Atuan era proprio lì, Ajah Nera senza dubbio, che camminava per la Torre a proprio piacimento, libera e non vincolata dai Tre Giuramenti. E finché Doesine non fosse riuscita a organizzare un suo interrogatorio in segreto – una faccenda complessa perfino per un’Adunante dell’Ajah di Atuan, dato che doveva essere segreto per chiunque – fino ad allora tutto ciò che potevano fare era sorvegliarla. Un controllo a distanza, cautamente circospetto. Era come vivere con una vipera rossa, senza mai sapere quando ti saresti trovato a guardarla negli occhi, non sapendo quando avrebbe potuto mordere. Come vivere in un covo di vipere rosse, ed essere in grado di vederne una sola.
All’improvviso Yukiri si rese conto che l’ampio corridoio curvo più avanti era vuoto fin dove poteva vedere, e un’occhiata alle sue spalle rivelò soltanto Leonin dietro di loro. La Torre sarebbe potuta essere vuota, se non fosse stato per loro tre. Nulla in vista si muoveva eccetto le fiamme guizzanti delle lampade sui sostegni. Silenzio.
Meidani ebbe un piccolo sussulto. «Perdonami, Adunante. Vederla così all’improvviso mi ha colto alla sprovvista. Dov’ero rimasta? Oh, sì. A quel che so, Celestin e Annharid stanno cercando di trovare le sue care amiche nella Gialla.» Celestin e Annharid erano le compagne di cospirazione di Meidani, entrambe Gialle. Ce n’erano due di ogni Ajah – tranne la Rossa e l’Azzurra, ovviamente – il che si era rivelato molto utile. «Temo che non sarà di grande aiuto. Ha una vasta cerchia di amiche, o almeno l’aveva prima che si creasse la... situazione attuale fra le Ajah.» Una punta di soddisfazione traspariva dalla sua voce, per quanto il suo volto fosse inespressivo; era ancora una ribelle, nonostante il giuramento aggiuntivo. «Indagare su tutte loro sarà difficile, se non impossibile.»
«Dimenticala, per il momento.» Yukiri dovette fare uno sforzo per non allungare il collo e tentare di guardare in tutte le direzioni allo stesso tempo. Un arazzo lavorato con grandi fiori bianchi si increspò lievemente e lei esitò finché non fu certa che si era trattato di uno spiffero e non di un altro domestico che usciva da una rampa di servizio. Non riusciva mai a ricordare la loro posizione. Il nuovo argomento era tanto pericoloso quanto discutere di Atuan, in un certo senso. «La scorsa notte mi sono ricordata che fosti una novizia assieme a Elaida e che eravate ottime amiche. Sarebbe una buona idea che tu rinnovassi quell’amicizia.»
«È stato molti anni fa» replicò con distacco la donna più alta, sollevandosi lo scialle sopra le spalle e avvolgendoselo attorno come se all’improvviso sentisse freddo. «Elaida la troncò in modo appropriato quando fu elevata al rango di Ammessa. Avrebbe potuto essere accusata di favoritismo se io fossi stata in una classe a cui l’avessero assegnata come insegnante.»
«Buon per te che tu non sia stata una sua preferita» disse Yukiri in tono secco. L’attuale ferocia di Elaida aveva i suoi precedenti. Prima che si recasse ad Andor anni addietro, aveva spinto così tanto le sue preferite che più di una volta le Sorelle erano dovute intervenire. Siuan Sanche era stata una di loro, strano a dirsi, anche se Siuan non aveva mai avuto bisogno di essere aiutata a raggiungere livelli che non aveva conseguito. Strano e triste.
«Nondimeno, tu farai tutto ciò che è in tuo potere per rinnovare quell’amicizia.»
