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Il secondo giorno molti riuscirono a rimettersi in piedi, pur non avendo recuperato la completa efficienza, e le cose furono assai più semplici. Una riunione fu tenuta in mattinata, e nel corso di essa Nick propose e difese vigorosamente l’idea di trasferirsi nella regione sconvolta e insidiosa che egli aveva attraversato durante la fuga dal villaggio dei cavernicoli. Il principale punto di sostegno alla sua tesi era costituito dalla presenza, in quella regione, di un numero indefinito di luoghi che potevano essere raggiunti solo attraverso un passaggio stretto, una stretta gola o un sottile ponte di roccia, e che perciò potevano essere agevolmente difesi anche da pochi uomini. Fu Nancy che rispose a questa proposta.

«Non mi pare poi un piano così buono,» disse lei. «Anche perché non sappiamo se i posti che tu ci descrivi saranno ancora uguali, quando arriveremo là.» Una scossa enfatizzò involontariamente le sue parole.

«E che c’entra questo?» domandò Nick. «Se non troveremo quelli, ce ne saranno certo degli altri. Io non stavo suggerendo dei punti particolari, ho descritto solo la regione in generale.»

«Ma come farà a trovarci, Fagin? Se uno di noi riuscisse a raggiungere il villaggio dei cavernicoli per portargli un messaggio, come faremmo a spiegargli il modo di raggiungerci? Dovremmo guidarlo direttamente, e questo probabilmente si scontrerebbe con i suoi progetti personali… tu hai pensato, e credo sia giusto, che egli immagina di trarre vantaggio dalla sua capacità di viaggiare di notte senza fuoco.»

Nick provò una forma molto umana di insofferenza a queste parole, ma ricordò Veloce appena in tempo per non lasciarsi andare a dei commenti sgradevoli. Non voleva essere paragonato a quel selvaggio da nessuno, si disse; inoltre, c’era qualcosa di vero nelle parole di Nancy, ora che riusciva a valutarle in maniera obiettiva.

«Che genere di luogo suggeriresti?» domandò Nick. «Hai ragione, quando parli di raggiungere Fagin, ma certo io non riesco a immaginare alcun luogo più facile da difendersi di quel territorio a occidente.»

«Mi pare che Fagin abbia detto bene, quando ha affermato che sarebbe stato stupido combattere il popolo di Veloce,» gli rispose Nancy, con calma. «Non stavo pensando alla difesa; se dobbiamo difenderci, il nostro destino è già segnato, temo. Io pensavo al mare.»

«Che cosa?»

«Lo sai. Hai contribuito a tracciare le mappe. A oriente c’è una massa d’acqua che non è acqua… almeno, non si prosciuga completamente durante il giorno. Non ricordo esattamente come l’abbia chiamata Fagin, quando gli abbiamo riferito della nostra scoperta…»

«Ha detto che supponeva che si trattasse in gran parte di acido solforico, qualunque cosa sia, ma che non sapeva come fare ad assicurarsene,» intervenne Dorothy, che era in condizioni ancora deplorevoli.

«…qualunque cosa sia, è sempre là, e Fagin non può fare a meno di trovarci laggiù, se solo percorre i suoi margini. Probabilmente può camminarci dentro per un certo periodo, in modo che i cavernicoli non possano rintracciarlo.» Un brusìo di approvazione e sorpresa accolse questa notizia, e dopo una breve riflessione Nick manifestò il suo apprezzamento.

«Va bene,» disse, «se nessuno ha delle altre idee, andremo fino ai margini del mare; possiamo decidere dove fermarci quando saremo arrivati là. Abbiamo esplorato la zona un paio di anni or sono, e non credo che possiamo fidarci di informazioni così vecchie.

«Il prossimo problema è quello di arrivarci. Dobbiamo decidere che cosa è indispensabile portare via dal villaggio, e come possiamo effettuare il trasporto. Penso che possiamo partire col carro per la legna, ma suppongo che a un certo punto non potremo più trasportarlo. Per quanti progetti facciamo, molte cose dovremo sempre lasciarle qui.

