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«Come?»

«Comporta essenzialmente una precisa messa a fuoco sull’individuo. Nel preciso istante in cui entra in questo negozio», fece un ampio gesto, «lei si trova nel raggio del mio analizzatore. Nella stanza sul retro ho la macchina vera e propria. Ruotando un indice su una scala esattamente calibrata, passo in rassegna i possibili futuri. A volte ce ne sono tanti, a volte pochi. Come se certe stazioni non trasmettessero. Io guardo nel mio schermo, vedo ciò che le serve… e glielo fornisco».

Carmichael esalò un lungo sbuffo di fumo dalle narici. Seguì le spire azzurrognole con gli occhi stretti a fessura.

«Lei segue l’intera vita di un uomo… in triplice o quadruplice… che cosa?»

«No», replicò Talley. «Ho messo a fuoco il mio congegno cosicché sia sensibile soltanto ai punti critici della vita d’un uomo. Quando uno di questi si manifesta, lo seguo più oltre per accertare quali sentieri di probabilità comportino, per la persona in questione, una sopravvivenza sicura e felice».

«Gli occhiali da sole, l’uovo, i guanti d’amianto…»

Talley spiegò: «Il signor… uhm, Smith, è uno dei miei clienti abituali. Tutte le volte che, col mio aiuto, supera un punto critico con successo, torna da me per un nuovo controllo. Io localizzo la crisi successiva, e gli fornisco ciò di cui ha bisogno per affrontarla. Gli ho dato quei guanti di amianto. Fra un mese, circa, si verificherà una situazione in cui dovrà spostare una sbarra di metallo rovente. Lui è un artista. Le sue mani…»

«Capisco. Perciò non si tratta sempre di salvar la vita di un uomo».

«Certo che no», rispose Talley. «La sopravvivenza… non è l’unico fattore vitale. Una crisi in apparenza di minore importanza potrebbe condurre a… be’, un divorzio, una nevrosi, una decisione sbagliata, in altre parole, a un’esistenza per cento motivi diversi disgraziata. Io garantisco non soltanto la vita, ma altresì la salute e la felicità».

«Lei è un altruista. Solo, mi chiedo: perché mai il mondo intero non si precipita qui, nel suo negozio? Perché limitare i suoi interventi a pochi soltanto?»

«Non ho il tempo né l’attrezzatura».

«Potrebbero venir costruite altre di quelle macchine».

«Be’», disse Talley, «la maggior parte dei miei clienti sono ricchi. Anch’io devo vivere…»

«Lei potrebbe leggere il listino di borsa di domani, se volesse farsi un mucchio di soldi», ribatté Carmichael. «Torniamo alla mia prima domanda. Se un tizio ha poteri miracolosi, perché mai si accontenta di gestire un negozietto come questo?»

«Per ragioni etiche. Io… ah… sono contrario al gioco d’azzardo».

«Non sarebbe un gioco d’azzardo», gli fece notare Carmichael. «“Mi sono spesso chiesto cosa comperano i vinai…” Ma lei, cosa ricava da tutto questo?»

«Soddisfazione», rispose Talley. «La chiami pure così».

Ma Carmichael non era soddisfatto. Preferì cambiare argomento. Ciò che quella macchina poteva offrirgli. Un’assicurazione sulla vita, no? La salute e la felicità.

«E cosa può dirmi, di me? Ci sarà un altro punto cruciale nella mia vita?»

«Con tutta probabilità, si. Ma non necessariamente una crisi che comporti un pericolo per la sua persona».

«Allora mi consideri un cliente fisso».

«Io non…»

«Mi ascolti», insisté Carmichael. «Non sto tentando di estorcerle qualcosa. La pagherò. La pagherò molto… quanto vorrà. Non sono ricco, ma so esattamente quanto vale, per me, un simile servizio informazioni. Non si deve minimamente preoccupare…»

«Ma non può…»

«Oh, la smetta. Non sono un ricattatore, niente del genere. Non la sto minacciando di rivelare a tutti ciò che lei fa, se è questo che teme. Sono una persona normale, non un furfante. Le sembro pericoloso? Di che cosa ha paura?»

