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«Sembra che abbiamo preso l’abitudine di svenire.»

«Penso che sognare ci faccia molto bene.» Uscì dal letto. «Adesso una doccia…» La sua voce divenne più fioca mentre entrava in bagno. «Oh, hanno un bidet! Fantastico.»

Oscar la seguì. «Adesso ci laveremo e ci vestiremo» annunciò in tono allegro. Ormai non pensavano più al sesso; lo attendevano sempre con ansia, ma, forse, a ben vedere, si trattava di un fardello. Tuttavia, lui si sentiva magnificamente. Si erano scaricati, la tensione li aveva abbandonati. «Indosseremo le nostre maschere, usciremo e andremo a bere del caffè. Io ti farò qualche fotografia in strada, vedrai, sarà divertente.»

«Mi sembra un buon programma.» Greta esaminò l’acconciatura, ormai rovinata, nello specchio. «Un martini di troppo e…»

«Sei bellissima. Mi sento bene, adesso mi sento così felice.»

«Anch’io.» Entrò nella doccia e la aprì al massimo.

«È una vacanza» affermò Oscar in tono distratto. «Adesso ci concederemo la nostra piccola vacanza, coglieremo l’attimo, ci comporteremo come la gente normale.»

Quando si furono rivestiti, uscirono sul balcone, adesso affollato da molti sconosciti amichevoli. Quando Greta apparve, venne immediatamente salutata da un coro di grida di invito maschili proveniente dalla strada.

Dietro la maschera, Greta sbarrò gli occhi per la sorpresa. «Mio Dio» mormorò. «Ho sempre saputo che è questo che gli uomini vogliono da te, ma averli qui, mentre lo gridano pubblicamente… Non riesco a crederci.»

«Se vuoi, puoi accontentarli. Ti lanceranno delle collane come ricompensa.»

Greta rifletté un istante. «Potrei anche farlo, se tu scendessi in strada e cominciassi a urlare.»

«Non è una possibilità remota. Dammi soltanto il tempo di prendere la macchina fotografica.»

Greta gli rivolse un sorriso scaltro. «Però dovrai lanciarmi le mie collane, mister. E dovranno essere molto belle.»

«Mi piacciono le sfide» replicò Oscar.

Una collana di perline verdi e dorate venne lanciata verso Greta, che allungò una mano, tentò di prenderla e fallì. In strada, un uomo alto, di mezza età e con un paio di baffi sotto la maschera stava saltando su e giù, gridando al suo indirizzo. Agitava freneticamente le braccia, come se stesse tentando di fare segnalazioni a un aereo di linea.

«Ma guarda quel buffone» commentò Oscar con un sogghigno. «È davvero partito.»

«Ma ha già una fidanzata» replicò Greta.

L’uomo e la sua sorridente fidanzata si aprirono valorosamente la strada attraverso la folla che sfilava, fino a quando non riuscirono a incunearsi direttamente sotto il balcone.

«Dottoressa Penninger!» gridò l’uomo. «Ehi, ci mostri il suo cervello!»

«Oh, all’inferno!» esclamò Oscar in tono rabbioso. «Sono dei paparazzi.»

«Ehi, Oscar!» gridò poi l’uomo in tono felice. Si tolse la maschera. «Guarda! Guarda!»

«Per caso conosco quell’uomo?» si chiese Greta.

«No…» All’improvviso Oscar lo fissò attentamente. «Ehi! Ma lo conosco io! È Yosh! Yosh Pelicanos.» Si sporse dal balcone, quasi piegandosi in due, poi gridò «Yosh! Ehi!»

«Guarda qui!» gridò Yosh in tono felice, indicando la brunetta mascherata e incolume al suo fianco. «Guarda, è Sandra!»

«Ma di cosa sta parlando?» chiese Greta.

«Quella è sua moglie» si meravigliò Oscar. «È sua moglie, Sandra.» Unì le mani a imbuto davanti alla bocca e gridò «Sandra! Salve! È bello rivederti!»

«Sto meglio!» gli gridò Sandra. «Adesso sto molto meglio.»

«È magnifico!» gridò Oscar. «È meraviglioso! Venite su, Yosh! Venite su a bere qualcosa con noi!»

«Non c’è tempo!» gridò Yosh. La moglie veniva trascinata via dalla fiumana di folla. Pelicanos le prese la mano e, per attimo, la protesse con il proprio corpo. Sandra sembrava leggermente a disagio tra la folla; ma questo non era molto sorprendente, considerati i nove anni trascorsi in una clinica per malattie mentali.

«Adesso dobbiamo andare a fare l’amore!» gridò Sandra con un sorriso timido ma raggiante.

«Dio la benedica, dottoressa Penninger!» gridò Pelicanos, agitando la maschera e iniziando ad allontanarsi. «Lei è un grande genio! Grazie di esistere! Grazie per essere viva!»

«Chi erano quelle persone?» domandò Greta. «E perché le hai invitate a salire?»

«Quello era il mio maggiordomo. E sua moglie. Sua moglie era una schizofrenica.»

«Quella era sua moglie?» Greta fece una pausa. «Oh, be’, allora deve avere sofferto della sindrome autoimmunataria NCR-40. Ma con le nuove terapie neurali starà bene.»

«Allora starà bene anche lui.»

«Ora che è più tranquillo, sembra un tipo simpatico. Persino attraente.»

«Quasi non lo riconoscevo. Non l’avevo mai visto così felice.» Oscar fece una pausa. «E sei stata tu a renderlo felice.»

«Be’, forse è davvero merito mio.» Greta sorrise. «Ma, vedi, io non intendevo farlo felice. Alla scienza vengono attribuite delle cose che non fa. La scienza non diventa migliore perché, a volte, aiuta l’umanità. Ma d’altra parte, questo deve significare che non diventa peggiore se causa delle sofferenze all’umanità.»

«Non sono sicuro di seguirti. Non è un pensiero politico.» Greta bevve un lungo sorso di champagne. Gli uomini in strada stavano ancora gridando per attirare la sua attenzione, ma lei li ignorò in maniera regale. «Guardami» disse improvvisamente. Fece aderire la maschera al volto con le lunghe dita. All’interno del cappuccio di piume marroni, simili a quelle di un gufo, di colpo i suoi occhi si mossero… in due direzioni diverse.

Oscar sussultò. «Wow! Ma come hai fatto?»

«Adesso riesco a farlo. Mi sono esercitata. Posso perfino vedere due cose contemporaneamente. Sta’ a guardare.» I suoi occhi iniziarono a ruotare nelle orbite, come quelli di un camaleonte.

«Buon Dio! E lo hai fatto semplicemente pensandolo?»

«È la vita della mente.»

«Non riesco a crederci. No, guardami di nuovo. Usa entrambi gli occhi. Adesso usa un occhio. Buon Dio, è la cosa più scioccante che abbia mai visto in un volto umano. Mi si sono rizzati i capelli in testa. Fallo di nuovo per me, tesoro. Mio Dio! Devo andare a prendere assolutamente la macchina fotografica.»

«Ma non hai paura? Non l’ho mai fatto vedere a nessun altro.»

«Ma certo che ho paura! Sono addirittura pietrificato. È meraviglioso. Perché sono l’unico uomo al mondo che sa quanto sia sexy questo spettacolo?» Esplose in una risata deliziata «Cara, mi hai davvero sconvolto! Ma ora vieni a darmi un bacio.»