««Hai visto cosa hanno fatto i miei coltelli», mi disse. «Se la capra fosse stata viva, non l’avrebbero uccisa; ma non sarebbe stata certo felice. Lo stesso sarà fatto a te con l’inizio del prossimo giorno, finché non deciderai di guidare i miei cacciatori al tuo villaggio, dal tuo Maestro. Adesso l’oscurità è troppo vicina perché tu possa tentare di scappare; avrai tutta la notte per riflettere su quanto ti ho detto. Partiremo per il tuo villaggio domattina… in caso contrario, rimpiangerai di non averci guidati». Fece restare con me due dei suoi più grossi combattenti, finché non cominciò a cadere la pioggia. Malgrado il lungo periodo che avevo trascorso con loro, nessuno osava ancora uscire dalle caverne quando cadeva la pioggia, così mi lasciarono solo quando accesi i miei fuochi.
«Impiegai molto tempo prima di decidere il da farsi. Se mi avessero ucciso, vi avrebbero comunque scoperto, prima o poi, e voi non sareste stati avvertiti in tempo; se fossi andato con loro avrebbe potuto andare tutto bene, ma non mi erano piaciute certe cose che Veloce aveva detto. A quanto pareva, lui era convinto che le cose sarebbero andate meglio se, dopo la tua cattura, nessuno dei tuoi fosse rimasto al mondo. Questo avrebbe potuto significare che io sarei stato ucciso, in ogni modo, ma forse, se mi fossi comportato bene, sarei stato l’unico a non morire. Fu allora che pensai di viaggiare di notte; era un modo come un altro per morire, ma almeno sarei morto dormendo… ed esisteva una remota possibilità di farcela. Dopotutto, molti animali che non hanno caverne né fuochi e che si svegliano dopo i mangiatori di carne riescono pure a cavarsela!
«Allora ebbi un’altra idea; pensai che potevo portare il fuoco con me. Dopotutto, spesso noi portiamo un bastone con un’estremità accesa per brevi distanze, quando accendiamo i fuochi per la notte; e perché io non potevo portare una provvista di lunghi bastoni, e tenerne sempre acceso uno? Forse il fuoco non sarebbe stato abbastanza grande per proteggermi, ma valeva la pena tentare. Insomma, che avevo da perdere?
«Raccolsi il maggior numero di bastoni possibile, li ammucchiai, e aspettai che due dei miei tre fuochi venissero spenti dalla pioggia. Allora presi su i miei bastoni, accesi l’estremità di uno di essi con le fiamme del fuoco rimasto, e partii più in fretta che potevo.
«Non ho mai scoperto se quella gente resta sveglia nelle caverne oppure no… come ho detto, l’acqua non giunge fin lassù… ma ora suppongo proprio di no. In ogni modo, nessuno parve accorgersi della mia fuga.
«Vedete, viaggiare di notte è molto meno brutto di quanto abbiamo sempre pensato. Non è troppo difficile evitare la caduta delle gocce, se c’è luce sufficiente per vederle avvicinare, e si può trasportare il legno sufficiente a fornire luce per un lungo periodo. Devo avere percorso più di venti miglia, e sarei andato più oltre se non avessi commesso uno stupidissimo errore. Non avevo pensato a rifornire la mia provvista di legna, finché non mi trovai in mano l’ultimo bastone acceso, e in quel momento non trovai nulla di utile ai miei bisogni nelle vicinanze. Non conoscevo affatto quella zona; mi ero diretto verso occidente, invece che a nord, per ingannare quelli del popolo delle caverne che avessero potuto vedere la mia fuga. Come risultato, mi trovai immerso in una goccia d’acqua un minuto dopo che l’ultimo tizzone si era spento; e quando mi colpì era troppo tardi perché la sostanza fosse irrespirabile. Però ero restato sul terreno più in alto, fino a quel momento, e così mi svegliai al mattino prima che qualcosa avesse potuto mangiarmi per colazione.»
Nick fece una pausa, e come gli altri che lo ascoltavano… eccettuato Fagin… si mise in una posizione più comoda, sulle sue gambe da riposo, mentre il terreno tremava sotto di lui.
«Feci una lunga curva verso occidente, poi verso nord, e di nuovo verso est, prima di dirigermi qui. Mi aspettavo di essere preso da un momento all’altro; quella gente è meravigliosamente abile nella caccia e nel seguire le tracce. Ogni notte ho viaggiato per diverse ore dopo l’oscurità, ma dopo la prima esperienza, mi sono sempre fermato a rifornirmi di legna e a costruire dei fuochi permanenti nei punti scelti per accamparmi. Non sono stato più sorpreso dalla pioggia, e gli altri non mi hanno mai raggiunto. Riusciranno a trovare questo villaggio ugualmente, prima o poi, e credo che faremmo meglio a partire al più presto.»
