Ma lei approfittò dell'occasione per sussurrargli: «Jack… T'interessa ancora Thomas Cook? Non sei più venuto da me e…»
«Oh, merda.» Lui cercò di asciugarsi la bocca col dorso della mano senza versare il vino. «Accidenti, mi dispiace: ho iniziato un'altra cosa e mi sono completamente dimenticato.»
«Parte domani con un volo Air India da Heathrow alle due del pomeriggio. Potrei andarci io e…»
«No, no. Lascia pure che parta. Stavo solo… Non so… Cercavo disperatamente una via d'uscita.»
Lei posò il piatto e prese il bicchiere perché lui glielo riempisse di nuovo. «D'accordo, ma se cambi idea…»
S'interruppe. La sua figlia più piccola, Jenna, era entrata di corsa dal giardino, avvinghiandosi alle sue gambe, scuotendo la testa e strillando: «Mamma! Mamma!»
«Che c'è?» domandò Marilyn, chinandosi. «Dillo alla mamma.»
«Qualcunoingialdino…»
«Qualcuno chi?»
«Un mostlo.»
«Jenna…» Marilyn prese la manina chiusa a pugno della figlia e la scosse lievemente. «Parla in modo chiaro, per favore.»
«Un mostlo nel… nel…» Si fermò per prendere fiato, guardandosi alle spalle, e ripeté: «Nel gialdino…»
Marilyn girò lo sguardo verso gli altri e poi alzò gli occhi al cielo. «Ci stavamo giusto mettendo comodi e arriva un mostro in giardino…»
«È vero, mamma.» Dean, il fratello maggiore di Jenna, apparve sulla porta finestra, il viso pallido come la luna. «Lo abbiamo sentito.»
Marilyn cambiò colore. «Dean, su, non dire stupidaggini. Ti ho detto che…»
«Sul serio, mamma…»
«Dean!» esclamò lei, alzando un dito. «Basta.»
«Ora ti dico una cosa, Jenna.» Maddox si tirò su le maniche e assunse il tono compunto di chi sa, per esperienza diretta, come si parla ai bambini. «Che ne dici se io e i miei investigatori andiamo fuori e arrestiamo il mostro? Naturalmente dovrai dirci con esattezza di che tipo di mostro si tratta. Così sapremo come ammanettarlo.»
«Non so che tipo di mostro sia», intervenne Dean in tono serio. «Non l'abbiamo visto, l'abbiamo sentito. Camminava tra le foglie.»
«Ah, va bene, allora.» Paul si alzò dalla sedia. «Probabilmente sono i mostri del concime.»
«Forse», annuì Dean, sempre serissimo.
«Ogni giorno abbiamo a che fare con un sacco di mostri di quel tipo. Persino la tua mamma potrebbe prenderne uno, e ci riuscirebbe anche con le mani legate dietro la schiena.»
«Nooooo!» si lamentò Jenna, afferrando la gonna della madre e pestando i piedini sul pavimento. «Mamma stai qui!»
Marilyn le accarezzò la testa. «Sì, sì, la mamma resterà qui. Guarda. La polizia si assicurerà che il mostro se ne vada.»
«Ecco i cacciatori di mostri!» gridò Paul. Balzò dalla veranda e atterrò sul prato in atteggiamento da guerriero, le mani tese come lame, gli occhi socchiusi, emettendo un verso acuto. «Mon-star contro Suzi Wong, fiore d'Oriente e grande Doshu della Via del Loto, padrona della tecnica segreta di slogatura kan e waza.»
Sulla veranda, l'ombra di un sorriso apparve sul volto di Dean.
«Ho colpito senza volerlo. Ki-ai!»
Jack, grato per il momento di distrazione, posò le bottiglie sul davanzale e si diresse verso il centro del giardino, mentre Paul mulinava le braccia in direzione degli arbusti, gettando ombre sul prato. Maddox lo seguiva facendo un gran chiasso, combattendo con gli arbusti e schivando il salice piangente. «No, nessuno qui!» gridava. «Nessun mostro qui!»
«Nessuno laggiù!» ripeté Jack a Jenna, che scostò il viso rigato di lacrime dalla gonna della madre e, dopo essersi infilata in bocca le nocche, tentò di guardare fuori, in giardino.
