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La luce mostrò Fagin, immobile a cinquanta iarde dai piedi della collina. Mostrò anche una distesa di roccia e vegetazione del tutto sgombera; gli uomini erano nelle caverne, come al solito. Questo, comunque, era solo per il momento.

Con l’arrivo del fuoco, uno scoppio di voci esplose dalle caverne. Evidentemente, se mai dormivano, i cavernicoli non lo stavano ancora facendo. Dopo un istante la voce di Veloce sopraffece quelle degli altri.

«Prendetelo! Portate della legna! Non restate fermi come se foste già bagnati!» Una folla di figure emerse dalle caverne dirigendosi verso il ramo ardente; poi gli uomini tornarono a dividersi, come se si fossero tutti resi conto nello stesso tempo che nessuno di loro aveva della legna e che era indispensabile trovarne. Le piante furono strappate dal terreno da decine di mani e portate, e perfino gettate, verso il tizzone. Nick rimase più divertito che sorpreso quando il tizzone si spense senza che nessuno fosse riuscito ad accendere nulla, e fu soltanto vagamente curioso di sapere se il tizzone si era esaurito da solo, o era stato soffocato da coloro che volonterosamente avevano tentato di salvarlo. La sua attenzione non poté concentrarsi a lungo sul problema; la voce di Veloce sopraffece di nuovo il brontolìo di delusione generale.

«C’è luce in cima alla collina, ed è di là che è venuto il ramo! Qualcuno lassù ha ancora del fuoco; andate a prenderlo!» Come al solito, l’obbedienza fu pronta e indiscussa, e la folla si avviò per il sentiero che portava alla collina. Nick rimase lievemente sconcertato; la pioggia stava per cadere, e gli abitatori delle caverne non portavano torce. Doveva essere accaduto qualcosa di decisivo, per far loro vincere l’atavica consuetudine di restare nelle caverne di notte. Comunque, non era quello il momento adatto per speculare su argomenti accademici; i cavernicoli stavano cercando del fuoco, e guarda caso, Nick aveva tutto il fuoco reperibile nei dintorni, per il momento.

Gli ci vollero circa cinque secondi per elaborare gli ultimi dettagli della sua idea. Accese un ramo, accostandolo al piccolo fuoco che aveva preparato, e si diresse verso la fine del sentiero che veniva dal basso, accendendo tutte le piante che riuscì a trovare sul percorso, e procedendo all’incontrano in questa sua opera. Quando raggiunse il sentiero gettò via la torcia ormai semispenta che aveva usato, se ne accese un’altra abbastanza piccola, nelle sue speranze, da venire schermata dal suo corpo, e proseguì lungo la cima della collina. Se i cavernicoli si contentavano di procurarsi un po’ di fuoco, tanto di guadagnato; se volevano prendere anche lui, forse avrebbero seguito la scia di fuoco che lui aveva lasciato, andando così nella direzione sbagliata. Questo non lo sperava troppo, conoscendo l’abilità dei cavernicoli come cercatori di tracce; ma bisognava in ogni modo fare un tentativo, quando la situazione lo imponeva.

Continuò a procedere lungo la cima dell’altura, verso un punto che si trovava a circa due miglia dalle pendici della collina. Era invisibile dall’estremità del sentiero dal quale stava arrivando Veloce, ma non prese fiato fidandosi di questo. Una volta raggiunto il punto prestabilito, cominciò a discendere cautamente, evitando i macigni smossi dalle violente scosse, e cercando di nascondere col corpo la sua piccola torcia. Quindici minuti dopo l’inizio della sua azione di disturbo si trovò accanto a Fagin, e, apparentemente, nessuno degli uomini di Veloce lo aveva notato.

«Maestro! Mi senti? Sono Nick.»

«Ti sento, certo. Che stai facendo qui? Sei stato tu a provocare questa confusione? Che succede, insomma?»

«Sono stato io a gettare la torcia dalla cima, sì; dovevo essere sicuro che tu fossi qui. Il resto è stato per confondere le idee. Sono qui perché abbiamo trovato il modo di toglierti dalle mani di Veloce senza doverci preoccupare di lui in seguito.»

«Questo è incoraggiante. Anch’io credevo di avere trovato un sistema, ma poi sono intervenute delle complicazioni. Ho un bisogno urgente e disperato di tutto l’aiuto possibile, e non credo che Veloce potrà essermi di aiuto, almeno per un certo tempo. Sentiamo la tua idea.»

