Ha visto come quei negri ballavano prima, e poi come si rotolavano per terra abbracciati e insanguinati? E quelli nascosti dietro l'auto, che avevano gli occhi da pecore in attesa di essere ammazzate? E poi, quella vecchia madre di Sarajevo che facevano sedere su una sedia e quando lei capiva che suo figlio era fra i morti cominciava a urlare? Caro direttore, non bisogna avere pietà.
Lo dico francamente e senza ipocrisie.
In fondo quella gente lì merita punizioni di questo tipo, non mi vorrà certo dire che sono uguali a noi europei, quei negri e quella vecchia serba con i capelli ossigenati.
Eccole comunque, per suo comodo, una possibile gerarchia di tutta la gente che potrebbe presentarsi alle frontiere della nostra Europa, a stento difesa dagli skinhead tedeschi e dagli hooligan di sua maestà britannica.
Prima categoria: europei, anglosassoni, scandinavi, teutonici bianchi, protestanti e tangentisti. Seconda categoria: europei, sacerdoti bianchi anche omosessuali.
Terza categoria: skinhead, cattolici, ecologisti.
Quarta categoria: serbi musulmani, turchi rinnegati e fabbri ebrei.
Quinta categoria: negri polli ruspanti, filippini, operai metalmeccanici, braccianti lucani e, ovviamente, tutti gli albanesi.
Se la tenghi in mente anche lei, questa lista di persone, e faccia sì che si possa entrar da noi solo fino al rango di sacerdote omosessuale, tutta l'altra feccia la si ributti in mare, come abbiamo fatto noi con gli albanesi.
Per questa domenica la saluto servilmente.
Le scriverò ancora la prossima settimana.
P.S.
Mi invii la foto della Gruber.
E ora le faccio una domanda a tranello: lei la darebbe sua figlia in sposa ad un negro del Lesotho, o a un metalmeccanico?
Mangiarli vivi
Caro duca conte Granmascalzon, Direttore laterale e globale, l'altra sera l'ho visto alle spalle di Occhetto all'adunata dei camerati del PC.
E mi dica, come si fa a diventare importanti nella vita? Mi dia un consiglio.
Ho la sensazione che in questo momento non convenga mica tanto diventare boss sindacale o di un partito, perché ho la certezza che siano tutti in disgrazia.
I tangentisti poi! Lei forse non se n'è accorto, ma tira un cattivo vento contro di loro, noi non ne possiamo proprio più.
Siamo inferociti, incazzati come iene e tu devi credermi, altro che lanciar bulloni.
Ai tangentisti noi vorremmo incidere il labbro superiore con un forbicione da sarto, e poi, prendendo i due lembi con le mani, strappargli la faccia con uno sguish! violentissimo, e poi con un cucchiaino da caffè cavargli l'occhio sinistro e berlo con un po' di limone, un pizzico di sale e pepe. Slurp.
Poi tagliargli lentamente le orecchie con un rasoio andaluso, e metterci del pepe di Cajenna sulle ferite, lasciando che il sangue coli lentamente sui colli bianchi delle loro camicie.
E quando hanno il coraggio di sorridere in tivù, far entrare in studio di colpo un fabbro-ferraio con un martelone e buttargli giù i denti di porcellana con violenza selvaggia, trac… trac… trac…! Ma vedi, caro mascalzon, nonostante tutto quello che è successo, quei farabutti sono sempre lì alle loro postazioni da furto, a prendere pizzi a destra e a manca, a raccomandar amanti, a minacciar giudici, a obbligare le banche a prestar soldi ai loro faccendieri, e imperterriti, coi loro aliti come fogne di Calcutta nella stagione monsonica, a chieder voti in televisione e a dar ordini.
Occupano coi loro culi smisurati le file importanti delle prime dell'Aida e di tutte le inaugurazioni e dei balli dei sarti, sempre a mostrar la loro vanità coi loro organi genitali piccoli, atrofizzati e vinacei.
Ma da un po' di tempo non van più in giro, perché finalmente un po' si vergognano.
