Выбрать главу

— A farci una bevuta — disse Surgenor. — Ne abbiamo già visti un sacco di questi balzi stellari.

— Non cercare di darmela a bere, Dave… non hai mai visto niente di simile, prima. — Un mormorio preoccupato seguì le parole di Narvik, e in cuor suo Surgenor si augurò che il ragazzo tornasse a sedersi e tenesse la bocca chiusa.

— Che cosa credi di aver visto?

— Ho visto tre o quattro balzi, uno dietro l’altro. Prima ci sono state galassie, solo galassie, e adesso questa roba. — Narvik indicò con un gesto le stelle che li circondavano. — Questo non è il gruppo dei Cinque Soli.

— Tanto perché tu lo sappia, Billy — disse Surgenor, calmo — tu non hai visto nessuna galassia, e adesso non stai vedendo nessuna stella. È solo una proiezione fatta da Aesop a nostro beneficio. Niente di quello che si vede in questa sala corrisponde necessariamente a quello che c’è fuori dalla nave. — Ma di solito è così, no?

— Di solito. — Surgenor fece una pausa, cercando un’ispirazione. — Ma se il nuovo impianto di astronavigazione ha qualche difetto, può darsi che stiamo guardando una parte della memoria di Aesop.

Narvik fece una smorfia di derisione. — Anche un cieco si accorgerebbe che racconti balle, Dave. Aesop non ha nessuna memoria dello spazio intergalattico.

— Come facciamo a saperlo? Tutti i computer di astronavi fanno il punto in base alla ventina di galassie che formano il Gruppo Locale, e Aesop può simulare il loro…

— Stai cercando ancora di darcela a bere! Per chi mi hai preso? — Narvik si lanciò verso Surgenor, con gli occhi sbarrati. — Credi che sia scemo? — Sig Carlen e Al Gillespie lo afferrarono per le braccia, e il ragazzo cominciò a lottare. Gli altri osservarono la scena a disagio.

— Calmatevi, tutti quanti — ordinò Surgenor alzando la voce. -Anche se ci fosse stato qualche inconveniente nei sistemi di navigazione spaziale o beta — spaziale, Aesop ce lo comunicherebbe, e…

— Qui il controllo della Sarafand. Comunicato a tutti i membri dell’equipaggio. — Era la voce omnidirezionale di Aesop. — A causa di un grave guasto nel complesso di astronavigazione e di localizzazione, la Missione numero 837/LM/4002a è stata cancellata.

— Ci siamo persi! — gridò qualcuno. — Billy aveva ragione… ci siamo persi!

— Non fate i bambini! — gridò Surgenor per farsi sentire nel baccano generale. — Le astronavi non si perdono. Ascoltatemi tutti. Voglio che restiate calmi, mentre cerchiamo di chiarire questa faccenda con Aesop. Ora gli parlerò, e lo farò proprio qui, in modo che tutti possano sapere esattamente cosa sta succedendo. Va bene?

Nella sala tornò gradualmente il silenzio. Surgenor, che cominciava a sentirsi a disagio, guardò verso il soffitto, in direzione dei centri di controllo della nave, poi si rese conto con un senso di imbarazzo che aveva assunto l’atteggiamento di un uomo che si rivolga al suo dio. Abbassò lo sguardo, e tenendolo risolutamente rivolto davanti a sé, cominciò il suo dialogo con l’intelligenza artificiale dal cui funzionamento dipendevano le vite di tutti loro.

— Ascolta queste parole — disse lentamente. — Aesop, abbiamo visto che il passaggio nello spazio-beta non è stato attuato in maniera normale, e nelle nostre menti c’è una certa confusione su cosa è realmente accaduto. Tanto per cominciare, a beneficio dei nuovi membri dell’equipaggio, vorrei che ci dicessi se c’è qualche possibilità che la Sarafand si sia persa.

— Se con la parola “persa” vuoi indicare una condizione di non-conoscenza della nostra posizione in relazione al sistema standard di coordinate galattiche, allora posso assicurarti che la Sarafand non si è persa — rispose Aesop prontamente.

Surgenor si sentì sollevato e insieme soddisfatto; ma durò solo un attimo. La risposta di Aesop era stata pedante in una maniera insolita. Sforzandosi di mantenere la calma, disse: — Aesop, c’è forse un altro senso in cui la parola “persa” si potrebbe applicare alla nostra situazione?