«Lei è una persona normale, sì», ammise Talley. «Soltanto che…»

«Perché no?» controbatté Carmichael. «Non le darò fastidio. Ho superato con successo un punto critico, col suo aiuto. Un giorno o l’altro ci sarà un’altra crisi. Mi dia ciò che serve a superarla. Mi faccia pagare ciò che vuole. In qualche modo mi procurerò i soldi. Li prenderò in prestito, se necessario. Non le darò il minimo disturbo. Tutto quello che le chiedo, è di lasciarmi venir qui ogni volta che avrò superato un punto critico, a munirmi di quanto è necessario per il successivo. Cosa c’è di male in questo?»

«Niente», disse Talley, con calma.

«Bene, allora. Sono un individuo come tanti altri. C’è una ragazza… Betsy Hoag. Voglio sposarla. Sistemarmi da qualche parte in campagna, allevare bambini e avere sicurezza. Non c’è niente di male in tutto questo, non è vero?»

Talley disse: «Era già troppo tardi nel momento in cui è entrato in questo negozio, oggi».

Carmichael sollevò lo sguardo: «Perché?» chiese, brusco.

Un cicalino ronzò nel retrobottega. Talley andò dietro la tenda e tornò quasi subito con un pacchetto incartato. Lo porse a Carmichael.

Carmichael sorrise. «Grazie», disse. «Grazie infinite. Ha nessuna idea di quando sarà il prossimo punto cruciale, per me?»

«Tra una settimana».

«Le spiace se…» Carmichael stava scartando il pacchetto. Ne tirò fuori un paio di scarpe dalla suola di plastica. Fissò Talley, perplesso.

«È così, eh? Avrò bisogno di queste… scarpe?»

«Si».

«Suppongo…» Carmichael esitò. «Immagino che non vorrà dirmi il perché?»

«No, non lo farò. Ma stia bene attento a calzarle tutte le volte che uscirà».

«Non si preoccupi. E… le spedirò un assegno. Potrebbero volermici alcuni giorni per mettere insieme il malloppo, ma lo farò. Quanto?»

«Cinquecento dollari».

«Le spedirò un assegno oggi stesso».

«Preferisco non accettare compensi fino a quando un cliente non è stato soddisfatto», disse Talley. Si era fatto più riservato. I suoi occhi azzurri erano freddi e distanti.

«Come vuole», annui Carmichael. «Io vado fuori a celebrare. Lei… beve?»

«Non posso lasciare il negozio».

«Be’, arrivederci. E grazie di nuovo. Non le causerò nessun guaio, sa. Glielo prometto!» Si girò e usci.

Seguendolo con lo sguardo, Talley ebbe un sorriso forzato e infelice Non ricambiò il saluto di Carmichael. Non quella volta.

Quando la porta si chiuse dietro Carmichael, Talley andò sul retro del suo negozio ed entrò nel locale dove si trovava l’analizzatore.

Un periodo di dieci anni può coinvolgere una miriade di cambiamenti. Un uomo che può contare su un tremendo potere quasi a portata di mano può, in quell’intervallo di tempo, trasformarsi da un uomo che non vuole allungare la mano a un uomo che è senz’altro pronto a farlo… e al diavolo i valori morali!

La trasformazione non si manifestò tanto in fretta in Carmichael. Va tutto a onore della sua integrità il fatto che ci volessero dieci anni perché una simile trasformazione avvenisse… un’alterazione completa di tutto ciò che gli era stato insegnato. Il giorno in cui era entrato per la prima volta nel negozio di Talley c’era ben poca malvagità in lui. Ma la tentazione era destinata ad accrescersi irresistibilmente una settimana dopo l’altra, visita dopo visita. Talley, per motivi suoi, era soddisfatto di starsene seduto lì in ozio, in attesa dei clienti, soffocando le inconcepibili possibilità della sua macchina sotto una cortina fumogena di funzioni banali. Ma Carmichael non si accontentava.

Gli ci vollero dieci anni per arrivare a quel giorno, ma il giorno arrivò. Talley sedeva nella stanza interna, la schiena rivolta alla porta. Adesso se ne stava rilassato su un’antica sedia a dondolo, gli occhi rivolti alla macchina. Era cambiata ben poco nello spazio d’un decennio. Copriva ancora la maggior parte di due pareti, e l’oculare dell’analizzatore luccicava sotto luci fluorescenti ambrate.