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Aral poggiò la fronte contro la sua e restò così per un poco, in silenzio. Poi mormorò: — Non ne sarei capace.

La silenziosa promessa che Cordelia aveva fatto a Kareen divenne obbligo legale quando lei e Aral, come coniugi, furono nominati ufficialmente tutori di Gregor dal Consiglio dei Conti. Era un tipo di tutela diverso da quello che Aral aveva nelle vesti di Reggente, e più personale. Il Primo Ministro Vortala lesse una lunga lista di comma per chiarire a Cordelia che i suoi doveri non comportavano alcun potere politico. Le spettavano però funzioni economiche, come amministratrice di azioni e di altri beni, non imperiali, che Gregor aveva ereditato dai Conti Vorbarra. E per delega di Aral ebbe anche l’incarico di occuparsi della vita privata e dell’educazione del bambino.

— Ma, Aral — obiettò lei, perplessa, — Vortala ha specificato che io non ho diritto ad alcun potere effettivo.

— Vortala… è un vecchio idealista. Diciamo che gli è difficile riconoscere le forme di potere non avallate da un articolo di legge. La tua possibilità d’azione non è molto ampia, però. A dodici anni Gregor entrerà in una scuola di preparazione all’Accademia.

— Ma loro capiscono che…?

— Lo capisco io. E lo capisci tu. È abbastanza.

CAPITOLO VENTESIMO

Con una delle sue prime disposizioni Cordelia affidò di nuovo a Droushnakovi la responsabilità della persona di Gregor, che aveva bisogno di un’amica. Ciò non significava rinunciare alla compagnia della ragazza, che lei era ormai abituata ad avere accanto, perché l’insistenza di Illyan aveva finalmente convinto Aral a trasferirsi nella Residenza Imperiale. Cordelia si sentì alleggerita da un altro pensiero quando Drou e Koudelka decisero di sposarsi, un mese dopo la Festa d’Inverno.

Cordelia si offrì di fungere da intermediaria fra le due famiglie, ma per un qualche loro motivo Drou e Koudelka si affrettarono a declinare la proposta, pur profondendosi in ringraziamenti. Dati gli imprevedibili risvolti delle usanze sociali barrayarane, lei fu lieta di lasciare l’incarico di paraninfa a una signora anziana ed esperta che la coppia pagò per i suoi servizi.

Vedeva spesso Alys Vorpatril, ancora convalescente per le traversie sopportate dopo il parto. Il piccolo Lord Ivan era, se non proprio un conforto, almeno una distrazione per la madre. Cresceva in fretta malgrado un’eccessiva propensione al pianto, fatto questo, comprese Cordelia, che probabilmente era innescato da un’analoga tendenza della madre. Ivan avrebbe dovuto avere accanto altri esseri umani fra cui suddividere la sua attenzione, decise lei un pomeriggio, vedendo come l’amica se lo stringeva al petto e gli parlava del suo futuro. Solitamente Alys tirava avanti fino agli esami d’ammissione di Ivan all’Accademia Militare Imperiale, come se avesse bisogno di rammentare a se stessa gli eventi che l’avrebbero tenuta occupata negli anni a venire.

Quei malinconici e artificiosi espedienti per allontanare la mente dalla perdita di Padma ebbero però fine quando Drou le mostrò una fotografia dell’abito da sposa che progettava di acquistare.

— No, no, no! — esclamò vivacemente. — Tutti questi nastrini appesi attorno… santo cielo, alla minima corrente d’aria si agiteranno come se cominciasse a nevicare. Una fascia di seta, ecco quello che ci vuole per te, mia cara, obliqua, con un fiocco qui sul fianco. E niente pizzi sulle spalle, ne accentuano la larghezza. Comunque tu hai la fortuna d’essere alta. Vediamo, devo avere qui su una rivista un modello che… — e prese il via come ai vecchi tempi. Orfana di madre e senza sorelle, difficilmente Drou avrebbe potuto trovare una più esperta consulente in materia. Fu Lady Vorpatril a pagare il conto per l’abito da sposa, che venne confezionato su misura nella sartoria da cui si serviva anche lei, né questo fu il suo unico dono di nozze, perché volle regalarle anche una «casetta per l’estate», la quale si rivelò per una villa di quindici stanze in riva al mare, in una delle proprietà dei Vorpatril. Cordelia invece, sorridendo sotto i baffi, le regalò biancheria intima e sottovesti guarnite con abbastanza pizzi e nastrini svolazzanti da saziare il suo bisogno di frivolezze femminili.

