«Papà! Dottor Raeker! ‘Mina ha visto giusto; è proprio Nick!» La voce di Easy era ai margini dell’isterismo. Gli uomini si guardarono in volto, in preda alla più viva preoccupazione. Rich fece segno a Raeker di rispondere, ma la sua espressione era un evidente richiamo alla cautela. Raeker annuì, e aprì il circuito.
«Sei sicura che sia proprio Nick, Easy?» domandò col tono più tranquillo che riuscì a simulare. «Sai, dovrebbe trovarsi nell’accampamento, adesso. Il lavoro di ricerca è svolto da altri sei, che dovrebbero viaggiare a coppie; quelli che vedi sono due?»
«No!» replicò Easy, con voce più calma. Suo padre sì appoggiò allo schienale della sua poltrona, con un’espressione di sollievo sul volto. «Ce n’era solo uno, e l’ho visto per un attimo. Aspetti… eccolo di nuovo.» Raeker avrebbe valuto vedere il viso della ragazza, ma Easy stava gridando le sue comunicazioni da uno degli oblò, molto lontano dal campo d’azione delle telecamere. «Ne vedo sempre uno, ed è quasi completamente nascosto dagli arbusti… vedo solo la testa e le spalle, se possiamo definire così quello che vedo. Si sta avvicinando, adesso. Deve vedere il batiscafo, anche se non saprei dire dove sta guardando, e con che cosa. Non so se abbia le stesse dimensioni, ma è certo che ha la stessa forma. Non riesco a capire come lei faccia a distinguerli.»
«Non è facile,» ammise Raeker. «Dopo qualche anno, ti accorgi che ci sono delle differenze nella disposizione della cresta e delle scaglie, una specie dei tratti caratteristici del volto umano. Forse tu puoi dirmi che cosa indossa questo, e che cosa trasporta; dovrebbe essere più semplice descriverlo.»
«D’accordo. Ha una specie di zaino appeso a quello che sarebbe il fianco destro se lui avesse dei fianchi; lo zaino è appeso a una specie di cintura che va dal fianco alla spalla sinistra. Sul davanti dello zaino è appeso un coltello, e credo che ce ne sia un altro in una specie di intrico di cinghie, dall’altra parte, ma siccome sta seguendo una direzione obliqua alla nostra posizione, non posso vederlo bene dall’altra parte. Porta quattro lance che somigliano in tutto e per tutto a quelle che portava Nick, e più lo guardo più mi sembra lui.»
«Possiede un’ascia, o qualcosa di simile?» domandò Raeker.
«Se ce l’ha, deve essere appesa alle cinghie di sinistra, che non posso vedere bene.»
«Allora temo che dovrai dimostrare la tua affermazione, secondo la quale saresti andata d’accordo con gli uomini di Veloce. I miei uomini portano soltanto due lance, e quelli dei gruppi di ricerca hanno portato con loro delle asce. Se fosse uno dei nostri, avrebbe un’ascia in una delle sue mani sinistre, quasi certamente. Questo significa che dovremo modificare leggermente il nostro piano; speravo che fossero stati i nostri a trovarvi. Una questione di fortuna; immagino che si tratti di un cacciatore di Veloce. Non credo che abbiano avuto il tempo di organizzare le ricerche; neppure se Veloce avesse deciso di fare per conto proprio.»
«Ci vorrà molto, prima che uno dei suoi gruppi di ricerca faccia ritorno all’accampamento?» domandò Easy, dopo una breve riflessione.
«Temo di sì, circa una settimana del nostro tempo. La risposta di Veloce dovrebbe arrivare a Nick prima, però.»
«Vorrei proprio che i giorni di questo pianeta fossero più corti. È vero che lei ha imparato qualche parola della lingua di Veloce, durante il tempo trascorso dalla macchina nelle caverne?»
«Sì. Non molto, però; gli esseri umani non possono pronunciare molto facilmente quella lingua. Abbiamo registrato quasi tutto, però; possiamo trasmetterti i suoni, e quello che ci è parso il significato di essi, se credi che possa esserti utile. In ogni modo, servirà a far passare il tempo.»
Il volto di Easy apparve sullo schermo, con un’espressione ironica.
«Sono certa che mi sarà molto utile. Vero, papà?»
Anche Rich stava sorridendo.
«Sì, figlia. Vede, dottore, mia figlia è in grado di apprendere qualsiasi lingua pronunciabile, quasi istantaneamente.»
«Davvero? L’ho sentita parlare solo in inglese, con il suo giovane amico, laggiù.»
