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Yukiri non era dell’umore adatto per i sorrisi. «Stai prendendo aria, Seaine?» disse con fare brusco. «Saerin non ne sarà lieta, quando glielo dirò. Non ne sarà affatto lieta. Io non ne sono lieta, Seaine.»

Meidani emise un suono sommesso con la gola e la testa di Bernaile ebbe un sussulto, la sua massa di strette trecce adornate di perline tintinnavano l’una contro l’altra. Le due presero a esaminare un arazzo che si supponeva rappresentasse la sottomissione della regina Rhiannon, e nonostante le loro facce tranquille era chiaro che desideravano essere da qualche altra parte. Ai loro occhi, si supponeva che le Adunanti fossero eguali. E lo erano. Di norma. Fino a un certo punto. Leonin non sarebbe dovuto essere in grado di udire una parola, ma poteva percepire l’umore di Meidani, certo, e si allontanò di un passo. Mentre stava ancora controllando il corridoio, naturalmente. Un brav’uomo. Un uomo saggio.

Seaine ebbe sufficiente buon senso da apparire imbarazzata. Inconsciamente, si lisciò il vestito, ricoperto di ricami nivei lungo l’orlo e il corsetto, ma quasi subito le mani le si intrecciarono nello scialle e abbassò le sopracciglia con aria ostinata. Seaine era stata testarda fin dal primo giorno in cui era giunta alla Torre, la figlia di un mobiliere di Lugard che aveva convinto suo padre a pagare il viaggio per fiume a lei e sua madre. Per due persone all’andata, ma solo per una al ritorno. Testarda e sicura di sé. E sovente cieca nei confronti del mondo attorno a lei quanto una Marrone. Le Bianche erano spesso così, tutta logica e niente giudizio. «Non c’è bisogno che io mi nasconda dall’Ajah Nera, Yukiri» disse.

Yukiri trasalì. Sciocca donna, nominare la Nera così apertamente. Il corridoio era ancora vuoto in entrambe le direzioni fin dove la curva consentiva di vedere, ma l’avventatezza portava solo ad altra avventatezza. Lei stessa poteva essere ostinata, quando era necessario, ma almeno mostrava più cervello di un’oca su quando e dove farlo. Aprì la bocca per dare a Seaine la lezione che meritava, una bella lezione, ma l’altra donna si affrettò a proseguire prima che lei potesse interloquire.

«Saerin mi ha detto che potevo incontrarti.» La bocca di Seaine si serrò e chiazze di colore avvamparono sulle sue gote, per aver chiesto il permesso o per doverlo chiedere. Era comprensibile che si risentisse per la situazione, naturalmente. Era solo sciocco che non l’accettasse. «Devo parlare con te da sola, Yukiri. Riguardo il secondo mistero.»

Per un momento, Yukiri fu tanto perplessa quanto lo sembravano Meidani e Bernaile. Potevano fingere di non ascoltare, ma questo non chiudeva loro le orecchie. Secondo mistero? Cosa voleva dire Seaine? A meno che... Si riferiva forse alla cosa che per prima aveva portato Yukiri a dare la caccia all’Ajah Nera?

Domandarsi perché i capi delle Ajah si stessero incontrando in segreto aveva perso la propria urgenza, paragonato a trovare gli Amici delle Tenebre fra le Sorelle.

«Molto bene, Seaine» disse Yukiri, con più calma di quanta ne provasse. «Meidani, porta Leonin giù per il corridoio finché non riuscite appena a vedere Seaine e me dietro la curva. State bene attenti a chiunque venga da questa parte. Bernaile, fa’ lo stesso su per il corridoio.» Si stavano muovendo ancor prima che lei finisse di parlare e, non appena furono fuori portata d’udito, lei rivolse l’attenzione a Seaine. «Ebbene?»

Con sua sorpresa, il bagliore di saidar apparve attorno all’Adunante Bianca, che intessé una protezione contro orecchie indesiderate attorno a loro due. Era un chiaro segnale di segreti per chiunque vedesse. Doveva trattarsi di qualcosa di importante.

«Pensaci in modo logico.» La voce di Seaine era calma, ma le sue mani erano ancora serrate sul suo scialle. Stava ben eretta, torreggiando sopra Yukiri, anche se lei stessa non era molto più alta della media. «È passato più di un mese, quasi due, da quando Elaida è venuta da me, e quasi due settimane da quando tu hai trovato Pevara e me. Se l’Ajah Nera sapesse di me, a quest’ora sarei morta. Pevara e io saremmo morte prima ancora che tu, Doesine e Saerin vi imbatteste in noi. Quindi non sanno nulla. Di nessuna di noi. Ammetto di essere stata spaventata, all’inizio, ma ho il controllo di me stessa, ora. Non c’è ragione che tu e le altre continuiate a trattarmi come una novizia,» un po’ di calore invase la calma «e una novizia senza cervello, per di più.»

