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Lui disse: — Terrò le dita incrociate — e tornò al tavolo. Si sedette con la testa fra le mani fissando la scodella vuota davanti a lui.

— Stava diventando fredda e così l’ho mangiata — disse Fanny che aveva davanti a sé una scodella piena, ancora fumante. Dopo un momento lei la prese e gliela offrì.

— Non preoccuparti — disse lui.

— Era solo uno scherzo. Prendila, è la tua. Che ti succede?

— Da quanto tempo vieni a mangiare in questo posto?

— Cosa?

— Ti ho chiesto da quanto tempo vieni qui. Nella tua stanza mi hai detto che conoscevi un buon ristorante italiano a due isolati didistanza… o qualcosa del genere. Questo vuol dire che hai già mangiato qui. Quando sei stata qui la prima volta?

Fanny contò sulle dita di una mano. — Quattro giorni fa.

Martedì.

— E hanno accettato il tuo denaro?

— Non ho pagato io. — Esitò. — Ero con un sergente amico mio, che era in uniforme. Avevamo fame, così abbiamo deciso di entrare in questo locale. Il mio amico voleva pagare, ma uno degli uomini che lavorano qui ha detto di no, che offriva la casa. Sai come si comportano a volte con i poliziotti. Però, se vuoi restare da me questa notte, devi raccontarmi che cosa ti sta succedendo.

— Ora siamo nel mio mondo… quello da dove vengono i Visitor. Oppure il locale è passato di là.

Lei lo fissava incredula.

— Negli ultimi anni ho mangiato qui due o tre volte alla settimana. Martedì sera ho portato qui Lara e lei ha perso un po’ del suo potere o aura magica o come vuoi chiamarla. Tu hai cenato qui? A che ora?

Fanny fece cenno di sì. — Circa le otto.

— Anche noi eravamo qui alla stessa ora. Il negozio dove lavoro chiude alle sei e mi ci vuole quasi un’ora per arrivare a casa in autobus. Sono arrivato a casa, mi sono fatto una doccia e mi sono cambiato. Il mio appartamento è a un isolato e mezzo da qui. — Indicò la direzione con un dito. — Penso che se me ne vado senza di te, stanotte potrò dormire nel mio letto. O magari perfino se esco di qui in tua compagnia.

— Allora mi dovrai ospitare.

— Certo.

— Perché io non ti lascio andar via. Ci servi come esca per North e se riesco a prendere quel tipo otterrò una promozione, probabilmente un avanzamento di due gradi… Tenente Lindy della Squadra Investigativa. Prendere North può anche significare la sopravvivenza della razza umana, ma questo è del tutto secondario.

— Va bene — disse lui.

— Hai intenzione di aiutarmi?

— Sì, se tu ha intenzione di aiutare me. Se torno a casa, farò la vita che facevo prima di incontrare Lara. A volte Lara viene nel mio mondo, ma è qui che vive, perciò è qui che posso trovarla, se mai ci riuscirò.

La cameriera si fermò al loro tavolo. — Non le piace quello che ha ordinato, signora?

Fanny scosse la testa. — L’ho lasciata raffreddare… La porti pure via.

Quando la cameriera si fu allontanata, lui disse: — Il mio mondo è anche questo, perché qui c’è Lara.

— Allora, visto che vuoi aiutarmi, dobbiamo scambiarci le informazioni. Quindi il futuro tenente comincerà col dirti che la tua Lara è Laura Nomos.

— Lo so.

Fanny sembrò sorpresa. — Io non ne ero certa. Almeno fino a un minuto fa, quando ti ho visto accanto alla cassa. Come potevi esserne sicuro? E cosa stavi facendo lì?

— L’ho vista a teatro, come te. Era Lara… ti ricordi quello che ti ho raccontato del signor Kolecke? A casa tua mi hai detto che era Laura Nomos, i nomi non sono solo una coincidenza.

— Be’, ho pensato che ti sbagliassi, che la figliastra di Klamm non poteva entrare e uscire dal mondo dei Visitor come se fosse la dea. Ma hai ragione, l’ho vista. E quella donna italiana ha detto di averla vista qui ieri sera, vestita come era vestita la Nomos a teatro. È stata la conferma. Tu non sei pazzo e non hai le traveggole. La tua Lara è Laura Nomos.