«Nessun essere umano può pronunciare il drommiano. Però è in grado di capirlo quanto me.»
«Be’, non credo che possa riuscire meglio nella pronuncia tenebriana, però. È basata sulle inflessioni vocali, e alcune sono davvero impronunciabili. Suoni troppo acuti per l’apparato vocale umano. Certo, lei è giovane ed è di sesso femminile, ma temo che debba accontentarsi di capire.»
«Può darsi che lei abbia ragione. Non sarebbe meglio tornare al problema immediato? Cosa sta facendo adesso l’indigeno, figlia?»
«Sta girandoci intorno, a trenta o quaranta iarde dal batiscafo; credo che lo stia esaminando. Anche se ci ha visto attraverso gli oblò, non lo ha dimostrato… penso che lei abbia ragione, dottor Raeker; ricordo che lei ha mandato i suoi esploratori a coppie, e certo, se fosse accaduto qualcosa al suo compagno, un esploratore sarebbe tornato subito al campo, per fare rapporto, senza proseguire nella sua missione.»
«Non sono certo che tu abbia ragione, su questo punto, ma io sono sicuro che si tratta di un uomo di Veloce,» replicò Raeker. «Avvertici, quando e se combina qualcosa di nuovo.»
«Lo sta facendo proprio in questo momento. Se ne sta andando dalla parte da dove è venuto. Sì, non porta una ascia; adesso lo abbiamo visto completamente. È difficile vederlo, adesso; è nascosto dagli arbusti, ed esce dal campo delle nostre luci. Adesso se ne è andato definitivamente.»
Raeker diede un’occhiata all’orologio, e fece un rapido calcolo mentale.
«Mancano quattro ore alla pioggia. Easy, per caso hai visto se portava una torcia accesa, o del fuoco, sotto qualsiasi forma?»
«Sicuramente no. Naturalmente, poteva avere dei fiammiferi, o la pietra focaia, o qualche apparecchio per accendere il fuoco: poteva tenerli nel suo zaino.»
«Gli uomini di Veloce non conoscono questi sistemi. Quelli di Nick accendono il fuoco per frizione, ma non credo che gli altri abbiano già scoperto questo sistema. Ieri non ne sapevano ancora niente… e per ieri, intendo tre giorni di bordo fa. Comunque, quello che voglio dire è che se l’indigeno che tu hai visto non portava del fuoco molto verosimilmente si trovava a non più di quattro miglia di marcia dal gruppo di Veloce; e questo punto potrebbe trovarsi là dove ci sono le caverne, oppure nelle vicinanze del fiume che Nick e Fagin hanno attraversato recentemente. Veloce, naturalmente, potrebbe anche essere più vicino; sarà meglio che teniate gli occhi aperti, avvertendoci immediatamente non appena il gruppo degli indigeni si farà vedere. Questo ci permetterà di localizzarlo molto più comodamente.»
«Capisco. Staremo attenti,» rispose Easy; «mentre guardiamo, perché non ci fa ascoltare quelle registrazioni di cui parlava? Prima le ascoltiamo, prima potranno esserci utili.»
Raeker si dichiarò d’accordo, e le ore seguenti trascorsero senza avvenimenti di una certa importanza da segnalare. Arrivò la notte, e poi cominciò a piovere, senza altri segni della presenza degli indigeni; e quando le gocce si schiarirono, i bambini smisero di aspettare il gruppo di Veloce. Mangiarono, bevettero e dormirono e passarono le ore di veglia cercando di assimilare quel poco che Raeker aveva appreso sulla lingua di Veloce. Easy si comportò molto bene, pur non dimostrandosi quel portento che suo padre aveva preannunciato.
Una complicazione che non era stata prevista, si manifestò nella tarda serata. Il batiscafo ricominciò a muoversi, quando il fiume si formò intorno a esso e cominciò ad aumentare. I bambini non furono in grado di valutare la velocità di spostamento, anche se erano in grado di vedere piante e altri frammenti di paesaggio passare loro accanto, nella luce dei fari; il movimento era davvero troppo irregolare. Anche se fossero stati in grado di formulare rapporti più esatti di «a volte va in fretta, altre pianissimo, altre ancora non si muove affatto», non avrebbero neppure potuto indicare il momento in cui era iniziato lo spostamento. La loro attenzione era stata risvegliata da uno scossone di violenza inusitata, e quando avevano guardato fuori il paesaggio era già diventato irriconoscibile. Il movimento avrebbe potuto essere iniziato un minuto prima, o mezz’ora prima, indifferentemente.