La loro incompetenza, la loro continua cleptomania (di portare a casa tutto quello che vedono) finalmente è venuta a galla.
Oltre che incompetenti, a me sembra, sono soprattutto degli imbecilli schifosi, e credo che la loro unica qualità sia sempre stata quella di non averne nessuna.
D'altronde, com'è che si diventa politici in Italia? Uno tenta all'inizio di far l'aviatore, poi il calciatore di successo, poi il poeta, poi il fante, poi l'at tore, poi l'avvocato, poi l'ingegnere e infine, quando capisce che è un incapace, si mette a fare il leccaculo a un maledetto politicante e diventa un politico di mestiere.
Ma in questo mare di merda dove sta pescando Di Pietro sono immersi fino al collo, e non capiscono che fra pochi mesi andran sotto con la testa e tutto, in quello che è il loro ambiente più adatto.
È meglio che si preparino agli ultimi furti, agli ultimi viaggi pagati, alle ultime tangenti.
Al gran furto finale.
Perché, loro non lo sanno, ma vedi le elezioni comunali di Mantova, stiamo per mandarli affanculo tutti.
Tra un anno, e non di più, i loro segretari, i loro faccendieri e loro stessi, spero, avranno la pedina penale sporca e saranno dentro a quelle patrie galere che hanno trasformato cristianamente in atroci inferni di tossicodipendenza, violenza, omosessualità e Aids.
Perché, come sempre, essendo quel o del e carceri il problema di una minoranza, se ne sono fottuti ferocemente, e meno male che adesso toccherà a loro rimanerci intrappolati dentro, e sodomizzati in quell'inferno.
Così subiranno finalmente anche loro le conseguenze della loro assoluta irresponsabilità nel governare la cosa pubblica.
Ormai abbiamo aperto gli orecchi, tutti e su tutto, credimi.
Abbiamo toccato con mano e abbiamo capito che intreccio di prepotenze, abusi e minacce mafiosi hanno organizzato in trent'anni.
Mi fanno ridere quando fingono di volersi occupare della mafia, e mi fanno raggricciare la pelle, perché loro sono stati eletti coi voti della mafia e sono quindi la mafia.
Ma secondo voi, la tangente non è la stessa cosa del pizzo dei vari racket? E le minacce a Di Pietro non sono forse mafiose? Credimi, noi non ne possiamo proprio più.
Ma che possiamo fare per liberarci di loro? Forse mandare i nostri figli sotto le loro finestre in pattuglie di dieci che si alternano ventiquattr'ore su ventiquattro gridando giorno e notte: Ladri, ladri, ladri, fate schifo!
E farli seguire da squadre di anziani a sputargli nelle brioches e nei cappuccini al mattino in tutti i bar nei quali avranno osato fermarsi.
Insomma bisognerebbe torturarli, massacrarli, esasperarli, costringerli a scappar via urlando aiuto, e a non tornare mai più.
Non illudiamoci, però, sarà difficile cacciarli via tutti, e poi dove potrebbero andare? E chi li vuole? Non li vogliono neppure in Somalia, dove per la fame li mangerebbero vivi, se non fossero così indigesti.
Che fare di quelli che non schiodano? Bisogna riconvertirli.
Sappiamo che loro sanno solo rubare.
Allora bisogna metterli in posti dove non possono farlo, perché, ricordiamocelo, rubano tutto quel o che vedono, anche al buio.
È una malattia, un virus maledetto e incurabile.
Allora facciamogli fare le massaie rurali, le poltrone nei cinema, poi gli zerbini nelle case popolari con la scritta salve sulla schiena, i vassoi nelle mense aziendali, i metalmeccanici alla catena di montaggio della Fiat di Mirafiori, i travestiti sulle strade provinciali e, a sorte due volte alla settimana, gli stronzi nelle fogne delle grandi città.
Ha capito, caro pez. di merd., la sente che gran rabbia noi sudditi ci abbiamo dentro? La sente, no? Raramente ha circolato in tutto il Regno d'Italia una rabbia collettiva così violenta. I sudditi stan diventando cittadini? Speriamo.