— Certo, tesoro — fece Alana. — Perché Bobby ha compromesso tutto il mio lavoro.
— Il suo lavoro? — fece Deborah, con spregio. — Non le pare una parola un po’ grossa?
— No, affatto — replicò Alana. — A cominciare dalla mia Carriera Discografica. — Pronunciò le ultime parole come se fossero il titolo di un noiosissimo libro. — Comunque mi creda, fare carriera in campo musicale è davvero dura, specie per una priva di talento come me. — Sorrise a Debs con affetto. — Gran parte del lavoro consiste nell’andare a letto con gente terribilmente sgradevole, ovvio. Ne converrà che non è facile.
— È molto più facile consegnare suo figlio alla polizia, suppongo — disse Debs.
— Figliastro, a dire il vero — la corresse Alana, imperturbabile. Alzò le spalle e si fermò davanti a una smagliante Ferrari arancione decapottabile parcheggiata di fronte a un cartello di divieto di sosta. — Io e Bobby non siamo mai andati d’accordo, a differenza di quello che pensa Joe. E in ogni caso, come lei ha fatto abilmente notare, con i soldi e gli appoggi che ha suo padre, Bobby la passerà sicuramente liscia. Ma se permettiamo che la situazione vada avanti, il prestigio di Joe potrebbe risentirne. Così Bobby finirà nei guai, Joe trascurerà gli affari e per tirarlo fuori andrà in bancarotta. Di conseguenza a me toccherà trovare un altro modo per sbarcare il lunario, il che non sarà tanto facile, visto che non sono più nel fiore degli anni.
Deborah mi lanciò un’occhiata che ricambiai. Il discorso di Alana aveva senso, specie per una persona priva di sentimenti quale ero stato io. Era un ragionamento contorto, ma freddo e razionale, e si adattava perfettamente alla natura di Alana. Eppure… c’era qualcosa di sbagliato in lei, non so se fosse il modo in cui parlava o altro, comunque non mi convinceva del tutto.
— Che cosa accadrà se Joe dovesse scoprire che ce l’ha detto? — le domandai.
Alana mi guardò. Nel fondo dei suoi occhi scorsi una presenza alata e oscura. Afferrai all’istante che cosa c’era di sbagliato, poi il sarcasmo british tornò a regnare sul suo viso. — Mi toccherà farmi perdonare — disse, e atteggiò le labbra in un sorriso splendidamente finto. — Ma non lo scoprirà, vero? — Si voltò verso Deborah. — Sarà il nostro piccolo segreto, non è così?
— Non lo potrò mantenere — fece Deborah. — Se la squadra farà irruzione nella Terra dei Bucanieri, si verrà a sapere.
— Allora ci vada da sola — disse Alana. — Agirà nell’anonimato… non è così che si dice? Ci andrà soltanto lei, senza dirlo a nessuno. E quando si presenterà con Bobby, a chi interesserà sapere dove l’ha trovato?
Deborah fissò la donna. Ero quasi certo che le avrebbe detto che si trattava di un’idea ridicola e fuori questione, di una violazione inaccettabile delle procedure del dipartimento, per di più molto pericolosa. Ma Alana increspò le labbra e inarcò il sopracciglio in chiaro segno di sfida. Infine, per assicurarsi che una credulona come Debs non si tirasse indietro, aggiunse: — Sono certa che non dovrà temere nulla da quel giovanotto. Dopo tutto, con la splendida pistola che si ritrova… mentre lui sarà praticamente solo e disarmato.
— Non è questo il punto — fece Debs.
Alana smise di sorridere. — No, certo — disse. — Il punto è che le toccherà andarci da sola o verrà fuori un bel casino e Joe scoprirà che ve l’ho detto, cosa che, a essere sincera, gradirei evitare. E se lei insiste a volerci andare con una squadra e ad arrivare allo scontro violento, io farò avvisare Bobby del suo arrivo e, prima che lei possa muovere un dito, sarà già fuggito in Costa Rica. — Rividi le ali oscure sbattere nel fondo dei suoi occhi, infine Alana si sforzò di sorridere, ma senza per questo apparire più simpatica. — Com’è che si dice? O con me o contro di me… giusto?
A dire il vero, due sole opportunità mi parevano un po’ riduttive, senza contare che l’idea di avventurarsi privi di una squadra in una terra abbandonata e ostile per catturare Bobby Acosta non mi piaceva affatto, a maggior ragione dopo che Alana aveva dichiarato che era solo e disarmato.
