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— Ti comunico ufficialmente che l’incendio di ieri nell’hangar è stato appiccato da Tod Barrow. Deliberatamente. Ha appena ammesso di averlo fatto. — Surgenor continuò, descrivendo gli eventi soggettivi il più oggettivamente possibile.

— Capisco — disse Aesop, quando ebbe finito. — Credi che ci saranno altri attriti fra Barrow e Hilliard?

— Ecco… — Surgenor considerò la possibilità di aggiungere qualche altro argomento per indurre il calcolatore a porre fine alla missione, ma questi tentativi non avevano mai funzionato con Aesop. — Non credo che ci saranno altri guai. Mi sembra che si siano scaricati completamente.

— Grazie, David. — Vi fu un attimo di pausa, poi Aesop disse:

— Sarai felice di sapere che ho deciso di terminare la missione. Ciò significa che potrai tornare sulla Terra prima del venticinque dicembre, come desideravi.

— Come?

— Sarai felice di sapere che ho…

— Non occorre che tu ripeta; ho capito. — Surgenor si mise a sedere sul letto, quasi timoroso di credere a quello che aveva sentito. — Che cosa ti ha fatto cambiare idea?

— Le circostanze sono cambiate.

— In che modo?

Vi fu un’altra pausa. — Barrow è più imprevedibile di quanto tu creda, Dave.

— Va’ avanti.

— Ha manomesso i miei banchi mnemonici e logici. A mio giudizio è necessario che io torni al più vicino Quartier Generale Regionale, in modo che vengano al più presto eseguite alcune riparazioni al di là delle mie possibilità.

— Aesop, non ti capisco. — Surgenor guardò l’altoparlante sulla parete. — Che cosa ha fatto Barrow esattamente?

— Ha immesso una copia del nastro di Hilliard nel mio ingresso-dati.

Per Surgenor, quelle parole erano quasi un’oscenità. — Ma… non credevo che una cosa del genere fosse possibile.

— È possibile, per chi possiede le conoscenze necessarie. In futuro il Servizio Cartografico stabilirà dei limiti alla qualificazione che possono avere in certi campi i membri dell’equipaggio. Inoltre, sospenderanno probabilmente l’uso sperimentale dei Viaggi Trance.

— È incredibile — disse Surgenor, cercando di rendersi conto di tutte le implicazioni di quello che gli era stato detto. — Ma il nastro era compatibile col tuo linguaggio interno?

— In buona misura. Sono molto versatile, cosa che in una situazione come questa mi rende più vulnerabile. Per esempio, ho deciso di porre fine alla missione… ma non sono del tutto sicuro che la mia decisione sia basata sulla pura logica.

— A me sembra perfettamente logica. Un individuo pericoloso come Barrow ha bisogno di trattamento al più presto.

— Questo è vero, ma il fatto che io sia al corrente del pericolo riduce in maniera notevole la sua possibilità di fare danni. Forse ora sono in grado di comprendere il tuo desiderio di tornare a casa, e ne sono influenzato in maniera illogica.

— Questo è molto improbabile, Aesop. Credimi, è un argomento su cui sono molto meglio informato di te. — Surgenor si alzò e si avviò verso la porta. — Ti spiace se do la notizia agli uomini prima che tu faccia l’annuncio ufficiale?

— Non ho nessuna obiezione; basta che tu non accenni alle vere ragioni della decisione.

— Non lo farò. — Stava aprendo la porta quando Aesop parlò ancora. — David, prima che tu vada… — La voce senza corpo era stranamente esitante. — … i dati sul nastro di Hilliard… sono una riproduzione accurata del rapporto uomo-donna?

— È piuttosto idealizzato disse Surgenor lentamente ma può anche essere così.

— Capisco. Credi che Julie esista realmente, da qualche parte?

— No. Solo sul nastro.

— David, per me “tutto” esiste solo su nastro.

— Non posso aiutarti, Aesop. — Surgenor guardò le paratie metalliche, dietro ognuna delle quali correvano le miriadi di fili di rame che costituivano il sistema nervoso di Aesop, e provò una curiosa emozione. Pietà mescolata a disgusto. Cercò di pensare a qualcosa di appropriato e significativo da dire, ma le parole che gli vennero in mente furono banali e profondamente assurde.

