Chris si domandava cosa fosse peggio: se imbracciare un'arma che poteva esplodere amputandoti le mani… oppure andare in battaglia con un'arma finta.
C'era rimasto parecchio male, qualche tempo prima, al vedere un reggimento di baldi militi gagliardamente agghindati di moderne, leggerissime armature a tutto corpo, e muniti di fucili laser con tanto di massicci gruppi d'alimentazione portati a spalle. Non c'era dubbio che una compagnia di uomini equipaggiati a quel modo avrebbe potuto agevolmente massacrare un'intera legione romana.
Poi uno di quei soldati l'aveva incontrato a mensa, e a tre metri di distanza il trucco aveva mostrato la corda. I fucili laser erano solo modelli di legno e vetro. Gli zaini portabatterie nient'altro che involucri vuoti. La corazza un'insignificante copertura di volgarissima plastica.
Chris prese ad incamminarsi per rientrare a Tara. Strada facendo dovette più volte farsi da parte per lasciare il passo a drappelli di soldati al piccolo trotto.
Incontrò uno squadrone di cavalleggeri, montati sulle bestie che Gea utilizzava per le sue epopee western. Portavano sciabole vere, ma i loro revolver a sei colpi erano solo approssimative copie in legno intagliato. Gli capitò anche di scoprire che molti cavalli erano stati addestrati ad obbedire a un segnale particolare, in séguito al quale, al momento opportuno, sarebbero stramazzati al suolo fingendo di essere stati colpiti. Ah, come avrebbe voluto poter comunicare a Cirocco quel segnale!…
Più in là marciava una legione romana, tutta uno splendore di scudi ottonati e corazze tirate a lucido e mantelli scarlatti. La seguiva marciando a passo d'oca un reggimento di camicie brune naziste, le quali a loro volta erano tallonate da un dinoccolato drappellone di truppe d'assalto in tenuta da Star Wars. Prima di arrivare a Tara vide anche i Ghurka di Gunga Din, i fanti di Niente di nuovo sul fronte occidentale, i soldati confederati di Via col Vento, e poi Unni, Mongoli, Boeri, Nordisti, Giubbe Rosse, Apache, Zulù… e persino Troiani.
Di Pandemonio si poteva pensare tutto il male possibile, però bisognava ammettere che la sezione costumi era formidabile.
Giunse infine a salire le ampie scalinate del palazzo padronale, e trovò Adam che seduto sul pavimento in marmo di una delle immense stanze giocava col suo trenino. Era una vera meraviglia, tutto d'argento e adorno di pietre preziose troppo grandi perché Adam potesse inghiottirle nel caso fosse riuscito a staccarle… e Adam era bravissimo a tirar via ogni sorta di oggetti dalla loro sede naturale, sebbene non cercasse più di mangiare cose che non fossero commestibili. Agganciate le carrozze alla locomotiva, il Bambino filò via a precipizio rimanendo ginocchioni, e strillando ciuf-ciuf ciuf-ciuf ciuf-ciuf fece avanzare il convoglio a vigorosi strattoni coi vagoni che scarrocciavano follemente di qua e di là.
Vide Chris, e con un gridolino di gioia scaraventò il suo inestimabile giocattolo contro un muro, ammaccando malamente il malleabile metallo… che, come Chris sapeva, sarebbe stato perfettamente riparato durante il prossimo periodo di sonno.
— Voglio volàe, papà!
Allora Chris andò da lui e lo sollevò e lo fece sfrecciare rombando per aria come un aeroplano, mentre Adam levava un uragano di risatine. Poi si mise il bimbo a cavalcioni e lo portò a un balcone del secondo piano. Guardarono lontano, verso settentrione.
Gea continuava a percorrere a grandi passi la muraglia. Dopo essersi spinta fino all'Ingresso Goldwin stava ora ritornando all'Ingresso Universal, il più vicino al luogo dove Cirocco aveva concentrato le sue truppe. Era uno dei tre Ingressi preferiti da Adam: egli prediligeva, nell'ordine, il Topolino in cima all'Ingresso Disney, il grande leone di pietra dell'Ingresso MGM, e il globo sovrastante l'Ingresso Universal. Adam puntò una manina ad indicare.
