«È esatto, ha detto proprio così. Bene, potremo vederli tra un paio di minuti, quando la macchina sarà arrivata in cima alla collina; a meno che loro non siano già saliti su un’altra.»
Scoprirono che questa eventualità non si era verificata; gli osservatori umani poterono seguire agevolmente la caccia, anche se non c’era poi molto da vedere. La valle nella quale si era cacciata la vedetta dei cavernicoli era quasi completamente circondata dalle basse colline arrotondate che costituivano una caratteristica comune, nel panorama di Tenebra; John e Betsey erano riuscite ad arrivare in cima a due di esse prima di essere visti, in modo che, quando il cavernicolo aveva cominciato a correre, i due si trovarono in una posizione di netto vantaggio. Il cavernicolo aveva tentato più volte di fuggire da una parte che gli era sembrata indifesa, ma aveva rinunciato ogni volta, vedendo che John e Betsey, e gli altri membri del gruppo di Fagin, avrebbero potuto sfruttare il loro vantaggio per tagliargli la strada. Quando la macchina arrivò in cima alla collina, il cavernicolo era in piedi al centro della vallata, mentre il gruppo di Fagin stava formando un anello che si rinchiudeva lentamente intorno all’intruso. Il cavernicolo pareva intenzionato a lasciarli avvicinare, prima di tentare la fuga, sfruttando qualsiasi segno di debolezza degli altri; o forse intendeva combattere. Era più grosso di Nick, e aveva due lance corte dall’aria micidiale.
Nick, comunque, pareva avere acquisito un certo numero di cognizioni militari, e una buona dose di diplomazia. Fermò i suoi uomini a circa cinquanta iarde dal grosso cavernicolo, e li fece disporre in circolo, intorno all’intruso, a intervalli regolari, in modo che il cordone di sicurezza non presentasse alcun punto debole. Fatto questo, iniziò a parlare nella lingua di Veloce.
«Tu credi di poterti allontanare da noi?»
«Non lo so, ma alcuni di voi rimpiangeranno di avermi voluto fermare,» fu la risposta.
«A che ti servirà questo, se poi verrai ucciso?» La vedetta non parve in grado di trovare una risposta a questa domanda; anzi, la stessa domanda parve sconcertarlo alquanto. La questione gli era parsa così ovvia, che non gli era passato per la mente di poterla esporre a parole. Stava ancora cercando le frasi adatte, quando Nick proseguì. «Tu sai che Fagin ha detto che avrebbe di buon grado acconsentito a insegnare a Veloce qualsiasi cosa egli avesse voluto sapere. Lui non vuole combattere. Se tu abbasserai le tue lance e verrai a parlargli, non ti sarà fatto alcun male.»
«Se il tuo maestro è così desideroso di aiutarci, perché è fuggito?» replicò l’altro. Nick aveva la risposta pronta.
«Perché voi l’avevate sottratto a noi, e vogliamo che lui insegni anche a noi. Quando sono venuto a prenderlo nel vostro villaggio, lui è venuto con me per aiutarmi a fuggire. Mi ha trasportato attraverso il fiume, cosa che non avrei potuto fare da solo. Quando avete assalito per la prima volta il nostro villaggio, lui voleva che noi vi parlassimo, invece di combattere; ma voi non ce ne avete dato la minima possibilità.» Tacque, pensando che il suo antagonista avrebbe avuto bisogno di tempo per dare una risposta. Invece, gli fu risposto con un’altra domanda.
«Tu farai qualsiasi cosa che il tuo Maestro ti dirà?»
«Sì.» Nick non menzionò le volte in cui aveva esitato a obbedire agli ordini di Fagin; onestamente, non vi pensò, in quel momento.
«Allora voglio sentirgli dire di non farmi alcun male. Adesso lui sta arrivando. Aspetterò qui, ma terrò le mie armi, finché non sarò sicuro di non averne bisogno.»
«Ma tu non conosci la sua lingua; non capirai quello che lui ci dirà.»
