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«Temo di essere stato un po’ negligente, nell’istruirvi,» fece notare Raeker. «Anche se credo che la natura assai ambigua della maggior parte dei liquidi di questo pianeta possa giustificarmi per avere ignorato il principio di Archimede. Riprova, Nick, e stavolta prima di tutto metti nel secchio un paio di sassi.»

Come ci si poteva aspettare su Tenebra, non c’erano sassi nei dintorni; ma riempiendo il fondo del secchio con degli arbusti, Nick riuscì a obbedire all’ordine del Maestro. Questa volta il secchio galleggiò quasi perfettamente diritto, e bene al di sopra della superficie.

«Adesso vedi quanto carico puoi aggiungere prima che affondi,» disse Raeker. Nick obbedì, senza domandare il significato del nuovo verbo; era abbastanza chiaro dal contesto. Con grande meraviglia dell’allievo, fu possibile riempire di arbusti il secchio senza farlo affondare.

«Tu credi che sarebbe possibile costruire un oggetto basato sullo stesso principio, e capace di contenere diverse persone?» domandò Raeker.

Nick non ne era sicuro.

«Da quanto ho visto, direi di sì,» rispose, «ma non capisco come accada questo. Se lo sapessi, potrei rispondere con maggiore cognizione di causa. E a che cosa servirebbe una cosa del genere, una volta costruita?»

Raeker colse questa opportunità per fornire una rapida spiegazione del principio di Archimede, aggiungendo un riassunto del rapporto di Easy, facendo menzione della rapida apparizione di una vedetta di Veloce e concludendo col dire che probabilmente il batiscafo aveva raggiunto il mare. Nick fu in grado di comprendere da solo il resto della situazione, e, come era sua caratteristica, si lasciò trascinare dall’entusiasmo.

«Capisco!» esclamò. «La macchina si trova nell’oceano, dove nessuno può raggiungerla, così tu ci hai mostrato come possiamo viaggiare sull’oceano. Possiamo raggiungere la macchina servendoci del grande secchio che dobbiamo costruire, e trasportare la macchina dove Veloce non potrà raggiungerci. È un’ottima idea. Non appena gli altri saranno di ritorno, cominceremo a costruire il secchio… anzi, possiamo cominciare a raccogliere del cuoio subito…»

«Aspetta un momento, Nick. Attraversare gli oceani, anche se sono piccoli come quelli di Tenebra, non è una cosa che si possa fare con tanta facilità. Inoltre, c’è un altro punto da considerare. Cosa succederebbe, se ti trovassi su questa… bene, su questo secchio di notte?»

Nick rifletté per qualche istante.

«Non potremmo portare legna e torce?»

«Sì, ma questo non c’entra. Come si comporta l’oceano di notte?»

«Si solleva, ma dimmi, il secchio si solleverebbe con lui?»

«Temo di no. Salendo, l’oceano diminuisce enormemente in densità, e temo che verso sera esso si riverserebbe all’interno del secchio… facendolo affondare.»

«Sì,» ammise Nick, meditabondo. Tacque per qualche minuto. Poi riacquistò il primitivo entusiasmo. «Aspetta un momento. Il secchio affonda perché del liquido vi entra dentro, e così facendo non è più leggero del liquido esterno, non è vero?»

«Esatto.»

«E allora, che ne diresti se, invece di un secchio, impiegassimo una sacca d’aria, chiusa? Se è a tenuta stagna, il mare non potrà penetrarvi, per quanto possa sollevarsi.»

«Ma se il mare diventa denso quanto l’aria?»

«Per lo meno, quando al mattino l’acqua evaporerà dal mare, la sacca tornerà a galleggiare.»

«Questo è giusto, ma solo se la tua sacca è veramente a tenuta stagna. Non voglio che tu rischi la vita restando in mare di notte, anche se l’idea di impiegare delle sacche invece dei secchi è piuttosto buona. Sarebbe interessante costruire una nave fatta di molte sacche unite assieme, e in questo modo, anche se qualcuna non tiene, le altre basteranno per fare galleggiare la nave.»

