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Mise via le banconote e studiò la mappa, cercando di ricordare la topografia degli Stati Uniti e capire dove potesse essere quella zona. La commessa del negozio del cartografo aveva nominato una città che si trovava da quelle parti… oppure era stato l’uomo dalla faccia paonazza con cui aveva parlato in strada? Per quanto si spremesse le meningi, non riusciva a ricordarne il nome.

Sulla mappa non si vedeva nessuna città e d’altra parte la mappa sembrava un’illustrazione. C’erano montagne incappucciate di neve e strette vallate impervie. Una barriera inaccessibile di mura e torri denominata “Castello dei Giganti”, che probabilmente era solo una formazione rocciosa. Ebbe la sensazione di averne sentito parlare, o forse aveva sentito parlare di un “Sentiero dei Giganti” o qualcosa del genere.

La ragazza aveva nominato un posto chiamato “Gola di Cristallo”, di questo era sicuro. Lo trovò sulla mappa… statue e urne risplendenti su piedistalli di cristallo. Un altro posto era chiamato “Il giardino delle delizie della dea”, al centro, un arco di pietra grigia ricoperto di fiori. Rabbrividì al ricordo di quell’arco come l’aveva visto nei suoi sogni.

La porta si spalancò e apparve North carico di scatoloni e con in mano un giornale. — Ecco qua — disse North lanciandogli una scatola.

Lui tirò fuori la mappa che era rimasta sotto la scatola.

— Che cos’è?

— Un cappello. Ho dovuto tirare a indovinare la misura, ma se non va bene puoi riportarlo indietro. Senza cappello hai un aspetto buffo. Qui lo portano tutti.

Lui ripiegò la mappa, aprì la scatola e tirò fuori un cappello di feltro con la fascia alta. Non aveva mai indossato un cappello, ma doveva ammettere che North aveva ragione.

— Ti ho comprato anche una cravatta e un paio di camicie. Se la cameriera ficca il naso qui dentro è meglio che trovi qualcosa.

— Hai visto l’uomo che dovevi incontrare?

— Te lo dico dopo. Provati il cappello.

Lui se lo mise in testa. Dapprima pensò che fosse un tantino stretto, poi decise che andava bene. La cravatta di seta rossa con motivi gialli gli fece venire in mente le uova strapazzate. Le due camicie erano grigie, una a righe gialle, l’altra azzurre.

— Seta pura… qui la seta è a buon mercato. Ho calcolato che la misura di giro collo dovrebbe essere quaranta. Se non vanno bene lascia il colletto aperto. Però sta meglio allacciato.

— Quaranta di giro collo dovrebbe andar bene.

— Adesso leggi cosa scrivono di noi — disse North allungandogli il giornale. — Siamo sulla prima pagina.

LA FUGA DI TRE PAZZI

Tre pazienti sono fuggiti ieri dal reparto maschile degli Ospedali Psichiatrici Riuniti. I loro nomi non sono stati resi noti per rispettare i sentimenti dei loro familiari, ma il dottor Jonathan Pillo-Lin, un medico dell’ospedale, ha affermato che uno di loro è un elemento pericoloso. “È un soggetto maschile di tipo ariano e di altezza media”, ha detto il dottor Pillo-Lin al cronista. “Capelli scuri e una calvizie incipiente, occhi scuri e baffi neri. Lo stavamo sottoponendo a una terapia a base di elettroshock e litio ed eravamo convinti che il paziente stesse facendo progressi. Il soggetto era stato trasferito dal Reparto Violenti a quello di Terapia Generale dieci giorni fa. Tuttavia il paziente, in assenza di terapie adeguate, può essere soggetto a ricadute”.

Il secondo è un uomo di bassa statura, di corporatura esile, di circa quarantacinque anni, quasi del tutto calvo. Ha modi accattivanti e il suo comportamento può apparire assolutamente normale anche per lunghi periodi. Non è considerato pericoloso ma, nel suo interesse, è consigliabile che sia ricoverato in ospedale.

Il terzo è giovane, di altezza inferiore alla media, capelli scuri e ricci, occhi scuri. È in rapporti amichevoli con il secondo paziente; si pensa, quindi, che possano essere insieme.