«Quando è stato con noi, ha imparato qualche parola della nostra lingua, anche se non è mai riuscito a pronunciarle molto bene. Credo di potergli domandare le sue intenzioni, sapere cioè se ha intenzione di uccidermi o meno, e capire se lui risponderà si o no.» La vedetta tacque e restò a guardare l’avvicinarsi della macchina, stringendo sempre con forza le sue lance. Era pronto a colpire, non a lanciare.
Perfino Raeker fu in grado di capire l’atteggiamento del cavernicolo, quando la macchina raggiunse il cerchio degli assediatiti, e provò un certo disagio; qualsiasi cosa fosse accaduta, lui avrebbe reagito con un ritardo di due secondi. Non per la prima volta, provò il desiderio che la Vindemiatrix si trovasse in un’orbita più stretta, ai confini dell’atmosfera di Tenebra.
«Che succede, Nick? Ha intenzione di combattere?»
«No, se riuscirai a convincerlo che non è necessario,» replicò Nick. Fornì un riassunto delle richieste della vedetta. «Non so esattamente cosa farmene di lui, adesso che è nelle nostre mani,» confessò alla fine.
«Non direi che sia già nelle tue mani, per il momento,» fu la secca risposta di Raeker. «Ma capisco qual è il problema. Se lo lasciamo andare, Veloce sarà su di noi nel giro di poche ore, al massimo entro un giorno. Se lo teniamo qui, dovremo mettergli addosso una continua sorveglianza, e questo sarebbe fastidioso, e lui potrebbe comunque riuscire a scappare. Ucciderlo, naturalmente, sarebbe ingiustificabile.»
«Anche dopo quello che è accaduto ad Alice e Tom?»
«Anche, Nick. Credo che dovremo servirci di questo individuo, e affrontare il fatto che Veloce saprà dove siamo. Lasciami pensare.» La macchina tacque, ma così non fecero gli uomini che la manovravano; vennero proposti dei piani, discussi e rifiutati, e tutto si svolse con una velocità frenetica, mentre gli indigeni aspettavano. Easy non aveva cessato l’ascolto, ma non offrì alcun consiglio. Una volta tanto, perfino i diplomatici, che ora potevano ascoltare dalla sala delle comunicazioni nella quale si trovavano, mantennero il più dignitoso riserbo.
Il cavernicolo, naturalmente, non era stato in grado di seguire la conversazione tra Nick e il Maestro, e dopo il primo minuto di silenzio chiese a gran voce una traduzione. Riuscì comunque a formulare la richiesta in modo tale da mettere Nick nella condizione d’animo di riparare a un torto, e non di fare un piacere, quando egli fornì le informazioni richieste.
«Fagin sta decidendo quello che è meglio fare. Dice che non dobbiamo ucciderti.»
«Deve dirlo a me, lui stesso. Io sarò in grado di capirlo.»
«Non si interrompe il Maestro quando sta pensando,» replicò Nick. Il cavernicolo parve colpito da queste parole; per lo meno, non aggiunse parola finché la macchina non ricominciò a parlare.
«Nick.» La voce di Raeker tuonò nell’atmosfera densa. «Voglio che tu traduca molto attentamente quello che devo dire a costui. Traduci, per quanto possibile, parola per parola; e pensaci anche tu, perché ci saranno delle informazioni che non ho ancora avuto tempo di fornirti.»
«Va bene, Maestro.» Tutti gli uomini di Nick concentrarono la loro attenzione sulla macchina; ma se anche la vedetta se ne era resa conto, per lo meno non fece alcun tentativo di sfruttare questo vantaggio. Anche il cavernicolo ascoltò, attentamente, come se avesse cercato di comprendere non solo la traduzione di Nick, ma anche il discorso umano della macchina. Raeker cominciò lentamente, lasciando diverse pause onde permettere a Nick di fare la sua traduzione.
«Tu sai,» cominciò, «che Veloce mi voleva con lui perché io potessi insegnare a lui e al suo popolo come accendere il fuoco, allevare il bestiame, e tutte le altre cose che ho già insegnato ai miei allievi. Volevo fare questo, ma Veloce ha pensato, a causa di qualcosa che Nick ha detto, che la mia gente avrebbe fatto delle obiezioni: così è venuto combattendo, quando questo non sarebbe stato necessario.