— È meglio che tu cerchi di dimenticarla.

— Grazie per il consiglio — disse Aesop — ma ho una memoria perfetta. «È una sfortuna» pensò Surgenor chiudendo la porta alle sue spalle, e affrettandosi verso la sala mensa con la buona notizia.

Com’è abitudine degli esseri umani, il ricordo di Julie Cornwallis stava già svanendo dalla sua mente, per essere sostituito dal pensiero dei brevi, preziosi pomeriggi invernali sulla Terra, delle partite di calcio, dei negozi di sigari, delle donne sedute per la cena, del calore profondo nelle famiglie riunite per Natale.

5

Mike Targett guardò con aria tetra lo schermo anteriore del Modulo Cinque. Il veicolo stava viaggiando a un metro di altezza e alla velocità massima di crociera, attraverso un deserto piatto e bruno. A parte la scia di polvere visibile attraverso lo schermo posteriore, non c’erano altri segni di movimento sulla sconfinata superficie di Morta VII. E nessun segno di vita.

— Otto mondi morti uno dietro l’altro — disse seccato. — Perché non si trova mai qualche segno di vita?

— Perché lavoriamo per il Servizio Cartografico — rispose Surgenor, cercando una posizione più comoda sul sedile. — Se questo fosse un mondo abitato, non ci avrebbero permesso di percorrerlo su e giù a nostro piacimento.

— Questo lo so, ma mi piacerebbe pensare che abbiamo la possibilità di incontrare qualcuno. Chiunque sia.

— Allora ti suggerirei — disse tranquillamente Surgenor — di arruolarti nel Servizio Diplomatico. — Chiuse gli occhi, con l’aria di chi intenda godersi il sonnellino del dopo pranzo.

— Che qualifiche si richiedono? Io conosco solo la cartografia e un po’ di astronomia.

— Quella più importante ce l’hai: la capacità di parlare a lungo senza dire molto.

— Grazie. — Targett gettò un’occhiata risentita verso Surgenor. Provava un rispetto crescente per l’uomo più anziano e per la sua lunga esperienza nel Servizio, ma nello stesso tempo non era sicuro di voler fare la sua carriera. Ci voleva un tipo particolare di personalità per sopportare una successione senza fine di viaggi attraverso deserti alieni, e Targett era quasi certo di non averla. Il pensiero di invecchiare nel Servizio lo riempiva di una fredda costernazione, che rafforzava la sua decisione di fare un po’ di soldi in fretta e di tagliare la corda, finché era ancora abbastanza giovane per goderseli. Aveva anche deciso dove farlo.

Alla prossima licenza sarebbe andato sulla Terra, a vedere una delle leggendarie corse di cavalli. Un giocatore non aveva nessuna difficoltà a trovare occasioni per scommettere su qualsiasi pianeta abitato della Confederazione, ma le corse di cavalli erano un’altra cosa, era trovarsi di persona sugli storici terreni di Santa Anita o di Ascott.

— Dave — chiese con interesse — tu eri già nel Servizio ai vecchi tempi, quando permettevano ai moduli di uscire dalla rotta di ricerca negli ultimi cinquecento chilometri, per vedere chi arrivava primo alla nave?

Surgenor sbatté le palpebre. — I vecchi tempi? Era solo un paio di anni fa.

— Sono sempre vecchi tempi, in queste faccende.

— Sì, avevamo l’abitudine di fare a gara a chi arrivava prima alla nave, ma una volta ci fu un incidente, e fu introdotta una norma specifica nel regolamento per vietarlo.

— Surgenor rispose cortesemente, ma era evidente che desiderava riprendere il suo tentativo di addormentarsi.

— C’erano delle vincite in denaro? — insistette Targett.

— E come?

— Scommettendo sul vincitore.

— Non avrebbe funzionato. — Surgenor fece un enorme sbadiglio, per far capire che non aveva voglia di parlare. — Ogni modulo aveva esattamente le stesse probabilità: una su sei.