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Lithgow, classe 1945, recita il ruolo di Arthur Mitchell, un serial killer ultrasessantenne, soprannominato “Trinity”. Al di là della impeccabile interpretazione del grande attore, si deve dare atto agli sceneggiatori di essere riusciti a delineare una figura di assassino seriale davvero originale. Cosa tutt’altro che facile dopo che sull’argomento è stato scritto e mostrato praticamente di tutto, con una miriade di serie televisive che, per centinaia di puntate, presentano le gesta di altrettanti spietati serial killer.

L’inizio della serie è inquietante e, in un certo senso, destabilizzante. Alle allucinanti gesta del killer Trinity viene alternata la vicenda personale di Dexter che, a causa dell’inedito ruolo di padre a tempo pieno di tre figli (due della moglie Rita e uno, neonato, di entrambi), non riesce più a dormire, a lavorare con profitto e a dedicarsi alla sua prediletta attività di assassino.

Godibilissima la sequenza nella quale viene fatto il verso alla sigla iniziale dello show, presentando un Dexter alle prese con i rituali gesti mattutini, completamente stravolto dal sonno e dalla stanchezza dovuti allo stress del suo nuovo ruolo di genitore.

Parallelamente assistiamo all’inatteso ritorno in scena del personaggio di Frank Lundy (interpretato da Keith Carradine, guest star della seconda serie), agente dell’FBI ora in pensione, che riallaccerà una storia d’amore con Deborah Morgan, facendo naufragare quello che pareva essere il primo rapporto stabile e duraturo della ragazza (con un giovane musicista di colore) che risaliva alla terza stagione.

I colpi di scena, davvero clamorosi, si susseguono in maniera inaspettata e convincente, con una drammaticità fino a quel momento inedita per la serie, con picchi di eccellenza assoluti, come quello raggiunto nella puntata numero nove intitolata Hungry Man (in Italia Giorno di festa), che considero il miglior episodio televisivo che abbia mai visto. E ancora, uno dei principali capisaldi alla base del rapporto fra lo spettatore e il singolare personaggio di Dexter verrà scosso dalle fondamenta quando questi ucciderà, per sbaglio, un innocente e, dopo un iniziale momento di crisi, accetterà l’accaduto come un’inevitabile fatalità. E questa volta non interverrà alcun espediente narrativo (come era già accaduto nella terza serie) a risistemare le cose rivelando che l’innocente non era affatto tale, tanto per tacitare la coscienza di Dexter e quella dei suoi fan.

Tutte le certezze faticosamente raggiunte dallo spettatore, nel corso dei precedenti trentasei episodi delle prime tre serie, subiscono stavolta una sequela di duri colpi, col ribaltamento di situazioni ormai consolidate, fino al faticosissimo raggiungimento di una ipotetica ritrovata stabilità che viene letteralmente polverizzata nel più bello, sconcertante, coraggioso finale che una serie televisiva abbia mai potuto vantare.

Rispetto agli eventi narrati nel serial TV, il quarto romanzo della serie di Jeff Lindsay, Dexter by Design (Dexter l’esteta, Il Giallo Mondadori, n. 3023), segue tutt’altra strada.

Dexter si trova a fronteggiare un nuovo serial killer appassionato d’arte e, contemporaneamente, a fare i conti con l’insofferenza di sua sorella Deborah (che nella versione letteraria è al corrente della sua attività di spietato giustiziere). A tutto ciò si somma la difficile convivenza col Passeggero Oscuro, la malefica entità con la quale i rapporti di forza sono notevolmente mutati, in seguito agli eventi del romanzo precedente.

E siamo giunti, così, alla quinta stagione televisiva. Nel corso delle riprese, Michael C. Hall, reduce da una chemioterapia per contrastare un tumore al sistema linfatico, rivelò di aver girato la quarta stagione sotto il pesante effetto dei farmaci, grazie ai quali ha brillantemente superato la fase critica della malattia ormai in via di guarigione.

Va subito detto che si tratta di un prodotto meno convincente del precedente, probabilmente perché paga lo scotto di essere immediatamente successivo a un vero e proprio capolavoro di genere.

Nella prima puntata assistiamo a un Dexter quanto mai sotto pressione, sospettato di essere coinvolto nella drammatica morte che concludeva la passata stagione. Abbandonato dai suoi figliastri, guardato con sospetto dai colleghi, Dexter cadrà in un vortice di depressione e insicurezza che lo condurranno sull’orlo dell’autodistruzione. Riuscirà a trovare nuovi stimoli per portare avanti la sua oscura, doppia esistenza, grazie all’incontro con Lumen Pierce, una ragazza miracolosamente scampata alle grinfie di un gruppo di uomini dai quali ha subito violenze e torture (e che, si scoprirà in seguito, nel corso degli anni hanno perpetrato una vera e propria strage di giovani donne).

L’ispiratore e capo del gruppo di assassini si rivelerà essere tale Jordan Chase, una sorta di leader spirituale di una congrega di adepti invasati e soggiogati dalle sue dottrine “motivazionali”. Sarà lui l’obiettivo su cui si concentreranno i progetti di vendetta da parte di Dexter, che convoglierà, nel rapporto con la giovane protetta, la speranza di poter condividere, con almeno un altro essere umano, la vera natura delle proprie pulsioni omicide (tematica già trattata nelle precedenti stagioni ma qui approfondita in maniera più drammatica e convincente).

Sullo sfondo assistiamo alla convulsa evoluzione dei rapporti interpersonali fra i personaggi di contorno, in particolare fra Deborah Morgan e il detective Joey Quinn e fra il tenente LaGuerta e il detective Angel Batista.

Sul quinto romanzo di Lindsay, Dexter il delicato (Dexter Is Delicious), non dico nulla, visto che lo avete fra le mani e preferirete sicuramente leggerlo. In America è già uscito il sesto capitolo della serie intitolato Double Dexter, che introdurrà nuove sorprese nell’incarnazione letteraria del personaggio e che giungerà presto in Italia edito da Mondadori.

Quanto alla sesta serie televisiva, pareva destinata a essere l’ultima prima che, sulla scorta di uno strepitoso successo di pubblico, il canale Showtime annunciasse, a novembre del 2011, la produzione di ben altre due stagioni per complessivi ventiquattro episodi. Anche in questo caso, sulla sceneggiatura non faccio anticipazioni. Sono certo che, come me, vorrete gustarvi le puntate in italiano che andranno in onda nella primavera del 2012 senza subire inopportune opere di “spoileraggio”.

La saga di Dexter, a tutt’oggi, è un grandissimo successo internazionale. Tra l’altro, la passione dei fan ha dato vita sul sito web ufficiale a una serie animata (prequel del primo romanzo e della prima stagione televisiva) in cui il protagonista, ancora diciannovenne, dà la caccia a un serial killer di bambini. Di recente è stata commercializzata una serie di action figures ed è uscito un videogioco per iPhone e iPod Touch.

Da fan convinto di Dexter, posso solo augurarmi che il lavoro di Jeff Lindsay e quello degli sceneggiatori della serie televisiva continuino a mantenere il livello di eccellenza sin qui dimostrato, regalandoci ancora emozioni e colpi di scena e rendendoci partecipi della vita di questo originale, unico serial killer, che tutti vorremmo avere per amico.