Meidani misurò due dozzine di passi lungo il corridoio aprendo e chiudendo la bocca, aggiustandosi e riaggiustandosi lo scialle, contraendo le spalle come se stesse cercando di scrollarsi di dosso un tafano, guardando ovunque tranne verso Yukiri. Come poteva essere mai stata una Grigia, con così poco autocontrollo? «Ho tentato» disse infine, in tono affannato. Evitava ancora gli occhi di Yukiri. «Diverse volte. La Custode degli... Alviarin mi ha sempre respinto. L’Amyrlin era occupata, aveva degli appuntamenti, aveva bisogno di riposo. C’era sempre qualche scusa. Penso che Elaida non voglia semplicemente rinnovare un’amicizia che ha abbandonato più di trent’anni fa.»
Dunque anche le ribelli si erano ricordate di quell’amicizia. Come avevano pensato di utilizzarla? Per spiarla, molto probabilmente. Avrebbe dovuto scoprire come contavano che Meidani trasmettesse ciò che apprendeva. In ogni caso, le ribelli avevano fornito lo strumento e Yukiri l’avrebbe usato. «Alviarin non è più un problema. Ha lasciato la Torre ieri, o forse il giorno prima. Nessuno lo sa con certezza. Ma le inservienti dicono che ha preso con sé dei vestiti di ricambio, perciò è improbabile che torni per alcuni giorni come minimo.»
«Dove potrebbe essere andata con questo tempo?» si accigliò Meidani. «Nevica da ieri mattina, e prima minacciava.»
Yukiri si fermò e fece voltare la faccia dell’altra donna verso di lei con entrambe le mani. «L’unica cosa di cui devi preoccuparti, Meidani, è che se ne sia andata» disse con fermezza. In tutto questo, dov’era andata Alviarin? «La strada per Elaida è sgombra, e tu ne approfitterai. E controllerai attentamente per vedere se qualcuno legge le carte di Elaida. Assicurati soltanto che nessuno ti scopra.»
Talene aveva detto che l’Ajah Nera sapeva tutto ciò che usciva dallo Studio dell’Amyrlin prima che venisse annunciato, e c’era bisogno di qualcuno vicino a Elaida se volevano scoprire come faceva. Naturalmente, Alviarin vedeva ogni cosa prima che Elaida la firmasse, e la donna aveva assunto più autorità di ogni Custode degli Annali che si ricordasse, ma non era certo una ragione per accusarla di essere un Amico delle Tenebre. Non era neanche una ragione per non farlo. Stavano investigando anche sul suo passato. «Controlla anche Alviarin, più che puoi, ma le carte di Elaida sono la cosa importante.»
Meidani sospirò e annuì riluttante. Poteva dover obbedire, ma conosceva l’ulteriore pericolo in cui si sarebbe trovata nel caso in cui Alviarin fosse stata davvero un Amico delle Tenebre. Tuttavia Elaida stessa poteva essere Nera, per quanto Saerin e Pevara insistessero sul contrario. Un Amico delle Tenebre come Amyrlin Seat. Un pensiero del genere faceva balzare il cuore in gola.
«Yukiri!» chiamò una voce di donna dal fondo del corridoio. Un’Adunante nel Consiglio della Torre non sobbalzava come una capra spaventata all’udire il proprio nome, ma Yukiri lo fece. Se non si fosse sorretta a Meidani, sarebbe potuta cadere, e in questo modo le due barcollarono come contadini ubriachi a una festa del raccolto.
Riprendendosi, Yukiri si raddrizzò lo scialle con uno strattone e irrigidì il proprio volto in un cipiglio che non scemò quando vide chi si stava affrettando verso di loro. Seaine era tenuta a rimanere presso i suoi alloggi, con quante più Sorelle Bianche possibile, quando non era con Yukiri o una delle altre Adunanti che sapevano di Talene e dell’Ajah Nera, ma eccola qui che procedeva rapida per il corridoio in compagnia soltanto di Bernaile Gelbarn, una tarchiata Tarabonese nonché un’altra delle cornacchie di Meidani. Leonin si fece da parte e rivolse a Seaine un inchino formale, le punte delle dita premute contro il suo cuore. Meidani e Bernaile furono tanto sciocche da scambiarsi dei sorrisi. Erano amiche, ma avrebbero dovuto sapere che non era il caso, quando non avevano modo di sapere chi potesse vederle.