Questa è la prima volta negli ultimi dieci anni che dei pazienti riescono a fuggire dagli Ospedali Riuniti. Le misure di sicurezza sono state rafforzate.

North disse: — Di lei nemmeno una parola, hai notato? Hanno paura che li costringano a non utilizzare più infermiere nel reparto maschile.

— L’infermiera che ti ha aiutato? Forse non lo sanno nemmeno.

— Certo che lo sanno, se hanno un po’ di cervello. Di chi è la macchina che manca? Di chi… — North s’interruppe colpito da un’idea improvvisa. — L’altro è Eddie Walsh. Non c’è dubbio.

— Ma lui non è venuto via con noi.

North sorrise. — Ma noi abbiamo lasciato la porta aperta. Ti ricordi la porta C? Era sempre chiusa a chiave. Quando noi siamo usciti Walsh stava sulle spalle dei ragazzi e deve averci visto. Eddie è un furbetto bastardo.

— Ma non aveva vestiti. Mio Dio, sarà morto di freddo.

— Ha rischiato, come abbiamo fatto noi.

Se North aggiunse qualcosa, lui non lo sentì. Vide la faccia di sua madre e sentì la sua voce come l’aveva vista e sentita alla fine, quando stavano per perdere la loro casa: — Ho rischiato.

— Qui non danno molta importanza ai documenti d’identità — disse North. — A quanto mi hanno detto, una patente basta e avanza. Ecco la tua.

Un cartoncino volò attraverso la stanza e atterrò sulle sue ginocchia. Era convinto che una patente dovesse essere plastificata e avere la foto del titolare, questa invece somigliava più a un biglietto di teatro piuttosto elaborato, anche se c’era scritto il suo nome (come se lui fosse la stella dello spettacolo) e c’era lo spazio per la firma.

North disse: — Io mi faccio una doccia e mi cambio. Fa’ lo stesso anche tu, se ne hai voglia. Poi abbiamo qualcosa da fare.

Lui annuì e, mentre lo faceva, vedeva ancora il viso di sua madre, il viso che forse lei aveva quando era molto più giovane, sullo schermo della televisione. O quello di Lara. La donna si voltò ed era solo un’attrice che gli presentava la schiena mentre la macchina da ripresa occhieggiava, al disopra delle sue spalle, verso l’uomo insulso con cui lei stava parlando. Lui ebbe la sensazione che sua madre era stata Lara… Lara che svaniva quando lui cercava di afferrarla. Non la Lara che aveva vissuto con lui, anche se tutte e due…

Scosse la testa. Era mai possibile che uno diventi pazzo con la stessa facilità con cui prende la varicella? Cosa gli stava succedendo? Tutti quelli che negavano di esserlo, erano invece pazzi come il povero Eddie Walsh?

Scosse ancora la testa, prese il giornale e cercò un diversivo alla pazzia che minacciava di travolgerlo: le notizie sportive.

Il viso di Eddie Walsh lo fissava spavaldo dalle pagine dello sport.

JOE È PRONTO PER IL CAMPIONATO DEL MONDO

L’agente di Joe Joseph, Edward E. Walsh, ha annunciato oggi che il popolare pugile ha firmato l’accordo per sfidare il campione mondiale dei pesi massimi “Sailor” Sawyer. “Joe è già il campione”, ha detto Walsh. “Quello che farà sarà solo difendere il suo titolo”. La data non è stata ancora decisa ma, secondo i termini dell’accordo, l’incontro dovrà tenersi entro l’anno. Joseph ha collezionato una serie di vittorie convincenti nelle sue ultime cinque uscite e ieri notte ha messo K.O. al terzo round Ben McDonald. Quello con Sawyer rappresenta il suo primo incontro veramente importante. Walsh, che era stato ricoverato in ospedale per disturbi gastrici, è tornato al lavoro e preparerà Joseph per il grande incontro.

Lasciò cadere il giornale. Povero Eddie, adesso lo avrebbero trovato. Perfino i medici leggono le notizie sportive. Cercò di ricordare il nome del dottore orientale, ma gli venne in mente solo Sheng, il vecchio cinese che vendeva medicamenti senza prescrizione nella sua bottega. Come poteva fare per trovare Walsh e avvertirlo? Certo, a quest’ora anche lui aveva letto il giornale, ma un avvertimento poteva essergli comunque utile.