Paul si esibì in una serie di calci e pugni, dimostrando una sorprendente agilità per la sua taglia. «Suzie Wong dice: 'Colli se vuoi salvalti la pelle, mostlo! '»
Jenna sorrise timidamente, affondò il viso nella gonna di Marilyn – non più per paura, ma per timidezza – e fece un altro vago sorriso. «Suzie è un nome da donna, non da uomo», osservò, tirando su col naso. «Lui è stupido.»
«Vero, eh?» concordò Marilyn.
«Munen mushin! Ki-ai, ki-ai!»
«Sì, ki-ai, ki-ai», fece eco Jack, pazientemente, e si diresse di nuovo in casa, sorridendo agli ospiti che guardavano fuori della finestra illuminata. «Non ti senti molto più al sicuro sapendo che abbiamo uomini come Essex che ci proteggono?»
Marilyn girò la testa da una parte e dall'altra, osservando il giardino. «Ma come diavolo ha fatto quella vecchia canaglia?»
«Come ha fatto cosa?»
«È sparito.»
Jack si voltò. Il giardino era silenzioso.
Lei fece una risatina nervosa. «Dev'essere stato mangiato.»
«Hmm. Chissà che terribile pasticcio ha combinato.»
Maddox gli si avvicinò, rosso in viso, sogghignando, e gli porse il bicchiere perché glielo riempisse. «Mi sa che perfino un mostro avrebbe la peggio con Essex.»
«Non c'è da preoccuparsi», sospirò Jack. «Pulirò tutto domani mattina.»
«Non ti conviene», borbottò Maddox, scuotendo la testa. «Lascia perdere. Il maiale crudo fa bene alle rose.»
«Siete proprio disgustosi», ribatté Marilyn.
Tutti fissavano il giardino silenzioso: si sentiva soltanto il sibilo leggero del salice piangente nella brezza che precedeva la tempesta. Paul sembrava davvero svanito nel nulla. Jack scrutò gli angoli bui, cercando di capire come fosse riuscito a nascondersi tanto velocemente.
«Dov'è?»
«Il mostlo l'ha pleso.» Jenna cominciò a piagnucolare.
«Non fare la sciocca.»
Maddox lanciò un'occhiata a Jack, le sopracciglia alzate.
Jack si strinse nelle spalle. «Non guardare me.»
«Il mostlo l'ha mangiato», si lamentò Jenna.
«Ridicolo», commentò Veronica, uscendo sulla veranda e guardandosi intorno, incuriosita. «Non ci sono mostri nel tuo giardino, vero, Jack?»
Jack posò le bottiglie sul patio e scese lentamente i gradini. «Paul?» Le aiuole di fiori erano silenziose, le piccole macchie evanescenti delle clematis parevano sospese nell'oscurità. Jack sollevò il salice piangente e guardò sotto. Nella trincea della ferrovia il buio era ancora più fitto. Le luci di Penderecki erano spente.
«Lo ucciderò per questo.» Maddox si avvicinò alle spalle di Jack. «Ti ucciderò per questo, Essex. Lo scherzo è finito. Stai spaventando i bambini…» Poi si fermò.
«Cos'è?»
«Avete sentito?»
«Cosa?»
«Quello!»
Qualcosa di scuro avanzò rumorosamente verso di loro. Maddox istintivamente si abbassò e, sulla veranda, Dean lanciò un grido. Jack fece un balzo all'indietro, respirando affannosamente – «Oddio!» – e poi si accorse che era Paul. Si avvicinava a grandi passi attraverso il prato, simile a uno scimmione che saltella fuori della foresta, con le braccia ciondolanti.
«Ki-ai! Ki-ai!»
«Idiota.» Jack scosse la testa, ridendo. «Sei… un uomo morto.»
Sulla veranda gli ospiti si lasciarono andare a una risata.
«Brutto disgraziato», esclamò Maddox. «Me la pagherai.»
Paul sembrò offeso da tutti quei rimproveri. «Ki-ai, ki-ai? Munen mushin?»
«Dove ti eri nascosto?»
Lui si passò le mani tra i capelli e scosse la testa. «Sai, mi hanno portato via su un'astronave.»
«E hanno fatto esperimenti sessuali su di te?»
«Uau, è successo anche a te? Spaventoso!» Mise poi le braccia intorno a Maddox e Jack, conducendoli verso casa. «In che anno siamo? La graziosa signora Thatcher è ancora al potere?»