— C'è Gea! — trillò, contento ed orgoglioso come ogni volta che scorgeva a gran distanza la sua mole gigantesca. — Fammi scéndee, papà — ordinò, e Chris lo mise giù.
Adam corse al telescopio. Tara disponeva di un centinaio di ottimi telescopi, installati un po' dovunque precisamente a quello scopo. Adam li trattava in maniera piuttosto rude, né più né meno come faceva con tutti gli altri giocattoli, ma ad ogni suo risveglio le lenti fracassate risultavano debitamente sostituite, le sudicie impronte lasciate dalle sue piccole dita impazienti erano state ripulite, e le canne di ottone abbagliavano con il loro scintillìo.
Ormai li sapeva manovrare a puntino. Svelto svelto brandeggiò qua e là lo strumento, e in men che non si dica riuscì ad individuare Gea. Chris andò a un altro telescopio, in modo da poter vedere anche lui ciò che vedeva Adam.
Gea stava sbraitando ordini alle truppe ammassate all'interno della muraglia, sbracciandosi ad indicare in varie direzioni. Poi, con i pugni piantati sui fianchi, si volse a guardare verso l'esterno. Chris lanciò un'occhiata al Bambino, e vide che spostava leggermente il telescopio puntandolo, più oltre, sul meraviglioso spettacolo dei campi d'Iperione, dove l'esercito stava sciamando come un denso tappeto di formiche brulicanti. Adam tese la mano ad indicare.
— Cos'è quello, papà?
— Quella là, caro il mio giovanottello, è Cirocco Jones col suo esercito.
Evidentemente impressionato, Adam rimise l'occhio al telescopio. Forse pensava di poter dare uno sguardo a Jones in persona. Negli ultimi tempi l'aveva vista spesso in film come I mangiatori di cervelli, Cirocco Jones contro Dracula e Il Mostro della Laguna Nera. Alcune di quelle pellicole erano originali prodotti della cinematografia terrestre, con Cirocco nella parte del mostro e con l'aggiunta di qualche scena in cui la si vedeva trasformarsi, da un alquanto minaccioso seppur perfettamente riconoscibile Capitan Jones, nell'intercambiabile ma immancabilmente disastroso flagello in puro lattice di gomma impegnato a radere al suolo Tokyo questa settimana. Ma per la maggior parte erano film di nuovo conio, con tanto di contrassegno Made in Pandemonio e attribuiti, come produzione e regìa, a "Gea, Grande e Possente". In alcune scene Gea utilizzava un convincente sosia di Cirocco, mentre in altre si serviva di trucchi computerizzati. La qualità non era un granché, però bisogna riconoscere che Gea non badava a spese. Da chiacchiere orecchiate in sala mensa, Chris aveva capito che un bel po' degli sbudellamenti, delle amputazioni, delle decapitazioni e defenestrazioni cui era dato assistere in quei film di mostri, non erano abili trucchi, e facevano del tutto a meno di manichini e cascatori. Spesso e volentieri, per ottenere l'effetto desiderato, Gea trovava assai più facile consumare un po' di comparse.
Difficile dire che impressione provocassero, su Adam, film di quel genere. Di solito si trattava di storie a sfondo palesemente moralistico, nelle quali Cirocco faceva sempre la parte del malvagio e finiva regolarmente ammazzata per la gioia degli spettatori. Tuttavia, Chris ricordava che tanto Dracula quanto Frankenstein, classici cattivi dello schermo, in genere esercitavano sui ragazzi un certo fascino. E Adam pareva reagire appunto a quel modo, entrando in agitazione ogni volta che Cirocco appariva sul piccolo schermo.
Ma forse anche questo rientrava nei piani di Gea. Forse lei voleva che Adam s'identificasse col cattivo, anche se costui aveva le fattezze di Cirocco Jones.
Come se non bastasse, c'era poi la versione computermodificata di King Kong.
Di quei vecchi film, Chris non ne aveva in precedenza mai veduto neanche uno, ma, tanto tempo prima, Cirocco gli aveva accennato la trama proprio di quello, quando lui s'era quasi messo in testa di andare ai bastioni settentrionali di Febe per compiere l'eroico tentativo di scannare la pelosa creatura ricreata da Gea.