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Durante la seconda estate fummo spesso attaccati dai Musky che invariabilmente (com’è logico) venivano dal nord. Subimmo perdite rilevanti. Per esempio Samuel Pegorski, il giovane laureando in ingegneria idraulica che insieme alla Phinney aveva progettato e perfezionato i nostri sistemi fognari e i nostri impianti igienici, fu ucciso prima di poter sentire scorrere l’acqua della prima toeletta di Northtown.

Ma con l’arrivo di Phillip Collaci, ex marine ed ex capo della polizia d’una cittadina della Pennsylvania, i nostri problemi della sicurezza sparirono. Collaci, un combattente d’efficienza quasi sovrumana, incominciò a reclutare, addestrare e organizzare la Guardia, che includeva abbastanza uomini armati per sorvegliare continuamente il perimetro nord di Fresh Start. All’inizio, le Guardie non facevano altro che dare l’allarme se sentivano l’odore dei Musky arrivare attraverso il lago, e allora tutti si precipitavano nel rifugio più vicino e cercavano di chiudere la mente agli esseri semitelepatici.

Ma Collaci non era soddisfatto. Voleva un’arma offensiva, o almeno una difesa migliore della fuga. Me lo disse molte volte, e alla fine io accantonai gli impegni amministrativi per mettermi al lavoro sul problema da un punto di vista biochimico.

Pensavo che l’estremo calore dovesse funzionare, ma il problema consisteva nell’ideare un sistema. I primi esperimenti con un lanciafiamme recuperato furono insoddisfacenti… il cono di fuoco tendeva a scostare i Musky anziché consumarli. Collaci suggerì di creare una fila di bruciatori ad alcol lungo il perimetro nord, pronti a proteggere Fresh Start con un muro di fiamme: l’idea è stata successivamente messa in pratica, ma a quel tempo non avevamo abbastanza granturco e segala per produrre l’alcol necessario. Finalmente, settimane di ricerca portarono allo sviluppo dei proiettili termici… munizioni che potevano venire sparate con qualunque arma di grosso calibro, dopo la sostituzione della canna: il proiettile si accendeva uscendo dalla canna modificata e generava un calore enorme mentre volava, trapassando tutti i Musky che incontrava e distruggendoli immediatamente. Il miscuglio di magnesio e di perclorato di potassio usato inizialmente ha lasciato posto in seguito a un miscuglio a combustione più lenta, formato da polvere d’alluminio e da permanganato di potassio, che probabilmente resterà in uso fino a quando sarà stato ucciso anche l’ultimo Musky (i piani a lungo termine per l’artiglieria a lunga gittata dovranno attendere finché avremo trovato una fonte abbondante e facilmente sfruttabile di cerio, zirconio o torio, il che è improbabile per il prossimo futuro). La portata effettiva di un proiettile termico è più o meno quella dell’olfatto di un uomo in una giornata senza vento… quanto basta per un combattimento personale. Quello fu il progresso più importante, dopo l’Esodo, non soltanto per l’umanità ma anche per la giovane comunità di Fresh Start.

La causa del nostro unico, grave errore di giudizio era stato il clima dell’opinione sociale in cui ci aspettavamo di trovarci. Ho già detto che temevamo che la gente saccheggiasse le città, anziché acquistare da noi, nonostante i terribili pericoli rappresentati dai Musky che infestavano i cieli urbani.

Ma non andò così.

Quasi tutta la gente preferiva fare a meno di quasi tutto.

