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È il triste funerale dei clown.

Credo che nessun autore abbia mai saputo raccontare, e restituire in questo modo, sensazioni dimenticate.

Né Bergman, né Kurosawa, né Eisenstein.

In quest'ultimo poi le immagini sono molto letterarie e premeditate.

Meno singolari.

Meno speciali, e non coinvolgono mai la coscienza dimenticata.

E l'arrivo a Roma dell'attore inglese in Tre passi nel delirio? Vi ricordate che differenza abissale c'era tra Fellini e gli autori degli altri due episodi, Roger Vadim e Louis Malle? E Anitona e la magica fontana con quel silenzio irreale? E Otto e 1/2? Ma in fondo Fellini è tutto straordinario, e per me valgono di più per la storia del cinema dieci minuti suoi che tutto Spielberg e Coppola messi insieme.

Le sue immagini incidono profondamente, come succede con Kafka e Dostoevskij.

Nella notte degli Oscar, vedendo il nostro Grandissimo Vecchio prendere il premio dalle mani della Loren e di Mastroianni, vedendo quei tre italiani così famosi, così importanti anche in America, ma soprattutto così italiani, proprio oggi che il nostro paese è tanto screditato dovunque, con tutti quei di vi di Hollywood in piedi ad applaudirli e con la Masina in lacrime, mi sono commosso anch'io. Anch'io ho pensato con una punta di bieco orgoglio: parlo la loro lingua.

E vi par poco, in un momento in cui dovunque io vada fingo di essere svizzero-italiano del Canton Ticino per non essere guardato con sospetto? Grazie, Federico.

4 aprile '93

L'animale politico

In questi ultimi cent'anni in Italia, in Europa e in tutto l'Occidente si è sviluppato e moltiplicato un animale completamente nuovo: il politico.

Il politico italiano, in particolare, ha queste caratteristiche: è un animale predatore voracissimo e onnivoro.

Mangia tutto quello che vede e spesso non vede tutto quello che mangia perché delega animali gregari, ma non meno temibili, che sono i famigerati portaborse, con la funzione della raccolta del suo nutrimento preferito: la tangente.

Un'erba maligna che cresce in Italia e in Sudamerica.

Il politico vive e si riproduce nelle aree urbane.

Esce alla sera scortato fino ai denti e si raccoglie quasi tutti i giorni con altri animali della stessa specie in una piazza di Roma che si chiama Piazza di Montecitorio.

È vanitosissimo e si circonda di elementi che sono l'equivalente della ruota del pavone e della criniera del leone africano: la scorta armata, l'auto blindata e la mignotta da parata.

Parla un linguaggio incomprensibile: il politichese.

E questo non perché non conosce la lingua madre, ma perché preferisce usare il politichese proprio come la Chiesa cattolica ha sempre preferito usare il latino per non farsi capire dalla comunità religiosa e, in tal modo, tutelare il suo immenso potere spirituale.

Il politichese è, appunto, un insieme di formule magiche soporifere che i sudditi non capiscono. L'attività prevalente del politico è quella di prendere.

Solo in periodo pre-elettorale promette di dare per ottenere i sospirati voti.

In questa stagione va come in calore per la conquista del potere: gira, fa, briga, ma soprattutto promette sgangheratamente.

Appena eletto non mantiene nulla di quanto ha promesso, perché occupato ormai a tempo pieno nella sua attività preferita: la conquista di sempre maggior potere, nell'ambito del branco di appartenenza.

Gli animali politici qui da noi si sono divisi in vari gruppi, che sono branchi più o meno numerosi, ma comunque temibili: gli esecrabili partiti politici.

Alle volte si mettono d'accordo più branchi per cacciare insieme.

I loro obiettivi sono saccheggiare completamente il paese nel quale scorribandano.

Ci sono politici di diverso tipo: progressisti, socialisti, radicali, verdi ambientalisti, democratici cristiani e qualunquisti. n più insidioso e feroce è il terrificante politico socialista che è un animale relativamente nuovo, il cui istinto predatorio non ha uguali in tutta la specie.

Questa sua insaziabilità ha portato negli ultimi tempi alla decadenza dell'immagine della categoria.

50 che c'è in tutta la penisola italiana una decisa tendenza a liberarsi di loro e di rinchiuderli in recinti chiusi.

Da un anno un guardacaccia, in precedenza del tutto sconosciuto, certo Di Pietro, con un manipolo di suoi colleghi, è diventato esperto nello stanarli e nello smascherarli, con la cosiddetta operazione Mani pulite.

Di Pietro ha cominciato nella sola zona urbana di Milano e poi di lì via via il politico è stato smascherato e catturato in tutta Italia.

II politico è un animale prevalentemente infido e non rispetta mai la parola data, è bugiardo e, pur di raggiungere e di mantenere il potere, che è l'obiettivo del suo istinto di predatore, è disposto a qualunque compromesso e bassezza.

51 raduna in branchi piduisti e si allea anche con altre sottospecie animali come i camorristi napoletani e i mafiosi siciliani.

Quest'ultima specie è stata anche trapiantata con successo nel Nord del continente americano.

Il politico nostrano ha una caratteristica che non divide con altre specie: è un rapidissimo e straordinario voltagabbana: vale a dire, cambia colore e modo di predare in poche settimane.

Ha delle qualità di trasformismo che non si sono mai verificate in nessun'altra specie animale: ne ho visti alcuni che da politici conformisti e conservatori sono diventati radicali e poi verdi, e poi verdi arcobaleno, sempre con assoluta imprevedibilità.

Ora purtroppo c'è un grave pericolo: che anche il politico diventi un animale in via di estinzione.

11 aprile '93