Lui annuì.

Fanny ebbe un brivido. — E se tu non sei pazzo, può darsi che tu abbia ragione a proposito di questo ristorante. Dovrei essere terrorizzata. Dunque, questo è il tuo mondo?

— Credo di sì. North lo chiama C-Uno. — Le mostrò il denaro e le spiegò quello che era successo. — Hai delle banconote di grosso taglio?

— Una da venti. È quella di maggior valore.

— Dovrebbe andar bene — disse lui. — Voglio che tu vada alla cassa e chieda di cambiarla con due da dieci. Prendi qualsiasi cosa l’uomo ti darà e torna qui.

19. Di nuovo a casa

Mentre Fanny era alla cassa la cameriera portò la pasta fredda, le fettuccine per lui, il tè e il caffè. Quando Fanny ritornò al tavolo, gli disse: — Ma non hai fame?

— Sto morendo di fame — disse lui — ma prima voglio vedere cosa ti hanno dato.

— Due comunissimi biglietti da dieci dollari — disse mostrandoglieli. — Comincio a credere che tu sia proprio pazzo.

Lui scosse la testa e mise in bocca una grossa forchettata di fettuccine.

— E ti ho anche chiesto se avevi fame!

— Ho bisogno di concentrarmi — le disse — e mi concentro meglio mentre mangio. — Dopo un altro boccone, le chiese: — Vuoi assaggiarle? Sono proprio buone.

— Solo per farti piacere. — Ne prese una forchettata, e poi altre due. — Quei biglietti che mi hai mostrato prima non te li ha dati quell’uomo, vero?

Lui annuì con la bocca piena.

— Vuoi dire che quell’uomo sa tutto e che ci sta manovrando a suo piacimento?

Lui inghiottì il boccone. — No, non credo. Mi ha parlato dell’incontro, l’incontro di Joe.

— E chi è Joe?

— Un pugile. Una volta l’ho conosciuto. Tutti dicono che è tanto un bravo ragazzo, ed è proprio quello che mi è sembrato l’unica volta che ho parlato con lui. Ti ricordi quello che ha detto Mamma Capini di quelle persone che sono venute qui con Lara?

Fanny annuì. — L’omone e la bionda? Certo.

— L’omone era Joe. Laura Nomos è la consulente legale di Eddie Walsh. Eddie è l’agente di Joe. Tutta questa gente appartiene al tuo mondo, tranne Mamma Capini. — Bevve un sorso d’acqua poi ritornò alle fettuccine. È stato Joe a pagare la cena, ricordi? Se l’avesse pagata Lara — Laura Nomos — non mi sarei meravigliato. Joe potrebbe aver usato una carta di credito o un assegno… ma non mi sembra nello stile di Joe. Quella volta all’ospedale, quando ha preso una tazza di caffè per me e una bibita analcolica per sé da una macchinetta automatica, ricordo che ha tirato fuori i soldi da uno di quei portamonete che in genere, alla Tv, mettono in mano ai personaggi che stanno attenti a come spendono. Scommetto che ce l’ha da quando era un ragazzino. Insomma, sono proprio sicuro che Joe pagherebbe in contanti.

— E un tipo così non credi che avrebbe controllato il resto?

— È proprio questo il punto. Joe l’avrebbe sicuramente fatto. Avrebbe perfino contato i soldi. Probabilmente è Jennifer sua moglie, la donna vestita di rosso, che si occupa della loro amministrazione, ma Joe non permetterebbe mai che sia lei a pagare il conto in un ristorante. Lo metterebbe in imbarazzo, perciò il resto doveva essere giusto, e nel giusto tipo di moneta.

— Allora pensi che quelli del ristorante sono a conoscenza di tutto? È proprio quello che ho detto io.

Lui scosse la testa. — Se fosse così, quell’uomo non mi avrebbe certo parlato di Joe. Il fatto è che all’inizio uno non si rende bene conto di cosa gli è successo. Credimi, parlo per esperienza. Quello che è successo a lui e a tutto il locale è che, in qualche modo, sono stati attirati dentro… sono passati attraverso una porta… Ma come è possibile? Un intero edificio non può passare attraverso una porta!

Fanny scoppiò a ridere. — Non capisco di cosa stai parlando. Cos’è questa storia delle porte?