose Vorkosigan. — Il Primo Ministro Vortala aveva alcuni voti che non erano nella sua tasca come dichiarava, e noi ce li siamo lavorati, uno o due alla volta, dietro una porta chiusa. Ciò che vedrai domani nelle camere del Consiglio non sarà la politica barrayarana al lavoro, ma solo i suoi risultati. E tu, cos’hai fatto di bello?
— Oh, sono andata a far compere. Già che c’ero ho acquistato una cosa anche per Kou. La canna di bambù che adopera adesso si piega in un modo che io trovo allarmante. — Cordelia andò a prendere il bastone-spada e disfece l’involto. — Con questo non rischierai di andare a sbattere in terra, Kou.