«Questo non è difficile. Ma perché non possiamo restare in mare di notte? Se la pioggia comincia a cadere prima che noi abbiamo attraversato l’oceano?»

«Non dovrete attraversare l’oceano. Lavorerete in mare durante il giorno, e tornerete a riva di sera.»

«E Veloce?»

«Penserò io a lui. Non hai intenzione di mantenere il patto che gli abbiamo offerto?»

Nick ci pensò sopra un momento.

«Penso di sì, se accetterà. Ma se è stato davvero uno dei suoi uomini ad avvistare la macchina, ieri sera, può darsi che lui abbia deciso di proseguire le ricerche da solo.»

«Sono convinto tuttora che si sia trattato di un puro caso. Se scopriremo che tu hai ragione, invece, affronteremo il problema quando esso si presenterà. Easy è disposta ad affrontare Veloce, a quanto sembra. È vero, signorina?»

«Certo.»

«Ti piace Veloce?» domandò Nick, abbastanza sorpreso. «Non posso dimenticare che lui ha ucciso due dei miei amici.»

«Non l’ho mai visto,» spiegò Easy. «Ammetto che ha fatto molto male ad attaccare in quel modo il tuo villaggio, ma probabilmente, secondo lui, quello era l’unico modo per ottenere quanto voleva. Se sei in gamba, Nick, sono sicura che potresti fargli fare tutto quello che tu vuoi… facendogli pensare, invece, che sia tutta farina del suo sacco.»

«Non ho mai sentito niente di simile!» esclamò Nick.

«Bene, resta in ascolto, se Veloce ci trova di nuovo,» replicò la ragazza. «Vedrai che potrai imparare qualcosa.» Il suo tono esprimeva una fiducia enorme.

Rich fece segno a Raeker di interrompere per un istante il contatto con Tenebra, e fece un commento:

«Spero che quella ragazzina non si stia montando troppo la testa; va bene, ammetto che sta dicendo a Nick quello che io le ho predicato fin da quando ha avuto l’età della ragione; e spero soltanto che si dimostri all’altezza, se si verifica l’occasione. Quel Veloce non è umano, e neppure drommiano!»

Raeker si strinse nelle spalle.

«Spero che Easy non sia costretta a provare. Nel frattempo, preferisco averla piena di fiducia, invece che spaventata a morte.»

«Immagino che lei abbia ragione.» Rich guardò lo schermo, dove Easy aveva un’aria sempre più sicura. Raeker rimase ad ascoltare la predica della ragazza a Nick per un certo tempo, abbastanza divertito, ma finalmente le suggerì, con tatto, di fornire a Nick qualche indicazione sulla costruzione di una nave; Nick, a questo proposito, ne sapeva ancor meno che di diplomazia, e molto probabilmente aveva ancor più bisogno di informazioni. Easy fu contenta di cambiare argomento, purché la lasciassero continuare a parlare.

Dopo qualche tempo ‘Mina, che era rimasto fedelmente al suo posto di osservazione davanti agli oblò, la chiamò per comunicarle che gli sembrava di avere visto la superficie. Easy si interruppe e lasciò la cabina di pilotaggio, e dopo un attimo annunciò che il suo giovane amico aveva probabilmente visto giusto. Solo quando l’oblò superiore del batiscafo fu emerso nell’aria Raeker ricordò una cosa: aveva infatti perduto una magnifica occasione per investigare sulla misteriosa forma di vita sottomarina di cui aveva parlato Nick. Aminadorneldo non aveva accennato a creature viventi, durante il suo ultimo turno di guardia, ma Raeker non conosceva il giovane drommiano a sufficienza per sapere se ‘Mina sarebbe stato capace di segnalare qualcosa senza avere prima ricevuto delle precise istruzioni in merito. Non era certo quello il momento per fare delle domande; Easy stava fornendo le ultime notizie.