Aral provvide al luogo in cui si sarebbe svolta la cerimonia nuziale: il magnifico Salone Rosso della Residenza Imperiale, quello coi pavimenti a mosaico e la sala da ballo adiacente, che con gran sollievo di Cordelia era scampato all’incendio. Ufficialmente questo fu giustificato come una necessità richiesta da Illyan, poiché fra i presenti non ci sarebbero stati solo il Reggente e sua moglie.

Aral guardò la lista degli invitati e sorrise. — Ti rendi conto — disse a Cordelia, — che qui è rappresentata ogni classe sociale? Soltanto l’anno scorso un evento di questo genere non sarebbe stato concepibile. Il figlio di un bottegaio e la figlia di un sergente. Lo hanno ottenuto rischiando la vita in guerra, ma l’anno venturo potrà accadere a chi si dedica ad attività pacifiche: industriali, medici, studiosi, ingegneri… mi chiedo quanto manca ai ricevimenti dati in onore di qualche attore, come fanno sugli altri pianeti.

— Non temi che quelle terribili pettegole Vor con cui sono sposati gli amici di Piotr lo troveranno troppo progressista e volgare?

— Con Alys Vorpatril dietro tutto questo? Non oserebbero.

La cosa acquistò dimensioni per pura forza d’inerzia. Già una settimana prima delle nozze Drou e Koudelka erano in preda al panico, avendo perso completamente il controllo delle iniziative di tutti quelli che si stavano occupando di loro. Ma il personale della Residenza Imperiale non aveva problemi organizzativi. La direttrice dei ricevimenti non nascondeva la sua soddisfazione: — E pensare che credevo che non ci sarebbe stato da fare niente per anni, dopo la festa in onore del Reggente, a parte quelle noiose cene per vecchi burocrati e generali in pensione una volta al mese.

Finalmente giunse il giorno fatidico. Gli invitati presero posto lungo il perimetro del Salone Rosso in un circolo multicolore, entro il quale altre persone si disposero a formare una stella le cui punte — in quel caso quattro — potevano variare a seconda del numero dei familiari e dei testimoni. L’usanza barrayarana prevedeva che una coppia si sposasse da sola, pronunciando i voti matrimoniali al centro del circolo. Non erano necessari preti né magistrati. In effetti di solito si chiedeva la presenza di un testimone ufficiale che si occupava delle registrazioni, chiamato appunto Testimone, e stando all’esterno del circolo costui leggeva le formule scelte per essere ripetute. Ciò consentiva alla coppia emozionata e stressata di dedicare le sue ormai scarse funzioni neurali ai gesti previsti. Nel caso che anche questa coordinazione motoria venisse meno, i due sposi erano affiancati da un amico e da un’amica, che li conducevano sul percorso stabilito. Tutto molto pratico, rifletté Cordelia al suo ingresso nel salone, e di gran bell’effetto.

Con un sorriso e un inchino Aral la lasciò nella posizione a lei assegnata, a un vertice della stella, come una ciliegina su una torta, e si ritirò nel circolo esterno. Lady Vorpatril aveva insistito perché lei indossasse un abito lungo blu e bianco, con qualche fiorellino rosso, intonato all’ultra formale divisa di Aral, rossa e blu. Anche il padre di Drou, orgoglioso e impettito nella sua uniforme da parata, occupava un vertice della stella interna. Strano pensare che fra i militari, si disse Cordelia, normalmente associati a impulsi totalitaristici, potessero far carriera anche i figli di umili popolani. Un regalo dei cetagandani, lo definiva Araclass="underline" la loro invasione aveva costretto Barrayar a usare al meglio i soldati di talento, senza riguardo per la classe di estrazione, ed era stato l’inizio di quei mutamenti che ora viaggiavano lenti attraverso la società.

Il sergente Droushnakovi era più basso e magro di quel che Cordelia s’era aspettato. I cromosomi della madre, o la nutrizione migliore, gli avevano procurato dei figli alquanto più alti di lui. I tre fratelli di Drou, un capitano, un sergente e un caporale, per l’occasione in licenza, erano nel circolo esterno degli invitati e sembravano velatamente interessati alla giovane sorella di Koudelka, una ragazza bruna graziosa quanto eccitata. La madre di Koudelka era a un altro vertice della stella, sorridente e con le lacrime agli occhi, e Cordelia stabilì che il vestito bianco e blu della donna non poteva essere intonato al suo per puro caso: Alys Vorpatril era in qualche modo arrivata anche a lei.