Vi fu una breve ma inequivocabile esitazione prima della risposta. — Se con questo termine si vuoi indicare una condizione di non-recupero, o di non-ritorno… allora mi spiace dire che, a tutti gli effetti pratici, la Sarafand è persa.

— Non capisco — disse Surgenor con voce incerta, dopo un silenzio carico di tensione. — Cosa vorresti dire?

— Il guasto al complesso di astronavigazione e di localizzazione, a cui ho fatto cenno precedentemente, ha prodotto un’emersione nello spazio normale in un punto estremamente lontano dalla nostra destinazione. — Aesop parlò in tono staccato, come se stesse annunciando un cambiamento nel menu settimanale.

— Non ci troviamo vicino al centro della galassia indicata col numero N. 5893-278(S) del Catalogo Standard. La distanza media dal Gruppo Locale, che naturalmente comprende anche il sistema della Via Lattea e la Terra, è di circa trenta milioni di anni-luce. Ciò significa che non siamo in grado di tornare sulla Terra.

15

La riunione si tenne nella sala mensa, attorno al tavolo ingombro di bicchieri, tazze e portacenere.

Surgenor aveva notato due tipi fondamentali di reazioni all’annuncio di Aesop: alcuni erano diventati insolitamente loquaci e attivi; altri si erano ritirati in se stessi: rimanevano silenziosi, mostravano un interesse meditabondo per le proprie unghie o qualche oggetto personale, come un accendino. Christine Holmes apparteneva a quest’ultimo gruppo, e aveva un’aria tetra e tragica. Billy Narvik, che aveva accettato un tranquillante, sorrideva accarezzandosi la barba, intontito. Gli altri nuovi membri, due ragazzi pallidi e riservati che si chiamavano John Rizno e Wilbur Desanto, si guardavano intorno con aria accusatrice, come se cercassero un responsabile per la loro sfortuna.

Surgenor, a cui era stato affidato tacitamente il ruolo di presidente, batté sul tavolo col bicchiere di whisky vuoto. — Mi pare — disse lentamente, cercando le parole — che dovremmo essere almeno sicuri di parlare tutti la stessa lingua. C’è qualcuno che crede che Aesop possa essersi sbagliato? C’è qualcuno che crede che ci sia un modo per tornare a casa?

Molti uomini si mossero a disagio.

— Aesop non è infallibile — disse Burt Schilling, guardando quelli vicino a lui. — Il fatto che siamo qui, lo prova. Surgenor annuì. — Giusta osservazione.

— Io metterei la cosa in termini ancora più chiari — intervenne Theo Mossbake. — Mi pare che il nostro cosiddetto Capitano Aesop possa essere un perfetto imbecille, e non credo che dobbiamo credere a tutto quello che dice come se fosse il verbo di Dio o qualcosa del genere. — Alzò la voce. — Una delle sue nuove unità mnemoniche era difettosa, e così ha fatto un balzo nello spazio sconosciuto, fuori della galassia. E va bene. Ma perché diavolo non si è fermato? Perché non si è guardato intorno, ha individuato la nostra galassia e ha fatto un balzo indietro?

— È proprio quello che ha cercato di fare — disse Al Gillespie con irritazione. — Aesop ci ha già spiegato che il flusso gravitonico era troppo forte.

Come una forte corrente che porta al largo. A quanto ha detto, avremmo potuto benissimo andare molto più lontano di… trenta milioni di anni-luce, o quello che è.

— Almeno possiamo ancora vedere il Gruppo Locale — disse Surgenor senza pensare, e immediatamente si pentì di aver parlato.

— Questa sì che è una consolazione — disse Schilling. — Quando cominceremo ad avere fame potremo fare i turni al telescopio per guardare il Gruppo Locale. E salutare gli amici.

— Questa è un’assemblea — disse Surgenor. — Il sarcasmo e l’autocommiserazione tienteli per la tua stanza, va bene?

— No, non va bene. — Schilling guardò risentito Surgenor, con una vena che gli pulsava sul collo. — Si può sapere chi credi di essere? — Fece per alzarsi in piedi, e Surgenor provò con vergogna un senso di gioia, al pensiero di poter scaricare la propria tensione col semplice espediente di prendere a pugni un altro essere umano.