Prima di presentare concretamente la Variazione, il Comitato dei Curatori dello Zoo si rende però conto che tutte queste obiezioni devono già essere state sollevate nei dibattiti preliminari. Ma, se è così, come spiegare la promulgazione della politica di rimpatrio? Rientra essa forse in qualche nuovo arciprogetto inteso a una degradazione d’importanza dell’informazione zoologica nel suo insieme, o si tratta solo di un espediente politico, magari collegato al Messaggio inviato da Potenza # 2?
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In ottemperanza alle leggi della Colonia sulla disseminazione e conservazione delle informazioni storiche importanti, la trasmissione del Proclama del Ciclo 447 è accompagnata dal commento ufficiale degli organismi chiave a livello consiliare. Di particolare interesse per gl’implicati nel progetto di rimpatrio della Conchiglia Esterna risultano i seguenti paragrafi della relazione del Consiglio degli Ingegneri:
… Il primo rimpatrio nella Conchiglia Interna è stato effettuato quasi ad hoc, ossia mediante il semplice trasporto in massa delle forme di vita alla regione d’origine o ad altra d’ambiente similare in settori vicini. Per effettuarlo, si è proceduto alla cattura delle creature, previamente trattate con sedativi, nei rispettivi habitat dello zoo, all’imbarco delle stesse in gigantesche navi da carico dotate di condizioni interne equivalenti all’habitat, e alla distribuzione finale nel nuovo ambiente. Tale procedimento ha funzionato in maniera adeguata per i piccoli trasferimenti a brevi distanze, dimostrandosi altresì poco costoso, ma ha rivelato tanti e tali inconvenienti, da rendere pressoché impossibile il suo impiego in operazioni di largo respiro.
Primo e più grave inconveniente, l’interruzione totale dello sviluppo ontogenetico delle creature durante il processo di rimpatrio. Esse si sono infatti dimostrate spaventate dal prelevamento, disturbate dalla inevitabile riduzione dello spazio di movimento nel corso del viaggio, e, dopo l’immissione nelle nuove località, preoccupate di ogni minima differenza ambientale rispetto alle sedi precedenti. Le loro memorie, sebbene sottoposte a lavaggio elettronico, hanno conservato un forte senso di perdita, ciò che ne ha vanificato lo sforzo d’adattamento. Tutti questi fattori, sommati, hanno in generale determinato un marcato aumento filogenetico del coefficiente d’aggressività, che in talune specie non ha denunziato cali significativi per dieci-quindici generazioni…
… Dal punto di vista dell’ingegneria astronavale, l’entità e la distanza dei trasferimenti proposti hanno impedito l’impiego di prototipi adatti assai prima della comprensione piena dei problemi biologici ed evolutivi. L’intensificazione dei rimpatri entro la Colonia e la Conchiglia Interna propugnata dal Proclama del Ciclo 432 ha provocato un certo panico in seno al Consiglio degli Ingegneri, poiché si è ritenuto che essa comportasse veicoli da trasporto di scala quasi planetaria. Ma, per fortuna, i Comitati di Bioingegneria e Robotica Avanzata hanno in seguito proposto, per i trasferimenti futuri, l’uso di zigoti sospesi in combinazione con nuove versioni di robot superintelligenti adibiti alla funzione di zoo monitor.