Quando Nick ebbe terminato il suo rapporto, ci fu un lungo momento di silenzio; poi gli abitanti del villaggio cominciarono a parlare, ciascuno esponendo la sua idea senza prestare molta attenzione a quelle del vicino. Avevano raccolto un buon numero di caratteristiche umane. Il cicaleccio proseguì per qualche minuto, con il solo Nick che aspettava in silenzio i commenti di Fagin.
Alla fine la macchina parlò.
«Hai certamente ragione quando dici che gli abitatori delle caverne troveranno il nostro villaggio; direi anzi che probabilmente essi già sanno dove si trova. Sarebbero stati degli idioti, se ti avessero raggiunto e catturato, quando sapevano che molto verosimilmente tu saresti tornato a casa. Non mi pare che ci sia nulla da guadagnare, comunque, ad andarcene; potrebbero seguirci dovunque. Adesso che essi sono al corrente della nostra esistenza, dobbiamo attenderci di incontrarli entro breve tempo.
«Non voglio che voi li combattiate. Voglio molto bene a voi tutti, e ho trascorso molto tempo a istruirvi, e preferirei di non vedervi massacrati. Voi non avete mai combattuto… questa è una cosa che io non posso insegnarvi… e contro quella tribù non avreste la minima speranza di successo.
«Perciò, Nick, io voglio che tu e un altro andiate loro incontro. Verranno lungo la tua pista, così non sarà difficile incontrarli. Quando vedrai Veloce, digli che saremo felici di trasferirci nel suo villaggio, o di far trasferire loro nel nostro, e che io insegnerò a lui e al suo popolo tutto ciò che desidera. Se gli spiegherai bene che io non conosco la sua lingua e che avrò bisogno di voi per parlargli, probabilmente egli sarà tanto intelligente da non farvi alcun male.»
«Quando dobbiamo andare? Subito?»
«Sarebbe la cosa migliore, ma tu hai fatto un lungo viaggio e hai bisogno di un po’ di riposo. Comunque, una buona parte del giorno è trascorsa, e probabilmente non perderemo molto concedendoti una notte intera di riposo. Partirai domani mattina.»
«Va bene, Maestro.» Nick non lasciò trasparire il suo disagio, all’idea di incontrare di nuovo Veloce. Aveva avuto modo di conoscere il selvaggio nelle settimane trascorse con lui; e Fagin non lo aveva mai visto. Eppure, il Maestro sapeva molte cose; aveva insegnato a Nick praticamente tutto quello che egli conosceva, e per una vita intera… almeno, per l’intera vita di Nick… il Maestro era stato l’unica autorità del villaggio. Molto verosimilmente tutto sarebbe andato secondo le previsioni di Fagin.
E forse sarebbe stato così, se gli uomini che manovravano la macchina non avessero grossolanamente sottovalutato l’abilità di cacciatori di piste degli abitatori delle caverne. Nick non aveva avuto neppure il tempo di addormentarsi accanto al suo fuoco, dopo averlo acceso all’inizio della pioggia, che un grido di sorpresa, pronunciato dalla voce di Nancy, risuonò da un punto che si trovava a quattro fuochi di distanza, alla sua sinistra; e un attimo dopo egli vide Veloce in persona, affiancato da un gruppo dei suoi combattenti più grossi, e gli intrusi scomparvero dietro la collina, da entrambi i lati, risalendo silenziosamente il pendio e dirigendosi verso di lui.
2. ESPLICAZIONE; CONCATENAZIONE; RECRIMINAZIONE
«Che si fa, adesso?»
Raeker ignorò la domanda; per quanto conoscesse l’importanza del suo interlocutore, non aveva certo il tempo per conversare. Doveva agire. Gli schermi televisivi di Fagin occupavano l’intera parete e ognuno mostrava le forme degli esseri conici che stavano attaccando il villaggio. C’era un microfono davanti al suo viso, con l’interruttore abbassato in una posizione atta a impedire che dei frammenti casuali di conversazione, nella sala, venissero ritrasmessi ai compagni della macchina; le sue dita sfioravano l’interruttore, ma senza toccarlo. Non sapeva davvero cosa dire.