«Poi, finalmente, c’è la questione del messaggio a Fagin. Questa può attendere fino alla nostra sistemazione; è inutile dirgli dove siamo prima di saperlo.

«Spero che potremo metterci in marcia domani; nel frattempo, dobbiamo occuparci del secondo problema. Se viene qualche idea a qualcuno, ne discuteremo subito, in qualsiasi momento.» Si separarono, e ognuno si dedicò ai compiti che era in grado di svolgere.

Jim e Nancy erano praticamente guariti, e si occuparono del gregge. Da quando i due erano stati in grado di riprendere il lavoro, non si erano verificate altre perdite. Dorothy si occupava del carro, e cercava di sistemare tutti gli oggetti ritenuti indispensabili, cambiando idea a ogni piè sospinto. Il problema era quello di caricare il maggior numero possibile di cose; e malgrado i suoi sforzi, gli oggetti che restavano erano sempre troppi, e tra lei e gli altri membri del gruppo le discussioni fervevano senza soluzione di continuità. Ognuno voleva portare via le sue cose, e ci volle un bel po’ di fiato per convincere i più riottosi che, siccome dovevano essere fatti dei sacrifici, questi dovevano essere divisi equamente.

Le discussioni stavano ancora proseguendo, e non certo blandamente, quando il viaggio cominciò. Nick cominciava a provare una certa comprensione per Veloce, a questo punto; aveva infatti scoperto che delle volte era necessario che un gruppo avesse un capo, e che non sempre era possibile al capo di convincere col ragionamento i suoi seguaci della bontà dei suoi ordini. Nick aveva dovuto impartire i suoi primi ordini perentori, e si tormentava al pensiero che una buona metà dei suoi amici in quel momento lo stava paragonando mentalmente a Veloce. Il fatto di essere stato obbedito avrebbe dovuto fargli capire l’effettivo stato delle cose, ma questo non accadde.

Il carro era pericolosamente sovraccarico, e tutti, tranne quelli che si occupavano del gregge, furono costretti a spingerlo con tutte le loro forze. Quando era necessario combattere, la carovana si arrestava e le lance venivano sollevate in posizione di attacco. Naturalmente, a dire il vero, i combattimenti non furono poi molti; in genere i carnivori di Tenebra non erano dei mostri d’intelligenza, ma usualmente evitavano di assalire dei gruppi molto nutriti. La principale eccezione era fornita dai volatori, che comunque erano più vegetali che animali. Queste creature potevano essere abbattute con una certa sicurezza da chi possedeva una lancia più lunga dei loro tentacoli; ma anche quando le sacche di gas erano state squarciate, era pericoloso avvicinarsi ai volatori a una distanza non prudenziale dalle loro appendici velenose. Diversi animali del gregge furono perduti quando uno dei mostri piombò quasi al centro del gregge stesso, e due uomini vennero dolorosamente avvelenati nella stessa occasione. Ci vollero diverse ore, prima che i due fossero nuovamente in grado di camminare senza aiuto.

Contrariamente alle previsioni pessimistiche di Nick, si dimostrò possibile il trasporto del carro fino al mare. Lo raggiunsero alla fine del secondo giorno di viaggio, e dopo alcune ore di faticosa avanzata tra grosse chiazze di liquido immobile e oleato.

Avevano visto quelle chiazze in precedenza, naturalmente; si formavano all’interno delle fosse che si trovavano anche nella loro valle, verso la fine della giornata… fosse che erano dei laghi d’acqua al sorgere del sole, ma solo piccole chiazze di sostanza oleosa quando il sole brillava al centro del cielo. Le chiazze attuali erano comunque più larghe, e riempivano una porzione maggiore delle loro fosse.

Anche il terreno era diverso; la vegetazione era fitta come sempre, ma tra gli arbusti il terreno era pieno di cristalli di quarzo. Il gregge parve non farci caso, ma i piedi di coloro che lo guidavano non erano così robusti, e l’avanzata si fece decisamente più difficile. Quelle formazioni cristalline si verificavano anche altrove, ma usualmente in settori isolati, dove era facile evitarle.