Nick descrisse le vicissitudini del suo gruppo dopo il rapimento di Fagin, e indugiò particolarmente sulla configurazione geografica della zona nella quale avevano trascorso la prima notte in mare.

«Presumiamo,» disse, «che tu possa vivere sott’acqua nel mare come sotto la pioggia; così abbiamo pensato che, se tu fuggissi da queste alture, e Veloce ti inseguisse, verrebbe preso in trappola laggiù, di notte; e mentre lui dormirà, tu potrai togliere tutte le armi dei suoi… e questo ci sarebbe comunque di grande aiuto, visto che le riserve scarseggiano alquanto… e se noi non riusciamo a immaginare un altro sistema, potremo farlo cadere in un punto che resta sommerso per tutto il giorno.»

«Resisterebbe a lungo, in questo posto?»

«Forse no, dato che ci sono degli animali, nel mare, che hanno mangiato buona parte delle nostre bestie; ma che cosa importa? Lui non ha esitato a uccidere Tom e Alice, e se lo avesse ritenuto necessario, avrebbe fatto lo stesso a tutti noi.»

«E il resto della sua gente?»

«Lo hanno aiutato. Non mi importa di quello che succederà loro.»

«Bene, ti capisco, ma non condivido del tutto le tue idee. Ci sono dei motivi che potrebbero farti pensare diversamente, ma adesso non posso spiegarteli.

«Il tuo piano, se così possiamo chiamarlo, ha dei punti buoni, ma ce ne sono degli altri piuttosto deboli. Se questo posto che mi descrivi è a una giornata e mezzo di marcia, per te, non vedo proprio come potrei precedere Veloce per il periodo necessario a raggiungerlo; ricorda che tu puoi viaggiare più velocemente di me. Inoltre, adesso che tu hai ridato loro il fuoco che avevano perduto, sarei molto sorpreso se risultasse semplice fuggire di notte quanto lo sarebbe stato prima.»

«Che vuoi dire? Hanno portato del fuoco con loro, dal nostro villaggio.»

«Lo hanno portato, ma non sapevano come accenderne uno, senza attingere da uno già esistente. Lasciarono spegnere i fuochi che avevano portato con loro durante il primo giorno dopo il nostro arrivo, e da allora ne sono sempre rimasti senza. Hanno fatto del loro meglio per insegnarmi la loro lingua, in modo che io potessi insegnare loro come procurarsi dell’altro fuoco, ma la cosa è molto difficoltosa… per prima cosa, io non posso produrre alcuni loro suoni troppo acuti. Devo dire, però, che Veloce è stato molto paziente. Adesso immagino che sarà ancora più facile andare d’accordo con lui; ma certo non sarà più facile di prima lasciarlo.»

«Forse, allora, non avrei dovuto venire, Maestro. Mi dispiace.»

«A me no. Il mio piano per raggiungervi da solo è già fallito, così, se tu non fossi venuto, ci troveremmo in guai anche maggiori. Volevo soltanto dire che dovremo riflettere molto per trovare il sistema di uscire da questo imbroglio. Sarà meglio che tu ti nasconda per qualche ora almeno, però, mentre io mi metterò a riflettere; non vedo perché dovresti farti prendere anche tu da Veloce.»

«Ma come farò a tornare indietro? Adesso hanno del fuoco… e naturalmente, non appena saranno tornati indietro, si renderanno conto della mia visita al villaggio, e cominceranno a seguire le mie tracce. Probabilmente allora io sarò ancora raggiungibile, anche se me ne vado adesso; comincia a piovere, e io non posso viaggiare senza una torcia, e la luce della torcia può essere avvistata per miglia e miglia. Io mi aspettavo che tu venissi con me subito.»

«Capisco le tue perplessità, ma non riesco proprio a escogitare un modo per superarle. È difficile credere che Veloce non sarà qui di ritorno entro pochi minuti.» Fagin fece una pausa, come per riflettere; Nick naturalmente non sapeva che queste pause significavano un’accesa conversazione tra diversi uomini che si trovavano a centosessantamila miglia di distanza. «Ascolta, Nick. Qui nei paraggi c’è molto materiale combustibile, non è vero?»

«Sì.»

«E c’è un’unica strada che porta qui dalla cima del colle, ed è uno stretto sentiero?»