Ma Deborah doveva avere la pelle più dura di quanto sembrasse, perché si limitò a guardare la donna negli occhi e ad annuire.
— D’accordo — affermò. — Farò come dice lei. E se Bobby è davvero laggiù, non dirò a Joe come l’abbiamo scoperto.
— Ottimo — commentò Alana. Spalancò la portiera della Ferrari, scivolò all’interno e accese il motore. Lo mandò su di giri un paio di volte, per fare una partenza a effetto, e le spesse pareti di cemento del garage si misero a tremare. Ci rivolse un ultimo sorriso, freddo e terribile, e ancora una volta, per un istante, scorsi quell’ombra agitarsi nei suoi occhi. Infine chiuse la portiera, ingranò la marcia e se ne andò con uno stridore di gomme.
Deborah la guardò allontanarsi, il che mi permise di riprendermi dall’incontro con la parte oscura di Alana. Trovare un predatore in una così bella e fredda confezione mi sorprese. In realtà, non era tanto strano. Da quel che avevo sentito, doveva aver condotto una vita spregiudicata e, come io sapevo bene, non era da tutti pugnalare alle spalle il prossimo così abilmente.
Ed ecco che anche il tradimento di Bobby Acosta assumeva il suo senso. Era il comportamento tipico di chi vuole proteggere la sua gallina dalle uova d’oro; con un’unica, abile mossa salvaguarda il tesoro ed elimina un rivale.
Un’astuta strategia, senza dubbio, degna dell’ammirazione della parte oscura che era in me.
Deborah voltò bruscamente le spalle alla Ferrari e tornò nell’atrio.
— Risolviamo questa faccenda — disse.
Rientrammo nel palazzo e uscimmo dall’ingresso principale su Brickell Avenue senza parlare. Deborah aveva infilato la macchina storta in un posto vietato sul marciapiede, in uno dei suoi classici parcheggi da poliziotto. Salimmo a bordo. A differenza delle altre volte in cui partiva in tutta fretta, stavolta non mise neanche in moto. Invece appoggiò le braccia al volante e si protese in avanti, aggrottando la fronte.
— Che c’è? — domandai.
Scosse il capo. — C’è qualcosa che non mi convince.
— Pensi che Bobby non sia laggiù?
Fece una smorfia, senza voltarsi. — Penso che di quella puttana non mi fido.
Deborah era davvero intuitiva. L’impressione che avevo ricavato dal vero sé di Alana era che per lei contava soltanto ciò che le faceva comodo, indipendentemente dalle conseguenze che avrebbe avuto sugli altri. Ma che l’aiutassimo in segreto a sbattere dentro Bobby, quello si conciliava perfettamente con i suoi programmi. — Non c’è bisogno che ti fidi — risposi. — Alana agisce nel suo completo interesse.
— Vuoi tacere? — disse Debs, e io tacqui.
La guardai mentre batteva il tempo sul volante, contraeva le labbra, si grattava la fronte. Avrei voluto anch’io studiare qualche tic per far passare il tempo, ma non mi venne in mente nulla. L’idea di noi due che cercavamo di acciuffare Bobby Acosta non mi piaceva per niente. Non mi sembrava particolarmente pericoloso, anche se molta gente poteva aver pensato la stessa cosa di me, e poi guardate con chi aveva avuto a che fare.
Bobby avrebbe anche potuto essere innocuo, ma in quella situazione c’erano troppi elementi imprevedibili e affidati al caso. E a dirla tutta, ritenevo che se mi fossi presentato un’altra volta a salvare Samantha mi sarei giocato ogni minima possibilità di ottenere il suo silenzio.
D’altro canto, però, sapevo che non avrei mai potuto permettere che Deborah andasse sola. Avrei infranto tutte le regole meticolosamente imparate durante il corso della mia esistenza deliberatamente perversa. Inoltre notai con mia sorpresa che il Nuovo Dexter, il padre di Lily Anne, che ce la stava mettendo tutta per diventare umano, aveva sviluppato un sentimento al riguardo. Provavo infatti un istinto di protezione nei confronti di mia sorella; non volevo che nessuno le facesse del male e, se fosse andata a cacciarsi nei guai, volevo esserle accanto per difenderla.