Superato qualche problema iniziale in materia di tecnica zigotica, il programma è stato messo approssimativamente a punto, almeno per le forme di vita di Tipo A e B, nettamente predominanti nella Colonia. Le percentuali di rimpatrio riuscito sono, per gli ultimi dieci cicli, elevatissime, e ciò anche per quanto riguarda i più difficili Tipi C e D. Ma percentuali simili non sono da aspettarsi dalla messa in pratica del Proclama del Ciclo 447, poiché alcune delle forme di vita prescelte, oltre a essere fra le più recenti e le meno comprese del Complesso Zoo, verranno in molti casi rimpatriate in un ambiente biologico lontano e scarsamente documentato, con monitoraggio infrequente dell’ordine di tre-quattrocento millicicli per operazione. Ora, avendo alcune delle forme più avanzate di Tipo E periodi di vita intelligente stupefacentemente brevi, dell’ordine di cinque o sei millicicli, ciò significa che fra un controllo e l’altro della loro evoluzione possono trascorrere da cinquanta a cento generazioni…
… Nel complesso, comunque, si tratta di una sfida ingegneristica di prim’ordine. Molti veicoli da trasferimento voleranno molto oltre i limiti dell’infrastruttura standard da trasporto e dovranno pertanto essere in grado di procurarsi da sé le materie prime. E poiché le condizioni dei mondi d’arrivo possono nel frattempo aver subito mutamenti, parte essenziale nella progettazione dei medesimi dovranno recitare l’adattamento e l’elaborazione delle informazioni nuove. La lunga durata dei voli provocherà un maggior numero di guasti alle componenti elettroniche, il che significa che andranno sviluppati e sperimentati sistemi straordinari di correzione difetti…
E il Consiglio degli Storici:
Sarà utile cominciare il nostro commento, estremamente negativo, sul piano di rimpatrio dalla Conchiglia Esterna col ricordare a tutti i Coloni che il nostro Consiglio comprende il pool d’intelletti che vanta la più lunga attività continuativa in assoluto rispetto ai Consigli elencati nella Guida. Due dei nostri gruppi posseggono memorie dirette dell’Era del Genio, ottenute attraverso molte generazioni di rinfrescamento biologico. È quindi naturale che il nostro approccio a qualunque progetto a noi sottoposto sia quello di valutarne i meriti in rapporto alla parte che esso è destinato a recitare nell’evoluzione e/o nella strategia globale della nostra società. Lungi dal voler raffreddare l’émpito di giovanile zelo dinnanzi all’acquisizione di nuove conoscenze o alla prospettiva di grandi avventure, ci preme nondimeno di esaminare ogni iniziativa della Colonia secondo una visione prospettica, e di misurare l’impatto futuro di ogni mutamento della politica fondamentale che sia dato prevedere…
… Lo schema di rimpatrio proposto è un ulteriore passo sulla folle e pericolosa strada d’un frontierismo incontrollato; strada apertasi, a nostro avviso, col Decreto sui Confini del Ciclo 416. In luogo di discutere i particolari del piano proposto al di fuori del contesto storico (ottime descrizioni degli elementi del piano possono vedersi nella relazione del Consiglio degli Ingegneri, mentre alcuni gravi rischi a breve termine si trovano elencati nella relazione del Consiglio dei Biologi), preferiamo delinearne i pericoli includendolo nel nostro atto d’accusa globale contro il complesso di avventure generato dal detto Decreto sui Confini…
… Le giustificazioni in pro del frontierismo suonano sempre valide, in superficie. I suoi proponenti affermano che il mutamento della società è il prodotto di informazioni nuove esulanti dal corso normale degli eventi; che il frontierismo mira appunto, essenzialmente, al procacciamento di nuove conoscenze di tale specie; e che il mutamento di prospettiva risultante da una “visione nuova dell’universo” impone una riconsiderazione appropriata e regolare della nostra cultura.
In linea generale, la storia suole concordare coi propugnatori del frontierismo, ed è per questo, senza dubbio, che sia la presente proposta di rimpatrio, sia altre analoghe attività esplorative del passato, hanno ottenuto un appoggio tanto entusiasta. I benefici scaturenti dalle informazioni nuove presentano tuttavia degli svantaggi, in ispecie quando le indagini di frontiera rivelino conoscenze avverse alla struttura fondamentale della società o superiori alla comprensione dei gruppi più dotti della medesima. In tali casi, la diffusione di nuove informazioni nella società diviene un fattore non di arricchimento ed elevazione, bensì di sovversione, e mina così in concreto la sicurezza dell’ordinamento stabilito.