Al sicuro nel nostro rifugio, avevamo giudicato erroneamente lo zeitgeist, la mentalità dell’uomo comune. Fu Collaci, appena arrivato tra noi dopo un anno passato a vagare avanti e indietro lungo la desolata costa orientale, a mostrarci il nostro errore. Ci fece capire che Lot era probabilmente più desideroso di tornare a Gomorra di quanto l’umano normale lo fosse di ritornare alle sue città e ai suoi sobborghi. Le città erano state le scene del più grande trauma della nostra razza dopo il Diluvio, i luoghi dove familiari e amici erano morti orribilmente e dove i cieli brulicavano di Musky. L’Esodo e le successive settimane d’orrore erano visti universalmente come il Maglio di Dio che cadeva inesorabile sullo stesso concetto di città, e gli urbanizzati irriducibili che avrebbero eventualmente potuto contestare erano quasi tutti morti. Il movimento del ritorno alla natura, già in pieno slancio quando Carlson aveva lasciato cadere la boccetta, assunse la statura e il fervore di una religione dionisiaca.

Per fortuna, Collaci ci fece capire in tempo che avremmo inevitabilmente condiviso la superstizione e l’odio tributati alle città, e che saremmo stati associati, agli occhi di tutti, al fetido colosso d’acciaio e di vetro che aveva vomitato definitivamente gli uomini. Ci fece capire l’enormità del sospetto e dell’intolleranza che avremmo incontrato… non saremmo stati ignorati per la nostra ridondanza, ma odiati perché ripugnanti.

Su consiglio di Collaci, Krishnamurti si assicurò l’aiuto di alcuni degli agricoltori più solidi nelle regioni confinanti a est, nord-est e nordovest. Negoziò accordi mediante i quali gli agricoltori che ci fornivano i viveri ottenevano accesso preferenziale alle munizioni per uccidere i Musky, alla manutenzione dell’equipaggiamento e un giorno anche all’energia. Io non sarei mai stato capace di far accettare l’idea: anche se ho sempre compreso bene le pubbliche relazioni da un punto di vista teorico, non ho mai avuto molto successo nella diplomazia interpersonale… almeno con i non-tecnici. L’austero Krishnamurti poteva sembrare una scelta ancora più inadeguata… ma la sua praticità convinceva molti agricoltori scettici quando il bel garbo non sarebbe servito a nulla.

I negoziati di Krishnamurti non soltanto ci assicurarono una fornitura continuativa di viveri e di legname lavorato: ebbero il prezioso effetto secondario di procurarci alleati psicologici, non-Techno che erano economicamente ed emotivamente legati a noi.

Il lavoro progredì rapidamente quando i nostri sforzi di reclutamento incominciarono a dar frutti, e nel quinto anno divenne visibile la Fresh Start di oggi, almeno in forma d’abbozzo. Avevamo aperto strade interne per integrare quelle anulari nord e sud lasciate due decenni prima dai boscaioli; erano sorti tre dormitori e un terzo era in fase di costruzione; il nostro «Emporio» era diventato un’azienda commerciale in espansione; una fila di mulini a vento stava sorgendo lungo la cresta centrale del Naso; la fogna-convertitore di metano era quasi completata; erano in fase di preparazione i piani per costruire un ospedale e scavare una galleria attraverso il Naso per collegare Northtown e Southtown; l’«officina», il deposito dove stavano gli utensili e l’equipaggiamento insostituibili, era quasi piena; e Southtown era più maleodorante che mai, con una grossa distilleria di carburante, un laboratorio chimico, una fonderia primitiva, una vetreria, una fabbrica di fiammiferi e tessiture che sorgevano vicine alle fabbriche di proiettili termici e di tamponi nasali.

Nonostante questi segni esteriori di prosperità, la nostra esistenza era precaria: c’erano molti che avrebbero voluto bruciare il nostro centro, almeno tra gli umani superstiti che continuavano ad essere nomadi senza terra. Per combattere queste tendenze pubblicavamo e distribuivamo un giornaletto ciclostilato, Got News, e tenevamo in funzione la stazione radio WFS (l’unica al mondo, allora e adesso). Inoltre, Krishnamurti ed io facevamo interminabili viaggi nei dintorni per migliorare le pubbliche relazioni, allo scopo di spiegare la nostra esistenza e le nostre finalità a gruppi e individui.