«Dovrai parlare con Saerin» tagliò corto Yukiri. Saerin aveva preso il comando fin dall’inizio – dopo quarant’anni nel Consiglio per le Marroni, Saerin era decisamente capace di prendere il comando – e Yukiri non aveva intenzione di andare contro di lei a meno che non fosse necessario, non senza il privilegio da Adunante di cui non poteva certo avvalersi, date le circostanze. Tanto valeva fermare con le mani un macigno che precipita. Se Seaine fosse riuscita a convincere Saerin, Pevara e Doesine avrebbero cooperato, e lei stessa non si sarebbe certo messa in mezzo. «Ora, cos’è questo ‘secondo segreto’? Intendi l’incontro segreto dei capi delle Ajah?»

Il volto di Seaine si fece testardo come un mulo. Yukiri quasi si aspettava di vedere le sue orecchie piegarsi all’indietro. Poi espirò.

«La Sorella a capo della tua Ajah ha avuto una parte nello scegliere Andaya per il Consiglio? Più del solito, intendo?»

«L’ha fatto» replicò cauta Yukiri. Tutte erano certe che Andaya sarebbe entrata nel Consiglio un giorno, forse entro altri quaranta o cinquant’anni, tuttavia Serancha l’aveva quasi consacrata, quando il metodo abituale era una discussione finché non fosse stato raggiunto un consenso su due o tre candidate, poi un voto segreto. Quelle erano faccende interne all’Ajah, però, tanto segrete quanto il nome e il titolo di Serancha.

«Lo sapevo.» Seaine annuì eccitata, un comportamento del tutto insolito per lei. «Saerin dice che anche Juilaine è stata selezionata a quella maniera per le Marroni, a quanto pare non il loro solito modo, e Doesine afferma lo stesso di Suana, anche se era restia a dire alcunché. Penso che Suana stessa possa essere a capo delle Gialle. In ogni caso, è stata un’Adunante per quarant’anni la prima volta, e sai che non è cosa comune assumere quel ruolo dopo essere stata un’Adunante tanto a lungo. E Ferane ha dato le dimissioni per le Bianche meno di dieci anni fa; nessuna è mai rientrata nel Consiglio così presto. E per finire, Talene dice che le Verdi designano delle candidate e il loro Capitano Generale ne sceglie una, ma Adelorna ha optato per Rina senza alcuna candidatura.»

Yukiri riuscì a trattenere una smorfia, ma solo di poco. Tutte avevano i loro sospetti su chi fosse a capo delle altre Ajah, altrimenti nessuna avrebbe nemmeno notato gli incontri, tuttavia pronunciare quei nomi ad alta voce era quantomeno scortese. Chiunque tranne un’Adunante avrebbe potuto ricevere una punizione per questo. Certo, lei e Seaine andavano sul sicuro quando si trattava di Adelorna. Nei suoi tentativi di ingraziarsele, Talene aveva vuotato il sacco su tutti i segreti dell’Ajah Verde senza nemmeno che le venisse chiesto. Imbarazzava tutte loro, tranne Talene stessa. Almeno spiegava perché le Verdi fossero andate su tutte le furie quando Adelorna era stata fustigata. Nondimeno, Capitano Generale era un titolo ridicolo, Ajah da battaglia o no. Perlomeno, Capo Funzionaria descriveva ciò che Serancha faceva, per così dire. Lungo il corridoio, Meidani e il suo Custode si trovavano appena in vista della curva, in apparenza impegnati in una tranquilla conversazione. L’uno o l’altra guardavano sempre più lontano oltre la curva, però. Nella direzione opposta, anche Bernaile era appena visibile. Ruotava di continuo la testa, cercando di osservare Yukiri e Seaine tenendo d’occhio al contempo il corridoio qualora qualcuno si avvicinasse. Anche solo il modo in cui continuava a spostare il peso da un piede all’altro avrebbe attirato l’attenzione, ma di questi tempi una Sorella da sola fuori dagli alloggi della sua Ajah era in cerca di guai, e lei lo sapeva. Questa conversazione doveva terminare, e in fretta.